Il Beppe Grillo padano che non t’aspetti
09/03/2014 di Dario Ferri
E’ un Beppe Grillo padano che non t’aspetti, quello che viene fuori dall’ultimo post pubblicato dal suo blog riguardo l’Italia da dividere. Sulla Stampa si mostra questa infografica che racconta l’Italia immaginata dal Semplice Portavoce mandando affanculo Cavour e Garibaldi:
Jacopo Jacoboni sulla Stampa prova a spiegare l’uscita con le categorie della campagna elettorale:
L’interesse di Grillo per l’elettorato settentrionale viene da lontano, non è una svolta e non deve stupire chi conosce un po’ la genesi delMovimento cinque stelle. Già nell’aprile 2012, alla fine di un comizio lombardo, Grillo si ferma a parlare con un gruppetto di elettori leghisti. Siamo nel pieno dello scandalo che travolge il Senatur. E lui, camicia rossa a scacchi da boscaiolo, in maniera apparentemente sorprendente dice, testuale (i giornalisti presenti erano pochissimi): «La Lega non è più sporca di un altro partito, è stata fatta fuori semplicemente perché era in opposizione. Noi nasciamo come voi nelle strade, ma abbiamo una marcia in più che è la rete». Poi, quasi con sorpresa del piccolo pubblico: «Sappiamo tutti che Bossi non ruba, nessuno ha mai pensato che Bossi rubasse dei soldi, si vede, no? È un uomo che piange, vedi mai Casini che piange? Poi certo, hanno fatto l’errore di mischiarsi, Credieuronord, le coop padane, se non si mischiavano Bossi era uno statista con due c… così, perché andava in mezzo come noi, nelle piazze con la canottiera ».
Beppe Grillo e la secessione dell’Italia: la fotogallery
BEPPE GRILLO LEGHISTA – Il post pubblicato sul sito di Beppe Grillo si conclude con la suggestione di dividere l’Italia sulle linee già indicate un paio di decenni fa dalla Lega Nord. Prima della secessione della Padania, regione nata da un’invenzione di Bossi e dei suoi accoliti a metà degli anni novanta, la Lega Nord propugnava la separazione del nostro paese in tre grandi macroregioni: la Padania appunto, l’Etruria, l’Italia centrale con un nome che ovviamente non richiamasse l’odiata Roma, e Mediterranea. Un’idea originariamente partorita da Gianfranco Miglio, il politologo che fu nei primi anni del Carroccio il cervello del movimento padano. La riflessione di Miglio nasceva dalla considerazione di un’ormai inevitabile separazione del nostro paese, lacerato da divisioni territoriali superali solo con una riorganizzazione statuale. Il modello vagheggiato da Miglio era una sorta di Confederazione Italica sulla scia della Svizzera, con tre macroregione unite alle cinque regioni a statuto speciale, e con la riduzione ai minimi termini del potere centrale.
BEPPE GRILLO E I DISSIDENTI – Il post di Beppe Grillo, che è stato anche elettorale della Lega Nord nei tempi passati, come ricordato da Andrea Scanzi nel suo libro dedicato al comico genovese trasformatosi in, allora, agitatore politico, appare però come un’arma di distrazione di massa. In questi giorni non si parla d’altro che dei dissidenti cacciati dal Movimento 5 Stelle, su ordine dello stesso Grillo. Una strategia di radicalizzazione del profilo del M5S per ottenere il maggior successo possibile al test decisivo per lo stesso Movimento. Alle Europee Grillo e Casaleggio dovranno raccogliere una significativa affermazione, per poter giustificare a lungo la loro opposizione totale al sistema. Il post leghista sulla secessione dell’Italia sembra voler togliere pressione su un tema che fa male, come mostrano i primi sondaggi, al M5S, e dall’altro raccogliere un po’ di voti dei tanti delusi leghisti che già hanno votato per Grillo alle politiche, e vanno rimobilitati in vista delle europee.