Il calo infinito dei consumi in Italia

PREZZI DELLE CASE IN CALO – E questo dato si accoda a quello registrato da Concommercio che ha rilevato un calo dei consumi anche nei trasporti, con un -23 per cento. Da notare poi come siano diminuiti anche gli acquisti di vestiti e capi d’abbigliamento (-17%) oltre che di mobili ed elettrodomestici (-14%). Ed il calo della domanda ha portato anche ad una diminuzione dei prezzi delle case, rilevato dall’Istat. Nel 2013 i prezzi delle abitazioni sono calati del 5,6 per cento, un dato ben più grave del calo segnato nel 2012. Secondo l’istituto nazionale di statistica la diminuzione è imputabile al calo dei prezzi delle nuove abitazioni del 2,4 per cento, seguito al 2,2 del 2012, e del 7,1 per cento di quelle esistenti, dopo il 4,9 per cento dell’anno precedente. Dal canto suo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha registrato nel 2013 una flessione del 9,2 per cento del numero delle compravendite, che si aggiunge al -25,8 per cento del 2012.

Il calo infinito dei consumi in Italia

UNA FLEBILE SPERANZA – Nel 2011 a Bruxelles un ex presidente del Consiglio definì la crisi una bugia perché in Italia, all’epoca, i ristoranti erano sempre pieni e si faceva fatica a prenotare un aereo. Questi dati smentiscono in pieno quella che fu un’affermazione che lasciò di sale in molti, nel nostro Paese ed in Europa. Secondo Confcommercio se andiamo avanti di questo passo il ritorno al periodo pre-crisi potrebbe arrivare addirittura nel 2046. Ovvero tra almeno due generazioni. Un dato addirittura drammatico. Ma c’è possibilità di sperare, almeno secondo il centro studi dell’associazione che, che attraverso il suo indicatore di consumi, l’Icc, ha confermato l’avvio della fase di stabilizzazione.

LA TIMIDA CRESCITA DELLE IMPRESE – Prosegue contestualmente anche il miglioramento della fiducia delle imprese. Secondo Confindustria nell’ultimo mese la produzione industriale ha segnato un aumento dello 0,5 per cento rispetto a febbraio. I dati sugli ordini, oltretutto, registrano un miglioramento dello stesso valore sempre rispetto al mese scorso. Inoltre è stato rilevato un recupero nel clima di fiducia da parte delle famiglie che se da un lato non percepiscono miglioramenti nella loro situazione personale, dall’altro sembrano nutrire speranze sul futuro, grazie alla contenuta evoluzione dei prezzi ed alle prospettive di riduzione del carico fiscale. E qui torniamo agli 80 euro al mese promessi dall’esecutivo Renzi ai dipendenti detentori di busta paga. Ed a proposito di prezzi, è importante rilevare come questi siano scesi grazie ad un calo dell’inflazione.

Il calo infinito dei consumi in Italia

INFLAZIONE GIÙ – Siamo arrivati allo 0,4 per cento. Parliamo di un dato importante che, ricorda il Codacons, dipende in larga parte dalla diminuzione dei consumi. Questo però ha portato ad un calo nei prezzi, come avvenuto per gli oggetti tecnologici e le sigarette. Diminuisce la domanda ed ecco che cala anche il prezzo. Una legge di mercato chiara ma che ha dei risvolti a dir poco interessanti, come nel caso delle sigarette il cui prezzo è calato per la prima volta dopo 12 anni. Ed a proposito di cali, è necessario ricordare anche il crollo del gas, sceso del 23,7 per cento. Ma in questo caso il valore va interpretato perché se è vero che da un lato questo dato dipende dalla crisi economica, dall’altro il peso delle energie rinnovabili ed un inverno più caldo della media hanno contribuito ad alleviare la bolletta. E quantomeno non si è assistito

SEMPRE MENO LAVORO – Quindi l’Italia è in crisi, i consumi diminuiscono, la gente mangia meno, spende meno soldi per vestirsi, lascia le auto parcheggiate in strada. Ma c’è un clima di fiducia latente che ha bisogno solo di una miccia per essere innescato. E questa miccia si chiama lavoro. E per questo forse si dovrà aspettare ancora. A causa della debolezza del settore produttivo e delle incertezze rilevate, nel febbraio 2014 si sono persi 39.000 posti di lavoro, con un calo di 365 mila unità rispetto ad un anno fa. Nello stesso mese i disoccupati sono aumentati di ottomila unità, con una crescita di 272.000 rispetto allo scorso anno. E dal febbraio 2007 ad oggi il rapporto tra disoccupati e forza lavoro è passato dal 5,9 per cento al 13, con un milione ed 850 mila disoccupati n più.

Il calo infinito dei consumi in Italia

SERVE UNA RIFORMA DI SISTEMA – Ciò significa che la mancanza di lavoro e di fiducia nel futuro porta gli italiani a consumare meno. Ma questo impoverisce il Paese perché con meno lavoro e meno beni venduti si perdono altri posti di lavoro. E si da vita ad un circolo vizioso che, nel nostro caso, si trascina ormai da 2007. La proposta di Matteo Renzi è sicuramente un primo passo ma non basta ancora. Secondo le stime riprese da Consumerismo servirebbero altri 100 euro per rilanciare davvero i consumi. E per arrivare a questo bisogna che ci sia la convinzione di praticare una seria riforma fiscale. O almeno ad un’inversione di tendenza nel mercato del lavoro. O più semplicemente che si possa nuovamente garantire l’accesso al credito per far ripartire il Paese nella sua interezza.

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