I vitalizi d’oro (e non solo) della Regione Lombardia

MARONI PRENDE LE DISTANZE – Evidentemente in Regione qualche imbarazzo dev’essere per forza emerso, altrimenti non si spiegherebbero tali reazioni. Come aggiunge il Sole 24 Ore, oltre alla presa di distanze di Roberto Maroni che su Twitter ha ribadito che la sua Giunta con questa storia non c’entra:

 

ma è altrettanto vero che si sta pensando di fare qualcosa, a confermarlo l’ex assessore ai trasporti Raffaele Cattaneo. E la soluzione come detto è stata trovata in un taglio delle indennità del 20 per cento dei vitalizi. Ma certo non di tutti. Enrico Brambilla, vice capogruppo del Partito Democratico, conferma che il taglio dovrebbe interessare solo i vitalizi superiori a 3.100 euro mensili. Perché il sentire comune indica che certi provvedimenti, visti come privilegi, non sono più tollerabili perché sono i cittadini a non comprenderli.

IL MOVIMENTO CINQUE STELLE DICE NO – Il Movimento Cinque Stelle, dal blog di Beppe Grillo, cavalca l’onda spiegando che la decurtazione dei vitalizi con tanto di trasfomazione proporzionale ai contributi versati, doveva avvenire entro lo scorso 10 ottobre, mentre sul tavolo di lavoro si parla di una riduzione del 10 per cento. Roberto Maroni ha però ben altro di cui preoccuparsi. Perché al di là della polemica relativa ai vitalizi, c’è un’altra questione che preoccupa la Giunta a causa del suo coinvolgimento diretto. Parliamo degli aumenti decisi per 54 manager lo scorso luglio. A confermarlo è il Sole 24 ore che spiega come gli aumenti abbiano riguardato un quarto dei dirigenti attualmente in servizio, 218.

vitalizi d'oro Regione Lombardia

GLI STIPENDI DEI MANAGER – Nel 2013 Palazzo Lombardia spenderà 20,4 milioni di euro per compensare l’aumento degli stipendi dei manager. Tra questi ci sono Andrea Gibelli, segretario della Regione che viaggi vicino ai 223 mila euro annui e Patrizia Carrarini, ideatrice della campagna elettorale di Maroni che riceve 144 mila euro l’anno. Gli aumenti non sono piaciuti in Regione, tanto che si parla di due esposti presentati alla procura di Milano per fare chiarezza sulla cosa. 02Blog ci aiuta con altri conti. Nel 2012 il Pirellone ha pagato per gli stipendi dei dirigenti 19,7 milioni di euro, ed i dirigenti erano 240. Ed ecco la classifica dei più pagati, con nome, competenza e stipendio annuo:

Andrea Gibelli (segretario generale): 223.200 euro
Antonio Samaritani (direzione sistemi informativi): 186.330
Roberto Albonetti (direttore attività produttive): 186.000
Francesco Baroni (direttore programmazione integrata): 186.000
Walter Bergamaschi (direttore generale sanità): 186.000
Anna Tavano (direttore infrastrutture e mobilità): 186.000
Antonello Turturiello (vicesegretario generale strategie finanziarie): 169.788
Marco Carabelli (vicesegretario generale vicario): 169.788
Michele Camisasca (direttore centrale personale): 155.000
Paolo Baccolo (direttore territorio e urbanistica): 155.000

