Il castello impossibile di Bologna

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NIENTE DA FARE – Nel 1511 i bolognesi distrussero il castello, la cittadella fortificata e anche la statua, il metallo della quale fu venduto al duca di Ferrara, Alfonso d’Este, che lo fuse per farne una colubrina alla quale diede il nome di “Giulia”. Non è stata l’unica opera d’arte eccezionale a restare vittima delle rivolte felsinee, il primo castello di Bertrando ad esempio era famoso per l’opulenza. Da allora l’area sarà destinata a discarica, poi convertita nel giardino della Montagnola e decorata dal lato che volge verso la stazione dalla scalinata del Pincio, ai piedi della quale resta conservato un piccolo rudere dell’ultimo castello di Bologna. La sua curiosa storia e quella dei quattro che l’hanno preceduto e sono stati costruiti e demoliti in meno di due secoli, è stata raccolta e  narrata in «Il Castello di Porta Galliera. Fonti sulla fortezza papale di Bologna (1330-1511)» di Giancarlo Benevolo

LA DISFIDA DI SAN PETRONIO – Non che gli attriti sulle questioni edilizie tra città e papato siano finite lì, nel 1514 fu presentato alla città il progetto per il completamento della basilica di San Petronio, che passava dalle dimensioni volute da Antonio di Vincenzo (183 metri di lunghezza e 137 metri di larghezza nel transetto) a circa 224 metri di lunghezza, con un braccio trasversale di 150. Probabilmente non un caso, visto che il progetto di ampliamento di quella che poi diventerà l’attuale San Pietro, approvato da Giulio II nel 1506, si fermava a 218 metri per 114. Per ostacolare il progetto Papa Pio IV decise allora di costruire tutto attorno alla Basilica, sponsorizzando in particolare l’edificio dell’Archiginnasio, destinato a sede della scuola universitaria. Finanziato interamente da risorse Pontificie e completato a tempo di record già nel 1562, l’Archiginnasio è stato edificato a soli 12 metri dalla basilica, parallelo alla navata principale, in modo da sovrapporsi interamente al luogo dove avrebbe dovuto essere edificato l’imponente transetto sinistro e rendendo pertanto impossibile la realizzazione del progetto. San Petronio alla fine sarà decisamente più piccola di quanto ipotizzato, lunga 132 metri e larga 60, finendo per essere poco più della metà di quella pensata in origine, ma ancora decisamente più grande e lunga della cattedrale cittadina che si ferma a una settantina di metri, tanto che nel 1530 sarà scelta come sede per la storica incoronazione di Carlo V a imperatore del Sacro romano impero da parte di Clemente VII in luogo della cattedrale.

 

 

 

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