Il paese dove la benzina non costa niente
19/12/2011 di Andrea Mollica
In Svizzera gli italiani risparmiano venti euro a pieno
La Svizzera è diventata nelle ultime settimane sempre più cara a chi spesso si è spacciato come l’unico rappresentante dell’Italia settentrionale, la Lega Nord. Ma da quando Monti ha aumentato le accise sui carburanti, la vicina Confederazione Elvetica è diventata un grosso aiuto per il portafoglio degli abitanti delle province di confine. Superando la dogana la benzina costa molto meno che in Italia, tanto che su un pieno da 50 litri si possono risparmiare 20 euro.
SVIZZERA, MON AMOUR – I rapporti tra Italia e Svizzera sono stati caratterizzati da forti tensioni negli ultimi anni. La crisi fiscale permanente subita dal nostro Paese aveva spinto l’allora ministro Tremonti verso il conflitto contro la Confederazione, colpevole di ricevere i molti fondi che le persone più ricche tolgono dalle mani rapaci del fisco italiano. L’ascesa della Lega dei Ticinesi nella politica della Svizzera italiana ha inoltre inasprito i toni, viste le numerose offese ricevute dai nostri connazionali da parte del movimento parzialmente legato al Carroccio di Bossi. Al di là delle schermaglie dei livelli istituzionali, gli italiani che vivono al confine con la Confederazione Elvetica hanno al contrario un rapporto molto più amichevole. Lavorare in Svizzera significa, per i circa cinquantamila frontalieri del nostro Paese, ricevere uno stipendio in media doppio rispetto a quello ottenibile all’interno dei nostri confini. Ma anche chi non lavora al di là della frontiera ha un evidente vantaggio: il pieno di benzina. Il turismo del carburante ha da sempre caratterizzato le frontiere di Como, Varese, Sondrio e del Verbano-Cusio-Ossola, ma da quando diesel e benzina sono schizzati a quota 1,70, il traffico nelle stazioni di servizio elvetiche è aumentato in modo vertiginoso, così come è capitato al confine con la Slovenia. “ Con l’aumento stabilito dal governo Monti la clientela è cresciuta in modo considerevole. Durante la settimana è aumentata di circa il doppio, mentre nei fine settimana chi si rifornisce da noi è triplicato”, ci confessa una dipendente di una stazione di servizio, tra l’altro italiana. “Lavoro qui da qualche mese, e sinceramente non pensavo di dover servire così tanti clienti ogni giorno. Tra i frontalieri che passano qui ogni mattina e sera e le persone che vengono per fare il pieno non c’è mai pausa. “ La ragazza che lavora all’Agip di Stabio preferisce rimanere anonima, mentre la maggior parte delle persone che lavorano nelle stazioni di servizio non rispondono alle nostre domande. I clienti italiani, invece, non si fanno alcun problema a spiegare perché vengono in Svizzera a fare il pieno.
OLTREFRONTIERA=RISPARMIO – Il territorio lombardo che confina con la Confederazione Elvetica è molto ampio, anche se relativamente poco urbanizzato. Con la Svizzera però confinano i due capoluoghi di provincia, Varese e Como, noti a livello nazionale per essere stati la culla del movimento leghista. Non è però certo un atto politico recarsi a fare il pieno oltreconfine, ma una semplice scelta di buonsenso. In media, come dimostrano le foto che trovate all’interno dell’articolo, il risparmio a pieno supera ampiamente i 10 euro, e può andare oltre i 20 se il serbatoio della vostra macchina contiene più di 50 litri di benzina. Per quanto riguarda il diesel invece il vantaggio è più contenuto, però qualche euro si risparmia lo stesso. In Svizzera il gasolio è sempre stato tassato più della benzina, e anche per questo le macchine a diesel sono meno numerose nelle zone che confinano con la Confederazione. Le automobili targate Italia sono sempre presenti nelle tantissime stazioni di servizio che si trovano nei comuni ticinesi che si trovano nei pressi del confine. Superando le dogane più trafficate della Lombardia, Lavena Ponte Tresa, Gaggiolo e Chiasso Brogeda, le attività commerciali più presenti sono proprio le stazioni di servizio, che espongono i loro prezzi tanto negli autoctoni franchi quanto nei più internazionali euro.
