I vitalizi d’oro (e non solo) della Regione Lombardia
02/11/2013 di Maghdi Abo Abia
620.412,36 euro, centesimi compresi. È quanto spende Regione Lombardia ogni mese per pagare 221 vitalizi destinati ad eletti che hanno superato i sessant’anni di età, tra cui sono comprese 49 pensioni di reversibilità per altrettante vedove di ex Consiglieri. Parliamo di privilegi scattati per la prima volta nel 1980 e conclusi nel 2011 ma che ancora fanno sentire il proprio peso sul bilancio di Regione Lombardia.
I NUMERI – Appare quindi evidente l’imbarazzo della giunta Maroni che, come ricorderemo più avanti, non c’entra però nulla con questa storia ed anzi si trova ad affrontare le polemiche. Come spiega la Gazzetta di Mantova, la questione diventa ancora più curiosa se consideriamo che tali vitalizi spesso superano di gran lunga la contribuzione dei singoli consiglieri, con il risultato che dal 1980 ad oggi c’è chi percepisce 3.000 euro lordi al mese a fronte di una contribuzione di 8.500 euro, o come chi pernde una pensione di 2.391,56 euro al mese in cambio di un contributo totale di 2.900 euro. E se volessimo moltiplicare l’ammontare di questi vitalizi ogni anno, scopriremmo che l’esborso totale di Regione Lombardia è di 7.444.948 euro e 32 centesimi, mentre ognuno dei beneficiari ottiene annualmente una media di 33.687,54 euro l’anno, sempre lordi.
CANCELLATI NEL 2011 – Come detto in precedenza, le pensioni degli ex consiglieri regionali sono state cancellate dalla legge regionale 21/2011, ma questo varrà solo per i neo-eletti e non per coloro che già sono passati dalle parti del Pirellone o di via Filzi, nonostante lo scorso 24 giugno sia stato approvato un emendamento a firma Pd che chiedeva una riduzione di tali emolumenti del 20 per cento. Ed è questa la soluzione di cui parla il governatore, Roberto Maroni, che ricorda che questa cosa, datata 2010, non lo poteva coinvolgere. E comunque non avrebbe potuto coinvolgerlo neanche in seguito, visto che come ricorda il segretario generale della Regione, Romano Colozzi, la materia dei vitalizi è inscrivibile alla competenza del Consiglio Regionale.
LE CIFRE – I dati, aggiornati al 31 agosto e forniti dalla segreteria generale del Consiglio regionale al gruppo di lavoro che sta discutendo il taglio del 20 per cento delle pensioni superiori a 3.100 euro, non includono però nomi e cognomi. Questione di privacy, ha spiegato Colozzi. Come vedremo più avanti Repubblica metterà qualche nome, ma ora limitiamoci a leggere i dati. Il più ricco di tutti riceve 6.319,85 euro mensili dal luglio del 2005 ad oggi, per un totale di 614.360 euro. Mica male, se consideriamo che ha versato 274 mila euro di contributi. Un altro caso è ancora più eclatante. Un consigliere riceve un vitalizio di 4.782,92 euro fin dal primo giugno 1985 in cambio di un contributo di 27.100 euro. A seguire ci sono altri ex consiglieri regionali che ricevono un assegno mensile di 1.195 euro dal 2005 in cambio di un contributo di 2.900 euro.
IL VALORE DEL VITALIZIO – Viene quasi da dire che con il passare degli anni il cordone della borsa si è ristretto, visto che chi ha versato la stessa cifra negli anni ’80 riceve, come in un caso, 2.391 euro dal primo gennaio 1989 o chi, dal febbraio 2005, versando 5.600 euro ne riceve mensilmente 3.159. Tutto merito della legge abrogata nel 2011, la 12 del 20 marzo 1995 che stabiliva come il vitalizio sarebbe stato generato attraverso la trattenuta del 25 per cento dell’indennità di funzione, una cifra equivalente all’indennità di funzione dell’ultimo anno più, al compimento del sessantesimo anno d’età, una cifra compresa tra il 20 ed il 50 per cento dell’indennità mensile lorda in base agli anni di contribuzione.
LE LEGGI DEL 1995 E DEL 1983 – Parliamo quindi di cifre che non possono essere decise a tavolino ma che dipendono dalla carriera di ogni politico. E le cose cambiano ancora per chi è stato eletto prima del 1995. Per loro vale quanto previsto dalla legge regionale 12 del 10 febbraio 1983 per la quale la trattenuta dell’indennità mensile era del 20 per cento dal 1983 con un aumento dell’1 per cento fino al 1985. Inoltre era previsto che chi non avesse raggiunto il quinquennio avrebbe potuto pagare i contributi in separata sede per ottenere il vitalizio, ai sensi della legge numero 108 del 17 febbraio 1968, e che tale libertà era concessa anche alle mogli o ai parenti del consigliere in quel momento defunto.
I NOMI – Chi non avesse voluto il vitalizio, avrebbe avuto i soldi dei contributi indietro. Ma viste queste cifre, chi poteva pensare di non volere niente? Il confronto delle leggi quindi è chiaro, ed anzi nel 2005 potremmo addirittura parlare di un restringimento dei cordoni della borsa. Quindi chi è arrivato dopo non potrà godere di trattamenti faraonici. Come spiega Repubblica, Luciano Valaguzza, ex consigliere in quota Cl, riceve dal luglio 2005 6.319 euro lordi. Poi c’è Carlo Monguzzi, dei Verdi, quattro legislature ed un assessorato: 5.498 euro lordi dall’ottobre 2010, in quel caso però i contributi ammontano a 433.000 euro. Certo, in tre anni ne ha già recuperati 192.442.
IL CONFRONTO – C’è l’ex tesoriere della Lega Nord, Alessandro Patelli, con 3.686 euro lordi mensili. Poi ci sono l’ex presidente della Regione, Piero Bassetti, con 2.391 euro mensili, l’ex vicepresidente socialista Ugo Finetti (2.878 euro lordi) e gli ex presidenti Giuseppe Guzzetti (1979-’87, 4.782 euro lordi al mese) e il suo successore Giuseppe Giovenzana (1989-’92, 2.368 euro lordi mensili). Mario Capanna, uscito dalla Regione nel 1980, riceve 3.159 euro lordi mensili, Benito Benedini, presidente di Fondazione Fiera, riceve 2.331 mila euro lordi mensili, Giampiero Borghini, già sindaco di Milano ed ex assessore 5.898 euro lordi mensili, Carlo Ripa di Meana, eletto per il Psi nel lontano 1970, riceve dalla Regione 2.391 euro lordi mensili. In questo elenco non è compreso Roberto Formigoni. L’ex Presidente, in quanto parlamentare, al momento non riceve il vitalizio maturato.