Il Papa ribadisce il no della chiesa alla legalizzazione della cannabis
20/06/2014 di Redazione
Ricevendo i partecipanti alla International Drug Enforcement Conference Papa Francesco ha ribadito la posizione della Chiesa sulle droghe, che resta quella di Giovanardi.
LE PREMESSE SBAGLIATE – – Il leader della chiesa di Roma continua sulla falsariga tracciata dai suoi predecessori, e continua a sostenerla esibendo premesse fattuali false, come ad esempio quella per cui: «Le legalizzazioni, anche parziali, delle cosiddette droghe leggere, oltre a essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti prefissi». Il Papa ha spiegato di seguito che «Le droghe sostitutive non sono una terapia sufficiente, ma un modo velato di arrendersi al fenomeno». Resta il problema per il quale non è vero che la legalizzazione della cannabis non abbia prodotto gli effetti previsti, sia perché si tratta di un fenomeno ancora agli albori, sia perché tra questi non ce ne sono altri che quello di evitare di spedire in galera persone che non commettono alcun reato, la colpa dei quali è quella di consumare una sostanza che la morale di molti, su tutti quella della chiesa di Roma, ha deciso di mettere all’indice.
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SCEGLIETE LA VITA – Per questo motivo, Francesco ribadisce il suo «no ad ogni tipo di droga. Semplicemente, no ad ogni tipo di droga» e si avventura a proporre un’alternativa compatibile con i valori cristiani: «Ma per dire questo no bisogna dire sì alla vita, sì all’amore, sì agli altri, sì all’educazione, sì al lavoro, sì a più fonti di lavoro. Se si realizzano questi, non c’è posto per la droga, per l’abuso di alcol, per le altre dipendenze.Lo voglio dire con molta chiarezza: la droga non si vince con la droga! La droga è un male e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi. Pensare di poter ridurre il danno, consentendo l’uso di psicofarmaci a quelle persone che continuano a usare droga, non risolve affatto il problema».
LE SOLITE POLITICHE FALLIMENTARI – Il Papa manifesta dolore e preoccupazione di fronte a «un fenomeno per il quale continua a crescere il pericolo per i giovani e gli adolescenti», definendo la droga «un problema tanto grave e complesso del nostro tempo». Francesco auspica così che la Conferenza internazionale sulla lotta alla droga possa raggiungere i suoi obiettivi: «Coordinare le politiche antidroga, condividere le relative informazioni, sviluppare una strategia operativa tesa al contrasto del narcotraffico», ma lamenta che «il flagello della droga continua a imperversare in forme e dimensioni impressionanti, alimentato da un mercato turpe che scavalca confini nazionali e continentali». Che questo dipenda dall’insistere nelle politiche che auspica e che sono già state bollate come fallimentari dagli esperti e dalla realtà non sembra quindi preoccuparlo.
LA DROGA È IL MALE – Alle vittime del flagello Papa Francesco ricorda che «la Chiesa non ha abbandonato quanti sono caduti nella spirale della droga, ma è andata loro incontro, li ha presi per mano attraverso l’opera di tanti operatori e volontari perché potessero riscoprire la propria dignità, aiutandoli a far resuscitare quelle risorse e quei talenti personali che la droga aveva sepolto ma che non poteva cancellare», attività e attenzioni che però non hanno impedito e che ancora non impediscono però al Papa di chiedere la galera anche per loro.