LA CARTA DEL NON SCONTO – Il turismo della benzina ha da sempre caratterizzato i territori lombardi, tanto che negli anni ’70 anche dall’area metropolitana di Milano si partiva per fare il pieno, e comprare sigarette e cioccolato. Il toblerone piace ancora molto, ma per contrastare questo fenomeno la Regione Lombardia istituì a inizio 2000 una carta sconto che permetteva ai cittadini lombardi di pagare meno il pieno di benzina (il diesel non era previsto, all’epoca non conveniva). La Carta Sconto è stata istituita quando un litro di benzina costava circa 1900 lire, e da allora la riduzione del prezzo italiano non è mai stata cambiata, a parte l’ovvio adattamento all’euro. Da inizio 2011 il servizio di sconto è stato inserito nella nuova Carta Regionale dei Servizi, ma né gli effetti dell’apprezzamento del franco, né soprattutto l’aumento delle accise ha scoraggiato gli automobilisti a recarsi in Svizzera. “La Carta Sconto? E’ inutile, perché in realtà lo sconto è sempre stato basso per essere conveniente. In teoria io dovrei pagare dieci centesimi in meno a litro, ma in realtà la riduzione è sempre stata minore perché poi il benzinaio alzava il prezzo per guadagnarci. Ora poi non conviene proprio più”, rimarca un po’ sconsolato Maurizio di Cermenate. Il suo comune è nella cosiddetta fascia B, ovvero distanti tra i dieci e i venti chilometri dal confine con la Svizzera. In fascia B lo sconto è appunto di dieci centisimi a litro, mentre in fascia A, i comuni che distano meno di dieci chilometri dalla frontiera, il risparmio è di diciotto centesimi sul prezzo italiano. Ma visto che la matematica non è un’opinione, se in Italia la benzina costa circa 1,70 euro a litro, farla in Svizzera conviene assai, visto che difficilmente al confine si paga più di un euro e quaranta.
IL PARADISO DEL PIENO– L’opinione di Maurizio non è isolata tra chi si reca a fare il pieno oltrefrontiera. Alla Shell di via Brogeda, luogo noto anche per la presenza di un noto postribolo ticinese, Tommaso dice che “il guadagno per l’Italia non deve essere una perdita per il cittadino”.
Tommaso fa il pieno da più di trent’anni, e non ha praticamente mai utilizzato la carta sconto. Spostandosi di qualche metro, più vicino alla dogana turistica di Chiasso Brogeda, la coda delle macchine italiane è sempre costante. La carta sconto non viene più utilizzata, e tutti citano l’evidente risparmio come giustificazione per lo spostamento di oltre confine. L’abitudine di andare in Svizzera a fare il pieno è diffusa: Joan dall’Angola non ha la carta sconto, e da quando vive a Como si è sempre recato a Chiasso per rifornirsi di carburante. Dogana che vai, italiano che trovi.
A Ponte Tresa e Caslano, luoghi che confinano con la frontiera di Lavena Ponte Tresa, la fila degli italiani è meno numerosa che a Chiasso, ma sempre presente. “Si risparmia”, ci dice Christian, che ogni tanto viene a fare il pieno in Svizzera pur abitando nella relativamente lontana Milano. “Ci guadagno tanto, la mia fidanzata ogni tanto torna a casa sua, che si trova sul confine, e così sfrutto l’occasione per pagarmi il viaggio facendo il pieno oltreconfine. Certo, Milano è troppo lontana, ma se continua così quasi quasi le dico di tornare più spesso dai suoi genitori…”Un’opinione piuttosto condiva anche nell’altro punto di grande traffico sulla frontiera italo-svizzera, il Gaggiolo. Lungo la strada che dall’abitato di Stabio porta alla dogana italiana, la fila delle stazioni di servizio è interminabile. Esercizi con più di dieci pompe, oppure piccole stazioni, il cliente tipo non cambia: l’italiano che vive nella vicina Varese, o comuni limitrofi. Ogni distributore ha un cartello che indica i prezzi in euro, la fonte di reddito principale dei benzinai elvetici, e il sollievo per i tanti automobilisti che riescono a non dissanguarsi ogni volta che prendono una pompa in mano.