I mercati ambulanti al tempo della crisi

GLI OBBLIGHI DI UN REGOLARE – Inoltre, in quanto commerciante, deve far fronte agli adempimenti burocratici come l’obbligo di presentazione del Durc, documento unico di regolarità contributiva, oppure la necessità di mettersi in lista per uno spazio in cui allestire la propria bancarella. Una soluzione alternativa all’acquisto per 10 anni del diritto ad occupare una piazzola. L’hobbista invece spende i soldi per partecipare al mercato. E basta. Ed i loro prezzi sono più bassi. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta con la Legge n.4 del 24 maggio 2013, in vigore dal primo gennaio, nella quale veniva chiesto agli hobbisti di autodenunciarsi pagando un tributo di 200 euro per poter vendere le proprie cose al mercato.

Mercati a Milano

RISCHIO RONDE A LECCE – Solo che il 10 febbraio 2014 la Regione, con una nuova delibera, ha creato una categoria «promotrice del riuso» che non deve alcun tributo. E Paolo Guerra, capogruppo della Lega Nord in regione Emilia-Romagna, ripreso da Ravennanotizie, spiega che in questo modo non si sa più chi deve pagare il tributo e chi invece può evitare di farlo, ingolfando inutilmente la macchina burocratica regionale. A Lecce, come spiega il Corriere del Mezzogiorno, gli ambulanti regolari hanno però minacciato di costituirsi in ronde per colpire gli abusivi e coloro che vendono merce taroccata. Salvatore Sanghez, segretario provinciale di Anva Confesercenti, ha denunciato la presenza di abusivi provenienti da Bari, Brindisi e Napoli che arrivano in Salento attirati da controlli meno stringenti.

ABUSIVI IN ARRIVO DA NAPOLI – E nella lettera rivolta al prefetto, Giuliana Perrotta, i commercianti hanno lasciato intendere in modo chiaro le proprie intenzioni: «L’esasperazione tra i commercianti, anche quelli a posto fisso, è giunta al massimo perché accadono cose del tutto intollerabili a danno del commercio legale e degli esercenti che pagano regolarmente le tasse. Sappiamo che i venditori vengono soprattutto da Bari, Brindisi e Napoli perché sono loro stessi che ce lo dicono, ma ora la misura è colma: non si può tollerare che la merce contraffatta venga venduta impunemente sotto i nostri occhi. Il commercio è in crisi; se si aggiunge anche la piaga dei venditori illegali, siamo finiti. Tanti commercianti sono pronti ad attivare le ronde, anche se noi non siamo d’accordo, ma la situazione potrebbe diventare ingestibile. Occorre intervenire».

Mercati a Milano

LA DIRETTIVA BOLKSTEIN – La situazione in tutto il Paese appare quindi molto complicata. Sono molti i problemi che attanagliano i mercati ambulanti, dalla mancanza di clientela agli scontri con le autorità comunali, alle difficoltà di mantenere i volumi di fatturato degli anni precedenti fino allo scontro con gli abusivi. Ma c’è dell’altro. La categoria guarda con preoccupazione alla Direttiva Bolkstein, formalmente direttiva 2006/123/CE, che dal 2017 dovrebbe riformare la politica di autorizzazioni degli spazi di vendita, visto che dal luglio di quell’anno le licenze e gli spazi di vendita dovranno essere sottoposti ad un bando d’assegnazione. E la preoccupazione è tale da aver spinto un consigliere di Forza Italia in Regione Liguria, Roberto Bagnasco.

COSA FARÀ LA LIGURIA? – Il politico si è rivolto all’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Liguria, Renzo Guccinelli, con un’interrogazione ripresa da Punto Imperia, nella quale si chiedeva quale fosse la posizione dell’ente nei confronti della direttiva e quale sia la difesa dei lavoratori del comparto che avranno solo il 40 per cento di possibilità di veder rinnovata la licenza. Perché, ha continuato Bagnasco, con la nuova norma «potranno essere autorizzate al commercio su area pubblica oltre alle persone fisiche anche le società di persone , le società di capitali e le cooperative con la conseguenza che su un settore fortemente in difficoltà verrà esasperata la concorrenza che sarà fortemente sbilanciata a sfavore delle aziende famigliari».

crisi-mercati-ambulanti (1)

IL RUOLO DELL’ANZIANITÀ – «Fino ad oggi -conclude Bagnasco- meccanismo del rinnovo delle pratiche autorizzative del posteggio del banco seguiva meccanismi di priorità nei confronti di chi già aveva in precedenza utilizzato la relativa porzione di area pubblica. Con la nuova Direttiva tutto verrà modificato con l’effetto che ad essere messi a rischio in Italia saranno ben 170.000 banchi di merci e 200.000 nei mercati coperti di alimentari». La soluzione arriva dalla Toscana. La Regione, l’Anci, le associazioni di categoria e Fiva Confcommercio alla fine del 2013 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per la tutela dei soggetti a maggiore anzianità. Peraltro nel 2012 la Confesercenti parlò dell’intesa trovata nella conferenza Stato-Regioni del 5 luglio che stabilì come venisse riconosciuta

una priorità corrispondente ad una valutazione nei limiti del 40% a vantaggio dei soggetti che dimostrino la maggiore anzianità di presenza sul posteggio oggetto della selezione, corrisponderà di fatto ad una garanzia di aggiudicazione della prima selezione successiva alle proroghe, con diritto al rilascio di una ulteriore concessione di posteggio per una durata dai 9 ai 12 anni (quanto meno fino al 2026).

500.000 POSTI DI LAVORO DA PROTEGGERE – Perché, come ricorda Rodolfo Raffaelli, «in Italia esistono circa 170mila imprese di commercio ambulante la maggior parte delle quali individuali o a conduzione familiare. “Un universo che dà lavoro ad almeno 500mila persone e che deve essere tutelato perché produce ricchezza e occupazione» Ma la sfida appare ardua. (Photocredit Lapresse)

 

Share this article