Ignazio Marino ad Ostia: “Abbiamo rimesso in sesto Roma, avanti fino al 2023”
06/07/2015 di Tommaso Caldarelli
Ignazio Marino ha partecipato alla festa dell’Unità di Ostia: “Abbiamo rimesso in sesto Roma, andiamo avanti tutti insieme fino al 2023 e cambieremo questa città“. Dimostra entusiasmo il primo cittadino della capitale, seduto a fianco di Silvia Decina, suo personale capo di staff e distaccata dal sindaco per coordinare l’azione amministrativa del Litorale, e ad Alfonso Sabella, assessore alla Legalità della giunta di Roma Capitale e nominato commissario del X Municipio dopo le dimissioni del presidente Andrea Tassone, un minuto prima che venisse travolto dalle inchieste di Mafia Capitale.
IGNAZIO MARINO AD OSTIA: “ABBIAMO RIMESSO IN SESTO ROMA”
Per il Partito Democratico di Ostia, la festa nel parco dei Ravennati è prima di tutto una prova d’orgoglio: “Scrivi della festa, mi raccomando“, ci dice una giovane militante di servizio ai tavoli; “per loro”, intendendo i compagni più anziani, “è così importante“, un appuntamento fisso che nemmeno le inchieste di Mafia Capitale ha fermato. Lunga la fila al banco delle salsicce mentre il sindaco entra a salutare i militanti, che fermano la produzione per le foto di rito; poi sale sul palco per un’ora di dibattito con gli altri protagonisti dell’amministrazione del Litorale, senza giornalisti a moderare, con gli esponenti dell’amministrazione che si passano il microfono in un dialogo libero. Alfonso Sabella inizia: “Continuo a sentire persone che dicono che ad Ostia non c’è la mafia, sembra Palermo negli anni ’50, i discorsi che sentivo fare nei circoli dei ricchi borghesi o da qualche cardinale dal pulpito, fino a che non sono andati a sbattere contro l’evidenza di quel che stava accadendo; ma a Roma c’è una notizia, che leggete tutti i giorni sui giornali e sulle agenzie di stampa, c’è un sindaco onesto: Ignazio Marino. Sembra strano dire che l’onestà è una notizia, ma dobbiamo dire che è così“.
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IGNAZIO MARINO: “LA ROMA LIDO FA SCHIFO”
E’ proprio il sindaco a prendere la parola, accodandosi all’idea della “fase due amministrativa” che dovrebbe – o potrebbe – partire dopo l’arrivo della relazione del prefetto di Roma Franco Gabrielli (mai nominato in tutta la sera): “Abbiamo dato dei segnali invisibili, capisco il disagio dei cittadini, ma abbiamo ripristinato la legalità in Comune e rimesso i conti in ordine. Ora è il tempo di passare all’attenzione sulla qualità della vita, al decoro e ai trasporti“. E fa un esempio molto caro ai residenti: “Uso un termine che non mi è proprio e dico che la ferrovia Roma Lido così com’è fa schifo“; si addentra in tecnicismi: “Le ferrovie e il materiale rotabile sono della regione, la gestione è del comune tramite Atac; dovremo metterci seduti e capire come sbrogliare la matassa”.
La parola passa alla sua assistente personale, Silvia Decina, emersa anche nelle intercettazioni del secondo faldone di Mafia Capitale per essersi interfacciata con Salvatore Buzzi che aveva proposto al sindaco di riqualificare il campo nomadi della Barbuta cercando di “sveltire le procedure” senza passare per gli assessorati e che voleva sopratutto – Buzzi – tenere fuori dalla partita il consigliere radicale Riccardo Magi.
