I vigili di Milano mandati a ritirare le camicie con l’auto di servizio

«Mi capita di andare dalla camiciaia dell’ufficiale a ritirare un pacco o di accompagnare il superiore a una visita oculistica — racconta un vigile alla guida della pattuglia ‘a disposizione del graduato’ — e mi è successo di accompagnare l’ufficiale anche fuori dal Comune per questioni che nulla hanno a che fare con il lavoro»

AUTO CHE DOVREBBERO ESSERE DI PATTUGLIA, E INVECE… – Su Repubblica Franco Vanni racconta la denuncia, da parte di alcune sigle sindacali della polizia locale, di alcune “curiose” situazioni che si verificherebbero nel capoluogo lombardo tra cui, ad esempio, l’utilizzo di auto di servizio per svolgere commissioni private durante l’orario di lavoro. Si va dal ritirare i pacchi dalla sarta o di una puntata al negozio di animali per conto di un superiore, fino all’accompagnamento degli ufficiali ai corsi di lingua o, semplicemente, per accompagnare i funzionari da casa all’ufficio e viceversa, come se si trattasse di un’auto con autista. Il tutto mentre, sottolinea Giovanni Aurea del sindacato Usb, quelle stesse auto dovrebbero essere di pattuglia per Milano, rilevando gli incidenti e rispondendo alle segnalazioni.

Foto: Marco Lussoso -LaPresse
Foto: Marco Lussoso -LaPresse

E LA POLIZIA LOCALE CORRE AI RIPARI… – Repubblica raccoglie le testimonianze di diversi agenti, tutti che raccontano di aver fatto “da autista” per qualche funzionario o ufficiale o di aver svolto per conto di un superiore qualche commissione che poco aveva a che vedere con le mansioni di un corpo di polizia. Le segnalazioni sono state tali da indurre Antonio Barbato, capo di gabinetto della polizia locale, a pubblicare un’informativa nei nove comandi di zona della città, sottolineando che le auto «destinate al rapporto dei dirigenti» devono essere usate «solo per consentire ai graduati di raggiungere il luogo di intervento in caso di emergenze».

 

LEGGI ANCHE: La donna cinese «dimenticata» in ospedale da 5 anni

 

«EPISODI GRAVI E INCOMPRENSIBILI» – Nonostante le auto siano dotate di un sistema GPS che le localizza, Barbato ha comunque ammesso che è complicato stabilire se quel mezzo si stia muovendo per un’esigenza di servizio o se invece sia all’opera per una di queste “commissioni”. Oltretutto lo statuto dei lavoratori non prevede contestazioni sulla base del rilevamento elettronico dell’auto. Ma chiarisce che si tratta di «episodi gravi e incomprensibili» che verranno sanzionati dal punto di vista disciplinare. «Gli agenti, comunque – ha concluso Barbato – devono rifiutare ordini simili».

(Photocredit copertina: Gian Mattia D’Alberto/LaPresse, foto di repertorio)

Share this article