Il bimbo di cinque anni ucciso dai soldati in Afghanistan
10/01/2014 di Redazione
Un bambino di cinque anni ucciso per errore dai soldati, due uomini uccisi da un drone, una donna e un altro bambino feriti nello stesso attacco, una crisi alimentare come non se ne vedevano da prima dell’arrivo degli americani. L’Afghanistan è messo peggio di sempre
UN ALTRO BAMBINO UCCISO – Nuove accuse ai Marines in Afghanistan arrivano dalle autorità locali che denunciano l’uccisione di un bambino di cinque anni in un incidente nella provincia meridionale di Helmand. «I militari hanno scambiato il bambino per un ribelle del movimento dei Talebani anche a causa del maltempo nella zona di Shorbak’», ha detto il portavoce del governatorato di Helmand, Omar Zwak, citato dall’agenzia di stampa Dpa. «Il ragazzino è rimasto ferito nella sparatoria ed è morto in ospedale».
1.300 MORTI NEL 2013 – l portavoce delle forze internazionali dispiegate in Afghanistan ha spiegato che l’incidente sarà oggetto d’investigazione e che i militari operano con cautela per minimizzare il numero delle perdite tra i civili. Secondo dati di Unama, tra gennaio e giugno del 2013 più di 1.300 civili sono rimasti uccisi e oltre 2.500 feriti a causa del conflitto nel Paese, un ritmo decisamente sostenuto. Il portavoce del governo Karzai ha spiegato che proprio per evitare questi incidenti il governo aveva chiesto la fine dei raid nelle case e nei villaggi, ma gli americani han fatto finta di non sentire.
ESPLODE LA FAME – Nel frattempo si stanno anche riempiendo gli ospedali di bambini malnutriti, secondo quanto dichiarato al New York Times dal dottor Saifullah Abasin, a capo dell’unità per il soccorso ai malnutriti dell’ospedale pediatrico Indira Gandhi Children di Kabul, «Nel 2001 era anche peggio, ma questo è il peggio che ho visto da allora», i casi sono aumentati del 50 rispetto al 2012 e ormai il fenomeno è esploso in diverse province, da quella di Helmand a quelle di Kandahar, Farah, Kunar, Paktia e Paktika Provinces, province investite dalla guerra, ma anche province nelle quali 10 anni d’occupazione occidentale non hanno creato le condizioni perché la popolazione potesse sostenersi almeno dal punto di vista alimentare.