Il boom infinito delle bevande energetiche

QUANTO BEVONO GLI ADULTI? – Parlando di consumo, il 30 per cento degli adulti intervistati ha ammesso di aver bevuto almeno una bevanda energetica nell’ultimo anno. La percentuale minima è stata registrata a Cipro (14 per cento) mentre la più alta è austriaca (50 per cento). Il 53 per cento degli intervistati ad aver risposto affermativamente erano giovani dall’età compresa tra 18 e 29 anni, mentre il consumo medio registrato è di due litri al mese. Il 12 per cento degli adulti è stato definito consumatore cronico in quanto forte di un valore di energy drink bevuti di 4,5 litri al mese. L’11 per cento di questi è un consumatore incallito, in grado di bere un litro di bevanda alla volta.

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IL BOOM TRA BAMBINI E RAGAZZI – Per quanto riguarda gli adolescenti, l’incidenza nel consumo è del 68 per cento, e si va dal 48 per cento della Grecia all’82 per cento della Repubblica Ceca. I maggiori consumatori (73 per cento) sono riscontrabili nella fascia d’età compresa tra 15 e 18 anni, con un consumo medio complessivo di 2,1 litri al mese. Il 12 per cento degli adolescenti si è definito consumatore cronico con un consumo medio di 7 litri al mese mentre un altro 12 per cento di adolescenti è stato definito compulsivo vista la capacità di bere 1,065 litri alla volta. Per i bambini, invece, i consumatori sono risultati il 18 per cento. Di questi, il 19 per cento è compreso nella fascia 6-10 anni e la forbice va dal sei per cento dell’Ungheria al 40 della Repubblica Ceca, con un consumo medio di 0,49 litri a settimana. Il 16 per cento degli intervistati è stato definito cronico, con un volume di consumo di 0,95 litri a settimana.

L’ALLARME FRANCESE – I dati dimostrano come il consumo sia effettivamente molto elevato e che questa diffusione investe tutte le fasce d’età. Appare quindi importante l’allarme lanciato dall’agenzia alimentare francese e ripreso dal Fatto Alimentare, con l’autorità transalpina che ha chiesto limiti alla pubblicità di queste bevande segnalando 257 casi di «eventi indesiderati» legati all’abuso di tali bevande. Secondo l’Anses è opportuno che l’autorità prenda provvedimenti stringenti che regolino la vendita e l’assunzione di tali sostanze. Dei 257 eventi indesiderati registrati in Francia dal 2008 ad oggi, 25 sarebbero legati con certezza agli energy drink mentre sono 54 quelli la cui responsabilità delle bevande è molto probabile.

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UN’INFORMAZIONE SCORRETTA? – La maggior parte dei casi ha riguardato problemi al cuore ed al sistema cardiovascolare come tachicardie, ipertensione, fibrillazioni e squilibri del ritmo che hanno portato alla morte di un ragazzo di sedici anni mentre sono due i casi sospetti relativi al decesso di due giovani di 16 e 19 anni. Il report propone altri effetti indesiderati che coinvolgono l’apparato gastrointestinale ed il sistema nervoso. Secondo l’Anses le aziende sono responsabili di un’informazione scorretta in quanto non avvertono i giovani dei rischi che corrono. In Francia il 25 per cento dei bevitori abituali afferma di bere due lattine di energy drink assumendo la caffeina presente in due tazze d’espresso. Il 41 per cento di loro associa l’uso di queste bevande all’attività sportiva, rischiando di amplificare i rischi connessi al loro uso.

ANCHE IL CANADA DICE NO – Quotidiano Sanità propone poi l’allarme lanciato dall’associazione medici canadesi che ha definito gli energy drink delle «droghe somministrate attraverso un gustoso sciroppo. Gli energy drink sono spesso rivolti a bambini e ragazzi attraverso apposite campagne pubblicitarie e sponsorship di eventi a essi riservati. I giovani sono noti per fare scelte tutt’altro che salutari. Gli adolescenti e gli studenti del college spesso mixano gli energy drink all’alcool, una combinazione potenzialmente pericolosa dal momento che gli alti livelli di caffeina possono mascherare la percezione d’ebbrezza». I medici canadesi hanno chiesto al governo ad Ottawa di prendere provvedimenti anche attraverso un’etichettatura adeguata.

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IL MERCATO SEGUE LA SUA LOGICA – Un allarme che ha visto l’impegno del dipartimento italiano delle politiche antidroga che si è unito per chiedere una regolamentazione della commercializzazione di questi prodotti al fine di tutelare i giovani al fine di evitare loro gravi problemi di salute. E probabilmente è questo l’unico timore che devono covare le aziende del settore, ovvero l’ingerenza degli Stati sul tema della salute pubblica. Altrimenti il mercato, così come i gusti dei consumatori, potrebbe seguire la sua strada magari arrivando a quanto accaduto negli Usa. Come spiega Beverfood nel 2012 il mercato degli Energy Drink negli Stati Uniti ha superato quello dell’acqua in bottiglia, 8 miliardi di dollari contro 7,2. Segno che il mercato è delle bevande energetiche e che se non interverranno gli Stati, passata la crisi, il loro valore di mercato continuerà ad aumentare.

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