Il paese dove trollare è illegale
03/04/2012 di Gabriele Orsini
Sul tavolo del governatore dell’Arizona c’è un provvedimento in attesa di essere firmato che potrebbe portare lo Stato nordamericano sulla via intrapresa da paesi come la Cina e la Siria. Secondo i parlamentari che l’hanno proposto servirà a frenare il bullismo elettronico, ma per i detrattori si tratta di una limitazione del diritto di parola.
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LA PROPOSTA – Il Parlamento dell’Arizona ha approvato una legge che proibisce l’utilizzo di “strumenti elettronici e digitali” con l’utilizzo di un linguaggio “osceno, libidinoso o profano” o con lo scopo “di suggerire atti libidinosi o osceni”, e comunque con l’intento di “terrorizzare, intimidire, minacciare, molestare, infastidire o offendere”. L’House Bill 2549, che adesso è ferma sul tavolo del Governatore dell’Arizona Jan Brewer in attesa di essere approvata, è stata proposta da due deputati Repubblicani – Ted Vogt e Vic Williams – ma ha trovato presto appoggio anche dalla sponda Democratica. L’idea è quella che la legge sia necessaria per prevenire il bullismo online ed i casi di stalking.
RISCHIO CENSURA – Secondo qualcuno però la misura rischia di andare contro il principio di libertà di parola, e le voci critiche nei confronti dell’House Bill 2549 non mancano. In prima linea su questo fronte c’è Media Coalition, l’organizzazione per la difesa del Primo Emendamento – l’articolo della Costituzione Usa che protegge fra le altre cose la libertà di parola e di stampa. Secondo Media Coalition, che ha scritto una lettera al Governatore per chiederle di non firmare la legge, i contorni disegnati dal provvedimento per decidere cosa è legale e cosa invece sarebbe fuorilegge sono troppo vaghi. “L’House Bill 2549 non è limitato alle conversazioni tra due persone – si legge nella missiva – la comunicazione non deve essere necessariamente reiterarata o comunque indesiderata (per essere considerata illegale n.d.r). Non c’è riferimento al fatto che il destinatario o comunque il soggetto della comunicazione si senta offeso, impaurito o infastidito”. Nessun riferimento nemmeno al fatto che la comunicazione “sia espressamente intesa ad offendere o disturbare il lettore, il soggetto o una specifica persona”. Insomma, il rischio censura è alto secondo Media Coalition, che sottolinea come la legge, così come è scritta, “sarebbe applicata alla rete nel suo complesso, criminalizzando qualsiasi cosa lo Stato possa considerare offensivo o capace di disturbare”.
DESTINATO A ESSERE CESTINATO? – Secondo Gizmodo comunque l’House Bill 2549 avrà vita breve. Anche se al di là dell’indignazione pubblica risvegliata dalle dichiarazioni di Media Coalition sono pochi i politici statunitensi che si sono espressi contro la legge in questione, diverse misure di stampo draconiano proposte dal Parlamento dell’Arizona sono finite nel cestino. E pure se il Governatore Jan Brewer dovesse mettere la sua firma sul provvedimento, questo potrebbe fare la fine della legge sullo stop all’assistenza sanitaria per i partner degli impiegati statali (se omosessuali) e della contestatissima legge anti-immigrazione approvata nel 2010, entrambe giudicate anti-costituzionali.