Idrogeno, quando la speranza ed il futuro cominciano a scuola

I LIMITI TECNOLOGICI DELL’IDROGENO – Uno dei principali freni allo sviluppo di questa tecnologia, oltre al processo di produzione dell’idrogeno – oggi ancora economicamente dispendioso – è il fatto che l’idrogeno è facilmente infiammabile. Questo impone serbatoi con standard di sicurezza e progettuali molto più elevati rispetto a quelli tradizionali e quindi costi ancora – o quasi – proibitivi. Si pensi che nel  caso dell’idrogeno liquido i serbatoi devono mantenere il carburante alla temperatura di -253°. La macchina a idrogeno, che utilizza l’idrogeno come combustibile “diretto” al posto della benzina presenta lo svantaggio di essere, in sostanza,un motore termico alimentato ad idrogeno, che però ha dei rendimenti bassissimi inferiori all‘8%. Le celle a combustibile, sono in realtà dei trasformatori di energia chimica in energia elettrica, possono avere un rendimento anche del 60%. In questo caso, anziché l’acqua, in funzione di elettrolita si utilizzano particolari polimeri.

L’IDROGENO SI FA A SCUOLA – Nel nostro paese sono solo due gli istituti tecnici dove gli studenti possono sperimentare la produzione d’idrogeno. Uno è in Piemonte e l’altro, appena inaugurato è in Campania, a Castellammare di Stabia per la precisione presso l’Iti “Renato Elia”. Che la scuola serva a formare i professionisti del futuro è ormai concetto trito e ritrito, ma che ci riuscisse realmente, beh questa è un’altra storia, ma l’Istituto Tecnico Industriale “Renato Elia” di Castellammare di Stabia a quanto pare è riuscito nell’impresa. Lunedì 20 Dicembre alte cariche quali il rettore dell’Università “La Partenope” di Napoli, il Dott. Prof. Claudio Quintano, l’on. Valentina Aprea, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il Dott. Andrea Bachrach, Presidente Gruppo Giovani Imprenditori Unione Industriale Napoli, il Dott. Maurizio Sansone, Presidente Periti Industriali e Periti Laureati di Napoli, hanno partecipato all’inaugurazione del laboratorio “Idrogeno”.

IL PRIMO “HYDRO LAB” DEL SUD – Abbiamo avuto la possibilità di parlare con il Responsabile di Progetto ITI Elia, il prof.  Catello Lamberti, che alla domanda quali opportunità offre questo laboratorio, ha risposto: “Permetterà ai giovani di studiare la produzione di energia partendo dall’elettrolisi dell’acqua”.

Ma chi ha realizzato una tale innovazione? Ci risponde ancora il responsabile: “l’istituto si è rivolto all’Istituto Motori del C.N.R. di Napoli per l’acquisizione del know how necessario, sottoscrivendo con lo stesso un accordo di convenzione finalizzato alla ricerca. Il laboratorio sarà un centro studi sulle energie rinnovabili, in esso gli alunni potranno studiare la produzione di idrogeno e l’alimentazione delle fuel cell (celle a combustibile n.d.r.) che rappresentano l’alimentazione energetica del futuro. Al laboratorio è associato il progetto di realizzazione di un impianto di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Il risultato finale atteso è quello di rendere l’Istituto indipendente dal punto di vista energetico ed in grado di fornire energia ad altri utenti. Gli allievi verranno formati all’utilizzo alla progettazione e all’ideazione di impianti sinergici che coniughino tra loro le fonti alternative rinnovabili quali fotovoltaico, eolico e idrogeno”.

Share this article