I 5 Stelle chiudono la porta al Pd: «Renzi è un baro e non abbiamo niente in cambio»
20/01/2015 di Maghdi Abo Abia
Il Movimento 5 Stelle sbatte la porta al Partito Democratico. Nessun accordo con Matteo Renzi, né sulla Legge Elettorale né per il nuovo Presidente della Repubblica. La conferma arriva da Roberto Fico, membro del direttorio pentastellato e presidente della Commissione Vigilanza Rai, che parlando di Matteo Renzi lo ha definito «un baro. Del resto lo è per cultura politica». Ma questo non vuol dire che i pentastellati abbiano già una linea pronta, anzi. La parola d’ordine di queste ore è «attesa», in modo da comprendere gli sviluppi di questa delicata fase politica.
I 5 STELLE DICONO NO AL PD – Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, quella di ieri è stata una giornata all’insegna dell’attendismo per i pentastellati. Beppe Grillo ha definito il Pd con un post sul blog «marcio» e al Nazareno aspettano una risposta alla richiesta di collaborazione per l’Italicum inviata da Debora Serracchiani, che invita i Cinque Stelle a votare a favore del premio di lista chiedendo collaborazione per il Colle. I cinque membri del Direttorio, oggi a Bruxelles, hanno fatto il punto della situazione con Grillo e Casaleggio stabilendo che la linea ufficiale al momento è quello del no, con uno spiraglio lasciato aperto qualora lo scenario politico dovesse cambiare.
«LA CORSA AL COLLE UNA PARTITA A POKER» – Ed è Roberto Fico a fare il punto della situazione con il Corriere della Sera confermando la linea dura: «La lettera della Serracchiani lascia il tempo che trova, non rientra tra le nostre priorità e serve a depistare rispetto ai problemi del Pd: dai 30 senatori che non vogliono le liste bloccate al caso Cofferati. Noi poi siamo per le preferenze al 100 per cento». La stessa intransigenza la si registra nella corsa al Colle: «È una partita a poker, non è una cosa seria. Non c’è nessun tavolo con il Pd e non accetteremo un candidato che arriva dal patto del Nazareno». Al tempo stesso i 5 Stelle non hanno ancora un nome da proporre. Questo potrebbe arrivare da nuove Quirinarie ma in questo caso Fico è attendista: «vedremo, siamo lavorando».
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I FUORIUSCITI VICINO A GOTOR? – Le posizioni di Fico sembrano le più concilianti tra le fila del Movimento 5 Stelle. Un membro del direttorio riportato dal Corriere della Sera è più chiaro: «Diremo di no alla lettera della Serracchiani perché non c’è lo scambio. Cosa ci danno loro in cambio del sì al premio di lista?». Secondo Paola Taverna «Quelli del Pd sono ridicoli, è da settimane che aspettiamo risposte». Andrea Cecconi conferma il suo no: Il Pd con quella lettera parla a nuora perché suocera intenda». Chiaro il riferimento, con quel “suocera”, a Forza Italia. Secondo lui l’offerta ai 5 Stelle rappresenta un modo per minacciar Berlusconi: Se non vuoi ci sono loro. Un aiuto indiretto ai Cinque Stelle arriva dai fuoriusciti del Movimento. Ieri cinque senatori erano alla conferenza dove Miguel Gotor presentava l’emendamento della minoranza. E oggi una decina di ex 5 Stelle potrebbe firmare un documento di appoggio su questa scia.
«I TG TROPPO SCHIACCIATI SU RENZI» – Fico, nel suo ruolo di Presidente della Commissione di Vigilanza Rai ha presentato alla stampa «open tg», una banca dati contenente le rilevazioni dell’Agcom, al fine di garantire la massima trasparenza nei confronti dei telespettatori. Fico ha poi dato un giudizio sull’informazione televisiva, non salvando praticamente nessuno: «Tutti danno un ruolo eccessivo al Pd che, sommato al governo, ha uno spazio enorme. E quasi sempre il secondo partito rappresentato non siamo noi ma Forza Italia. Queste tre forze sono considerate analoghe dall’Agcom ma hanno proporzioni ben diverse. I tg di Berlusconi danno ampio spazio a Forza Italia, Sky Tg 24 è appiattito su maggioranza e Pd. La7 è quella che ha un equilibrio maggiore. La Rai sta migliorando ma non è abbastanza. Il Tg1 è equilibrato solo in alcuni periodi mentre il Tg3 premia sopratutto il Pd». (Photocredit Roberto Monaldo / LaPresse)