Il condannato a morte che ha fatto da cavia ed è morto male. Malissimo
17/01/2014 di Redazione
Lo stato americano dell’Ohio ora si deve difendere da chi lo accusa di aver usato il condannato a morte Dennis McGuire per un esperimento riuscito male.
È MORTO MALE – Quella che hanno osservato parenti della sua vittima e i testimoni nella camera della morte del Southern Ohio Correctional Facility, un penitenziario nei pressi della città di Lucasville, è stata decisamente una brutta scena. Il condannato ha impiegato alcuni minuti a morire, tra spasmi e tremori, e prima che i veleni che gli avevano iniettato facessero effetto ha rischiato di morire soffocato dalla sua stessa saliva.
L’AVVOCATO FURIOSO – Non si può quindi dar torto al suo avvocato quando denuncia che il suo assistito sia stato torturato, prima che ucciso e si possono ben comprendere quelli della Ohioans to Stop Executions che hanno chiesto un’immediata moratoria delle sentenze. Preoccupazioni che non hanno però scosso i parenti della vittima, allora ventiduenne e incinta di otto mesi, brutalmente stuprata, accoltellata e infine strangolata.
UN PROBLEMA PER LO STATO – Preoccupazioni che ora appartengono anche al governo dell’Ohio, che da tempo era stato chiamato a riformare le sue procedure in materia e che non ha trovato di meglio che sperimentare un cocktail di farmaci che si è rivelato fallimentare. Il 19 marzo è attesa l’esecuzione di Gregory Lott e per allora qualcosa dovrà succedere perché la morte di McGuire dimostra come non si possano usare le stesse sostanze impiegate questa volta, un sedativo, il midazolam, e un derivato della morfina.
SI PROCEDE PER TENTATIVI – La scelta era stata fatta dopo che i produttori di pentobarbital, la sostanza usata in precedenza, non era più disponibile dopo che il produttore ne aveva proibita la vendita per quell’impiego. La nuova procedura, con due sostanze e ben 4 aghi piantati contemporaneamente nel corpo del condannato, oltre ad avere fallito nell’offrire al condannato una morte dignitosa, sarà ora oggetto di un’indagine locale e probabilmente in un secondo tempo finirà anche all’attenzione della Corte Suprema.