Il manifesto omofobo dei super-cattolici
28/02/2014 di Mazzetta
Il manifesto per le prossime elezioni europee, che ha come primi firmatari Luigi Amicone, Pupi Avati, Giuliano Ferrara, Lodovico Festa, Giorgio Israel e Costanza Miriano è quasi puerile nel suo scimmiottare i pilastri del bigottismo cattolico e riproporre la teoria secondo la quale tutto andrà bene se faremo più figli.
IL MANIFESTO – La rivista d’osservanza formigoniana Tempi ha presentato un manifesto chiamando i timorati di Dio a riunirsi sotto le bandiere della natalità,contro l’Europa non sufficientemente prona al Vaticano, anche se poi il tutto si risolve al solito nella solita chiamata alla mobilitazione antiabortista e omofoba. Perché la nascita è un miracolo, la nascita rinnova, e allora:
Solo la piena esperienza di questa facoltà può conferire alle cose umane fede e speranza, le due essenziali caratteristiche dell’esperienza umana che l’antichità greca ignorò completamente. È questa fede e speranza nel mondo che trova forse la sua più gloriosa e stringata espressione nelle poche parole con cui il vangelo annunciò la “lieta novella” dell’avvento: “Un bambino è nato per noi”».
ANDATE E MOLTIPLICATEVI – Purtroppo però il mondo è pieno di persone che hanno smarrito la retta via e che vorrebbero traviare anche i poveri colonizzati, tanto ben educati dai missionari di nostro Signore:
E invece, significa qualcosa che oggi l’Europa non ha quasi altra fede e speranza se non nei cosiddetti “nuovi diritti”? Non c’è caso di relazioni con altri popoli – ad esempio con paesi dell’Est che chiedono di associarsi all’Unione Europea o paesi del terzo mondo che bussano all’Europa per gli aiuti umanitari – in cui diplomazie e Ong europee non si presentino al tavolo negoziale con la premessa che partnership e aiuti sono “condizionati” all’adozione, da parte degli interlocutori, di questa agenda di “nuovi diritti”. Quali? A quale “fede” e quale “speranza” alludono questi “diritti”?
LE SOLITE OSSESSIONI – Alla fine s’arriva al punto, con cosa ce l’hanno gli estensori del manifesto? Ce l’hanno con l’aborto e i preservativi, con quelli che vorrebbero veder riconosciuti i diritti degli omosessuali e anche con i sostenitori dell’eutanasia, che loro chiamano eugenetica anche se il termine non c’entra niente, perché in genere chi ricorre all’eutanasia non ha volontà e possibilità di procreare. Ma a questo genere di bigotti non interessa, loro difendono la vita, dicono:
La fede e la speranza nella diffusione a livello di massa dell’aborto e dei preservativi come “diritti riproduttivi”. Fede e speranza nel matrimonio e nelle adozioni gay come “diritti umani”. Fede e speranza nella “buona morte” e nell’eugenetica come “diritti individuali”. Fede e speranza nel muto avanzare di generati da A e B, madri e padri surrogati, i cui nomi non si dovranno mai pronunciare, figli di “donatori biologici”
L’APOCALISSE – I soliti toni apocalittici, per i quali si arriverebbe alla «negazione della differenza sessuale, degli ascendenti e dei discendenti, del maschio e della femmina, della madre e del padre.» Un delirio senza senso, se non quello di fare gruppo attorno a un nocciolo duro di bigotti estremisti e attention whore che campa eccitando il relativo target riferimento con show del genere. Vedette spettacolari che non hanno alcuna difficoltà o ritegno a ribaltare e piegare la realtà ai propri scopi e a scrivere spropositi come quello secondo il quale «i cosiddetti “nuovi diritti” sono in realtà “nuove schiavitù” per le genti europee (persone omosessuali comprese).» Davvero uno spettacolo, potrebbe migliorare solo se arrivassero anche Magdi Allam e Giovanardi, ma non tutte le speranze sono perdute.