Il furto della reliquia di Giovanni Paolo II e la pista satanica
27/01/2014 di Redazione
Il furto di una croce e della reliquia del sangue di Giovanni Paolo II, avvenuto nell’omonimo santuario alle falde del Gran Sasso, vicino a L’Aquila, anche se eseguito su commissione – come ha affermato il presidente dell’associazio
LA PISTA SATANICA – Secondo gli adoratori del diavolo – spiega il coordinatore nazionale dell’osservatorio Antiplagio, Giovanni Panunzio, insegnate di religione – tale data rappresenta la nascita, le origini: quindi in questa fase dell’anno il sangue e la croce sono oggetti emblematici da profanare, sia per la religione cattolica che per quella ebraica. Il mercato dei simulacri religiosi nelle sette sataniche è particolarmente fiorente e i simboli sacri senza un particolare valore artistico, ma unici, come quelli trafugati a L’Aquila, vengono pagati decine di migliaia di euro. Anche il ricatto e l’eventuale richiesta di un riscatto possono rientrare in quest’ottica criminale. Il furto e’ stato scoperto da Franca Corrieri, figlia di Pasquale, fondazione dell’associazio
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LA RICERCA – Oltre cinquanta carabinieri del Comando provinciale dell’Aquila dotati di cani cerca persone stanno battendo tutte le piste. In particolare i militari, coordinati dal comandante provinciale, il colonnello Savino Guarino, stanno perlustrando palmo a palmo la zona del Gran Sasso aquilano. Non si esclude, infatti, che i profanatori possano aver abbandonato la reliquia. Gli investigatori non tralasciano l’ipotesi del furto su commissione. La reliquia (un pezzettino di stoffa intrisa di sangue, dopo il famoso attentato in piazza San Pietro nel 1980 cui il Santo Padre era miracolosamente scampato) fu donata circa tre anni fa dall’ex segretario particolare di Giovanni Paolo II, il cardinale Stanislaw Dzuwisz, per testimoniare la presenza spirituale di Wojtyla in uno dei suoi luoghi prediletti, dove si era fermato speso a meditare, riposare e ammirare lo spettacolare paesaggio del Gran Sasso che tanto gli ricordava quello delle sue montagne.
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(Fonte: AGI, Ansa)