I 138 comuni con le tasse più alte
30/03/2012 di Dipocheparole
Addizionale Irpef e Imu: per gli enti locali è arrivata la manna dal cielo, con la possibilità di tassare i cittadini per recuperare i tagli a Comuni e Provincie messi in atto dal governo. Il Corriere della Sera fa il punto della situazione:
Al Sud, dove in 138 comuni la pressione delle tasse locali raggiunge addirittura il 2,83% sui redditi (lo 0,8% dell’addizionale comunale, cui si somma il 2,03% della sovrattassa regionale in Campania, Calabria eMolise), come al Nord. A Venezia l’amministrazione comunale sta ancora valutando il da farsi, ma un aumento dell’addizionale introdotta per la prima volta nel 2011 con un’aliquota bassa, dello 0,19% fino a 55 mila euro di reddito lordo e dello 0,20% per la quota eccedente, è probabile. Tutto dipenderà dai calcoli che gli uffici comunali stanno facendo sul gettito dell’Imu, l’imposta comunale sugli immobili che assorbe l’Ici, e che si pagherà anche sulla prima casa.
Leggi anche:
La crisi si mangia l’Italia
A Venezia come in mille altri comuni, prima di dare il via libera all’aumento dell’addizionale Irpef, si stanno facendo calcoli e verifiche sulla nuova tassa. E le notizie non sono buone.
In molti casi il gettito dell’Imu sugli immobili, che dovrà poi essere diviso tra il Comune e lo Stato, viene stimato dai tecnicimunicipali a un livello più basso di quello previsto dal ministero dell’Economia. Il rischio che si crei un buco nelle casse comunali c’è, e a scanso di equivoci molti sindaci potrebbero essere indotti a compensare l’Imu con l’addizionale Irpef. A Vicenza, che finora aveva evitato la sovrattassa, il consiglio comunale ha ceduto e ha appena deliberato un’addizionale dello 0,6%, con l’esenzione per i redditi fino a 15 mila euro. Il Comune di Roma ha già l’invidiabile ed esclusivo privilegio di poter applicare ai suoi cittadini un’addizionale maggiorata (lo 0,9% contro il tetto massimo dello 0,8%), e ha appena deciso di mantenerla, insieme all’introduzione dell’Imu con aliquote superiori del 20% a quelle di base previste dal governo. Invece dello 0,40%, sulla prima casa, a Roma si pagherà lo 0,50%,mentre su tutti gli altri immobili (seconde case, uffici e negozi) l’aliquota è stata fissata all’1,06% (contro lo 0,96% dell’aliquota base). Anche a Sassari la decisione del Comune è freschissima: addizionale dallo 0,3 allo 0,8% del reddito lordo con esenzione sotto i 15mila euro. A Napoli l’addizionale è stata mantenuta allo 0,5%, ma per evitare di applicare un’aliquota dell’Imu piuttosto pesante, il Comune dovrà per forza affidarsi alle dismissioni (tutt’altro che facili) del patrimonio immobiliare.
Lo schema del Corriere spiega tutto:
Tra gli oltre 8 mila comuni italiani solo 8 hanno già provveduto a registrare una delibera di riduzione dell’addizionale (Bulgarograsso, Laino, Montalto di Castro, Pignataro I., Sarentino, Verolavecchia e Villandro). Nel frattempo anche il Comune di Firenze ha deciso il taglio della sovrattassa. Scenderà dallo 0,3 allo 0,2%, come a Milano, ma in compenso l’Imu è stata fissata a un livello piuttosto alto per le seconde case (0,99%) e soprattutto su quelle sfitte (1,06%). A Gorizia lo stesso: la piccola addizionale esistente, pari allo 0,1% del reddito, sarà eliminata da quest’anno.
Leggi anche:
Irpef e Imu: chi paga il conto della crisi italiana
Imu, quanto si paga casa per casa