Le Iene e lo “scandalo” del nomenclatore tariffario per i malati di sla
16/10/2014 di Valentina Spotti
Come promesso, Filippo Roma de Le Iene è tornato ad occuparsi della questione del Nomenclatore tariffario dei dispositivi medici, un elenco di ausili di vario tipo con i relativi prezzi – dalle carrozzine ai device elettronici – a cui fanno riferimento tutti coloro che soffrono di patologie tali da avere bisogno di ausili medici. La legge prevede che il nomenclatore venga aggiornato ogni tre anni, per poter via via inserire gli ausili più recenti e tecnologicamente avanzati: quello attualmente in uso, però, risale al 1999.
IL NOMENCLATORE E LA PROMESSA DI RENZI – Come già raccontato qualche settimana fa dallo stesso Roma, a fare le spese di questa situazione sono i malati: come Marco e Carlo Gentili, due fratelli malati di sla di tipo 2 fin dalla nascita, che ricevono dallo Stato dispositivi obsoleti e che sono costretti ad acquistare di tasca propria gli strumenti più recenti in grado di aiutarli a comunicare, a muoversi e, in definitiva, a vivere. Per questo Roma era andato dal premier Renzi, facendosi portavoce della richiesta di migliaia di malati italiani. Una richiesta semplice: aggiornare il nomenclatore. Per meglio far comprendere al premier l’urgenza, Roma gli aveva proposto di rinunciare a usare il proprio smartphone e di tornare a un vecchio cellulare del 1999. Renzi non aveva accettato la sfida, ma aveva promesso di parlare con il ministro della Salute e di dare una risposta concreta entro venti giorni.
CHE FINE HA FATTO L’AGGIORNAMENTO DEL NOMENCLATORE? – Un mese dopo, Filippo Roma è tornato da Renzi: intercettato a margine di uno dei suoi tanti impegni istituzionali, il premier ha detto di aver avuto un lungo colloquio con il ministro Lorenzin, la quale avrebbe promesso di risolvere la faccenda entro la fine dell’anno. «Ma – aggiunge poi Renzi – Dicembre è troppo tardi. Secondo me riusciamo ad anticipare a fine novembre».
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«UNA TRUFFA LEGALIZZATA AI DANNI DELLO STATO» – Ma la questione è ancora più complessa: come spiega Marco Gentili – che peraltro è un consigliere comunale del Pd per il comune di Tarquinia – oltre ai disagi che arreca il nomenclatore tariffario non aggiornato, l’attuale sistema degli ausili “passati” ai malati dalle Asl rappresenta quella che il giovane chiama «una truffa legalizzata ai danni dello Stato». E, approfondendo la questione, si scopre che è proprio così: ciascuno dei dispositivi sulla lista ha due costi, uno se l’acquisto avviene privatamente l’altro, molto superiore, se l’acquisto avviene tramite Asl e quindi a spese dello Stato. Le telecamere delle Iene entrano in incognito in diverse ortopedie e negozi di articoli sanitari: una carrozzina con struttura superleggera, con il sistema di estrazione delle ruote e con i braccioli regolabili costa 400 euro se acquistata da un privato, ma oltre 700 se acquistata via Asl e, quindi, pagata interamente dallo Stato.
«LE ASL LAVORANO COSÌ» – Quando il cliente chiede perché le risposte sono vaghe: «perché la Asl ha un sistema di prezzi stabiliti a livello nazionale», «perché i presidi Asl hanno un altro tipo di costo» fino a «perché le asl lavorano così». E questo non vale solo per carrozzine e dispositivi per malati disabili: come approfondisce Giulio Golia in un servizio successivo, il sistema dei “doppi prezzi” si estende a tutti i tipi di ausili, anche i plantari ortopedici che moltissime persone indossano nelle scarpe per correggere, ad esempio, difetti piuttosto comuni della postura del piede.
UN NUOVO COLLOQUIO CON IL MINISTRO LORENZIN – Interrogato anche su questa questione, Renzi dichiara di volersi confrontare nuovamente con il ministro Lorenzin e di verificare come suggerisce Filippo Roma «se qualcuno ci abbia mangiato sopra ai danni dello Stato». Le risposte, assicura il premier, arriveranno entro la fine dell’anno. «E in caso ci costituiremo parte civile – conclude Renzi, accettando il cellulare del 1999 – E chiederemo indietro i soldi fino all’ultimo centesimo».
(Photocredit copertina: Mediaset/Le Iene)