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— Tommaso Caldarelli (@TommasoC) 5 Luglio 2015
ALFONSO SABELLA: “FAREMO RISPETTARE LA LEGALITA’ AD OSTIA”
Intorno a Silvia Decina si è tessuto in queste settimane un cordone di sicurezza: “Nessuno lavora come lei“, dicono dal Pd Roma. Lei, visibilmente emozionata – “non sono una grande oratrice” – ringrazia tutto il pubblico, “cittadini, comitati di quartiere ed esponenti dei partiti del litorale” che stanno aiutando l’amministrazione a riprendere il controllo del difficile scenario del mare di Roma: “Penso di aver dato il mio telefonino a più persone in questi due mesi che ad aspiranti fidanzati. Chiamateci ad ogni ora del giorno e della notte”, ripete la Decina, che ripassa la parola ad Alfonso Sabella: “Inizieremo a far rispettare le sanzioni ad Ostia, perché in tutte le concessioni, tutte, c’è scritto chiaramente che non si devono alzare muri sul lungomare, e allora non capisco perché ci sono solo muri; passeremo tutto al setaccio, io ho già letto tutte le carte, e sapete quante concessioni sono in regola su quelle che ho visto? Nessuna, capito, nessuna”. Ignazio Marino rincara con la prima delle due stoccate della serata, quella ai giornali e ai “commentatori” che “hanno scoperto adesso i problemi di Roma. Io negli anni ’90 ero all’estero, loro hanno scoperto che a Roma le cose non vanno da due mesi: non è che negli ultimi 10 anni si sono girati dall’altra parte perché gli faceva più comodo?”.
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IGNAZIO MARINO: “IL COORDINATORE DELLA LISTA MARCHINI ARRESTATO PER MAFIA CAPITALE”
La seconda stoccata arriva alla fine del dibattito, con “l’ultima considerazione politica” della serata, in cui Marino fa nomi e cognomi: “Io vorrei ringraziare Matteo Orfini perché il Partito Democratico è l’unico partito che si sta facendo un vero e proprio esame, una verifica totale al suo interno. Gli altri, prima di parlare, dovrebbero guardarsi in casa: ognuno di voi ha a casa un computer o magari un’iPad, apra Google e cerchi “Francesco Ferrara coordinatore lista Marchini”. Il riferimento è appunto a Francesco Ferrara, coordinatore della lista Civica a sostegno del candidato sindaco Alfio Marchini, vicepresidente della cooperativa La Cascina, arrestato nella seconda ondata di Mafia Capitale, una bordata durissima con cui Ignazio Marino conclude il suo intervento, dirigendosi poi al ristorante del Partito Democratico dove cena insieme ad alcuni assessori. Fra i militanti, fra la contentezza per l’ultimo giorno di festa, spuntano dubbi e perplessità: pesa l’assenza, proprio in presenza del sindaco, dei due commissari del Partito Democratico, quello cittadino Matteo Orfini e quello municipale Stefano Esposito: “La loro assenza non ci sembra un buon segnale”.
Abbattere i muri, quelli di Ostia e quelli del silenzio #noicisiamo @PD_ROMA @pdostiaantica @GiovanniZannola pic.twitter.com/9OtxSVuVnE
— Marta Leonori (@MartaLeonori) 4 Luglio 2015
“IGNAZIO MARINO, LA SUA GIUNTA MANCA DI AUTOREVOLEZZA”
Ma è verso la fase due dell’amministrazione che si concentrano i pensieri più pesanti. “Parliamoci chiaro”, dice un dirigente del Pd Ostia, “con un passato da amministratore”: ci dice, “personalmente sono deluso dall’esponente che ho votato”, citando uno degli assessori più di “peso” del Partito Democratico, ma facendo i nomi anche di altri esponenti di giunta sempre del partito commissariato da Matteo Orfini: “Sono persone estremamente competenti, ma non hanno polso. Mettiamola così”, continua, “davanti ad un dirigente che fa come gli pare, tu devi essere più forte di lui, e vedrai che a quel punto il funzionario fa tre cose: o cerca un accordo, o china il capo e fa come dici tu, o se ne va. Invece qui abbiamo una politica che è ancora troppo debole rispetto all’amministrazione, succube direi. Bisogna davvero che arrivi un cambio di passo: Ignazio Marino deve chiamare i migliori della città e deve mettergli a disposizione gli strumenti per cambiare Roma. Sai come faceva Veltroni?”, chiude: “Alle sei si svegliava, alle sette era in Campidoglio e faceva l’appello degli assessori e dei dirigenti; la sera pretendeva il report delle cose fatte durante la giornata. Ignazio Marino è entrato in Campidoglio e ha detto a tutti ‘da adesso in poi si parla in inglese’. Capisci la differenza?”. Una militante si accoda: “Io sono preoccupata, a Ignazio Marino affiderei le chiavi di casa. Ma sento tanta disistima intorno a lui. Speriamo che la giunta non cada”.