I turisti che sopravvivono 12 ore in mezzo agli squali
26/04/2013 di Maghdi Abo Abia
Il Guardian ci racconta la storia di due americani, fratello e sorella, che hanno nuotato per 12 ore in un mare infestato da squali nelle acque dei Caraibi dopo che la loro barca è affondata a causa del mare grosso.
L’INCIDENTE – I due hanno descritto la loro esperienza come tremenda e dolorosa. Dan e Kate Suski hanno provato a portare un marlin di 90 chilogrammi al largo delle coste di Saint Lucia quando l’oceano ha iniziato ad ingrossarsi con l’acqua finita nella sala motori. Dan, 30 anni, ingegnere di San Francisco e Kate, 39 anni, architetto di Seattle, hanno ricevuto giubbotti di salvataggio dal capitano che ha chiesto aiuto. Al momento dell’affondamento è arrivato l’ordine di abbandono della nave e per questo sono stati costretti a buttarsi a mare, a 13 chilometri dalla costa.
LEGGI ANCHE: Quello che pesca uno squalo a sua insaputa
LA PAURA DEL BUIO – Kate ha spiegato che il capitano voleva che tutti rimanessero uniti e che avrebbero dovuto aspettare i soccorsi ma dopo un’ora i due hanno deciso di nuotare via perdendo subito dopo il contatto con i loro compagni. A quel punto, ha continuato Dan, si sono visti solo grigio e flutti. Dopo un po’ sono arrivati gli elicotteri ma nessuno tra i soccorritori si è accorto della coppia di fratelli. Al calare delle tenebre i due si sono accorti che la situazione stava degenerando e che, per usare le parole di Kate, si è iniziato a contemplare l’idea della morte.
LA SALVEZZA – Per Kate la fine sarebbe arrivata a causa dei crampi. Gli squali avrebbero poi fatto il resto. Per Dan invece il pericolo era rappresentato dall’ipotermia e da un attacco di pescecani. Dopo aver continuato a nuotare sono arrivati nei pressi della costa ma lì si sono trovati costretti ad evitare di finire contro gli scogli. Una volta raggiunta una spiaggia si sono coricati uno sull’altro nel tentativo di scaldarsi.
RECUPERATO ANCHE IL CAPITANO – Una volta ripresi sono entrati nella boscaglia mangiando della frutta raccolta dagli alberi. Tre ore dopo hanno incontrato sulla strada un contadino con il suo cane. Questi ha dato loro da mangiare nell’attesa dell’arrivo della polizia. “Abbiamo chiesto loro se sapevano quacosa del capitano e dell’altro compagno -ha continuato la donna- ma ci hanno risposto che non è stato ritrovato nessuno. A quel punto ci siamo sentiti persi perché non preparati alla tragedia”. I due poi hanno saputo che i compagni sono stati recuperati dopo aver passato 23 ore in acqua. (Photocredit Guardian / Lapresse)