Il film su Gigione “pellicola d’interesse culturale” per il Mibact
29/12/2015 di Maghdi Abo Abia
La storia di Luigi Ciaravola, in arte Gigione, diventerà un documentario d’interesse culturale. Lo ha annunciato su Facebook il regista del progetto, Valerio Vestoso, quasi incredulo per la decisione del Ministero guidato da Dario Franceschini: «È un passo irrilevante per l’umanità, ma una conquista significativa per chi ha deciso di supportarmi in questa folle avventura.
Grazie».
GIGIONE, LA STORIA DI LUIGI CIARAVOLA
Gigione, al secolo Luigi Ciaravola, è un artista sconosciuto al nord e nelle regioni più settentrionali del centro. A sud di Roma, invece, è tutta un’altra storia. Definito l’alfiere della “Rural Dance”, Gigione da Boscoreale intrattiene le piazze del meridione da oltre trent’anni facendo il pienone ovunque si trovi. E poco importa se le sue hit come “Grazie Padre Pio”, “alla Grandissima”, “Papa Francesco”, “Mi voglio maritare” o “Cicirinella teneva teneva” agli occhi di qualcuno possono apparire l’essenza stessa dell’intrattenimento da paese. Gigione con queste canzoni riempie piazze, fa ballare, registra numeri da rockstar. Accompagnato dai figli Donatello e Menyat (al secolo Filomena), il 68enne anima delle feste diventato famoso grazie al Maurizio Costanzo Show è una stella. E come tale va trattato.
ESSERE GIGIONE, IL TEASER
Essere Gigione – Teaser from Capetown srl on Vimeo.
Il documentario “Essere Gigione” ha ottenuto l’Interesse Culturale da parte del MiBACT. È un passo irrilevante per l’…
Posted by Valerio Vestoso on Lunedì 28 dicembre 2015
GIGIONE, LA DESCRIZIONE DEL REGISTA VALERIO VESTOSO
Valerio Vestoso, di Benevento, regista del documentario su Gigione, ha raccontato al Mattino chi è davvero Luigi Ciaravola:
«Avevo da tempo il pallino di seguire Gigione, mi affascinava il fatto di utilizzarlo come pretesto per raccontare la provincia. Dopo un po’ di corteggiamenti, lui ha accettato il mio invito. E ha deciso di farsi seguire. Lo sto seguendo da qualche mese e continuerò a farlo per altri sei o sette. Mi incuriosiva capire come si fa a radunare così tanta gente in piazza da trent’anni a questa parte e soprattutto come si fa a suonare live per 170 serate all’anno in un Italia in cui la musica dal vivo latita sempre di più. Lui è consapevole di essere un ottimo imprenditore. Fa esattamente quello che vuole la gente. È un grande ascoltatore di musica leggera italiana, ma sa che non è quella che piace al suo pubblico, che vuole esattamente quello che lui dà: giri di basso semplici e testi chiaramente molto poco articolati»
Dal canto nostro vorremmo celebrare Gigione con quattro pezzi destinati a vario titolo a rimanere nell’immaginario collettivo a conferma delle qualità artistiche di Luigi Ciaravola, da oggi a suo modo diventato oggetto d’interesse culturale in Italia.