IL RISPARMIO DI 1,5 MILIONI – Ed anche in questo caso, si difendono dalla Giunta, è colpa della falsa informazione. Ininsubria riporta una nota del Governatore che spiega come tutto il sistema retributivo della dirigenza segue i contratti e le leggi vigenti a livello nazionale e regionale. Quindi la notizia degli aumenti rappresenta un’informazione scorretta perché, prosegue la nota, «si fa presente che il confronto con le altre Regioni italiane a Statuto ordinario evidenzia per la Lombardia un posizionamento economico e dimensionale assolutamente virtuoso». Ciò significa che gli stipendi medi sono in linea con quelli delle altre Regioni che hanno comunque meno abitanti della Lombardia. Parlando della riduzione dei dirigenti, è sbagliato confrontare la nona e la decima legislatura perché ad oggi c’è una previsione di minore spesa di 1,5 milioni di euro e che un confronto può essere fatto solo lungo lo stesso arco temporale pari ad un anno e non mettendo insieme due legislature rispettivamente iniziate e finite a metà anno.

vitalizi d'oro Regione Lombardia

I 54 AUMENTI – «Affermare che è aumentata la busta paga di 54 manager – conclude la nota – è quanto meno parziale. Ci sono state modifiche retributive solo per i dirigenti che sono andati a ricoprire posizioni con maggior responsabilità. Il fatto che si riconosca che diversi direttori hanno avuto un taglio in busta paga ne è la prova provata». Ok, quindi comunque è confermato che ci sono stati 54 aumenti. Quindi secondo la regione il confronto tra spesa nel 2013 rispetto al 2012 non si può fare perché in quest’anno c’è stato il cambio di giunta con un’evidente rivoluzione negli incarichi, nelle mansioni e negli stipendi. Toccherà quindi aspettare il 2014 per capire se c’è stata una riduzione nelle spese per i dirigenti.

NUMERI A CONFRONTO – Intanto, continua Ininsubria, la Regione sta pensando di tagliare lo stipendio dei dirigenti regionali del 20/30 per cento per un risparmio annuo di 8 milioni di euro da far confluire in un fondo a sostegno delle Piccole e medie imprese. Tale taglio dovrebbe riguardare 501 tra dirigenti e direttori e che tale taglio avverrà solo sulla retribuzione di risultato, ovvero quel quid previsto per arricchire una busta paga vincolata da contratto collettivo nazionale. L’obiettivo è uniformarsi al Veneto nella speranza di dare adito a quella macroregione che non potrà mai nascere senza una riforma costituzionale. In tutto questo però mancano dei dati. I dirigenti sono diminuiti, da 240 a 225, perché ci sono stati dei pensionamenti. Invece il numero degli effettivi è aumentato, passando da 213 a 218, come conferma Repubblica.

L’INDIGNAZIONE DEI DIPENDENTI DEL CONSIGLIO – Ed ancora. Gli stipendi di 54 dirigenti sono aumentati per un cambio di mansioni, ma quelli dei lavoratori in Consiglio sono fermi dal 2009. L’agenzia Agi riporta la voce dell’Rsu dell’Unione sindacale di base che spiega come la Spending Review abbia colpito più i dipendenti che funzionari e politici. Mediamente il Cud di un lavoratore in Regione è di circa 30.000 d’indennità di risultato. I lavoratori hanno visto il dimezzamento dei buoni pasto, per 1200 euro l’anno, ed il blocco degli stipendi dal 2010 al 2017, oltre a tagli in proporzione al reddito, con la regione che ha risposto che queste decisioni sono state prese a Roma e che la Regione, dal canto suo, in un’epoca di sacrifici, ha fatto la sua parte dimezzando le spese dei gruppi consiliari, intendendo come si sia passati da 29 milioni a 14,5 da usare per le spese dei dipendenti e per il funzionamento dei gruppi, e diminuendo l’indennità dei Consiglieri del 40 per cento, che poi in realtà si tratta di un taglio del 25 per cento dell’indennità ed il rimborso spese quasi dimezzato. Ma sono ancora troppe le domande inevase relative ai nuovi manager, all’aumento degli stipendi, al ritardo nel taglio delle indennità precedenti ed alla situazione dei lavoratori che assistono alla comparsa di persone sempre nuove ed al mantenimento di stipendi sopra la media con tanto di aumento, mentre la scure della Spending Review è calata maggiormente su di loro.

 

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