Il matematico che ha hackerato l’algoritmo di OkCupid per trovare la donna della sua vita

24/01/2014 di Redazione

Chris McKinlay ha 35 anni ed è un dottorando alla UCLA di Los Angeles. È un matematico, e sta ultimando la sua tesi sull’elaborazione dei dati su larga scala e sui metodi numerici di calcolo parallelo. Ma Chris, che ha rotto con la sua compagna nove mesi fa, è anche uno dei quaranta milioni di americani iscritti a uno dei tanti siti di online dating come OkCupid, Match.com, J-Date, ed e-Harmony, che permettono di entrare in contatto con donne e uomini della propria città, selezionati dal sistema in base agli interessi, all’età e alla compatibilità tra i profili. Purtroppo, nonostante tutto il suo impegno, Chris è stato quasi sempre ignorato e soltanto in sei occasioni un primo contatto virtuale si è trasformato in un appuntamento. Fino a quando non ha capito cosa non stava funzionando a dovere, ostacolandolo nella sua ricerca dell’anima gemella.

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Chris McKinlay (Foto: Emily Shur/Wired.com)

UN FANTASMA PER 80MILA DONNE? – OkCupid, fondato nel 2004 da alcuni laureandi in matematica dell’università di Harvard, funziona sulla base di un algoritmo che confronta le preferenze degli utenti espresse nelle risposte a numerose domande cui ogni nuovo affiliato è invitato a rispondere: più risposte si forniscono al sistema, più i risultati (ovvero i profili proposti) saranno accurati e vicini alla nostra anima gemella. Ma McKinlay ha scoperto che tra lui e le sue potenziali candidate c’era un vero e proprio abisso matematico: scorrendo la lista dei profili di ragazze compatibili con il suo scopre infatti che ci sono meno di un centinaio di nomi. A Los Angeles ci sono due milioni di donne – ottantamila delle quali sarebbero iscritte a OkCupid. Nel sistema della piattaforma, tuttavia, la compatibilità è sinonimo di visibilità: e, da questo punto di vista, McKinlay eta praticamente un fantasma.

 

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UN PIANO «DIABOLICO» – Così, racconta Wired, McKinlay ha deciso di passare all’azione, cercando un modo per aumentare la propria visibilità e alzare il numero dei profili presentatigli dal sistema. Per prima cosa ha creato 12 nuovi finti profili, utilizzando uno script per poterli gestire tutti quanti in funzione della ricerca dei profili compatibili con lui (donne eterosessuali e bisessuali, tra i 25 e i 45 anni). Con l’aiuto di un amico, McKinlay ha fatto rispondere i suoi finti profili a oltre 6 milioni di domande nel giro di una settimana, in modo da ottenere una lista di ventimila donne con un profilo compatibile con il suo. A quel punto ha cominciato a «scremare» i profili, continuando a rispondere alle domande che gli venivano poste in modo da stringere sempre di più il cerchio.

 

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L’APPUNTAMENTO NUMERO 88 – Il piano è poi passato alla «fase B»: iniziare a uscire con le ragazze. Ottantotto appuntamenti in poche settimane, fino a quando una sera non è uscito con Christine Tien Wang, un’artista di ventotto anni che su OkCupid era in cerca di «un ragazzo alto e con gli occhi chiari nei pressi della UCLA», visto che anche lei stava concludendo un master nella stessa università. I loro profili erano compatibili al 91%. Chris e Christine sono incontrati nel giardino dell’università e poi sono andati a mangiare sushi. Hanno parlato di libri, arte e musica fino a quando lui non le ha confessato di aver praticamente braccato il sistema di OkCupid per arrivare al suo profilo. «Avevo pensato che si trattasse di una cosa cinica – ha confessato poi la ragazza – Ma mi è piaciuta».

IL LIETO FINE – A quel primo appuntamento ne è seguito un secondo. E poi un terzo. Dopo due settimane, entrambi hanno sospeso il proprio account su OkCupid, visto che ormai non erano più in cerca di potenziali «pretendenti» con cui avviare una relazione. «Si è trattato solo di un modo per metterci entrambi al posto giusto al momento giusto – confessa oggi il matematico, finalmente felice – Sono semplicemente stato capace di usare OkCupid per trovare qualcuno».

 

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