Il piano B di Stefano Fassina per l’euro
03/01/2014 di Alessandro D'Amato
In replica a una serie di critiche da parte di Michele Salvati, Stefano Fassina parla del suo “Piano B” per l’euro che aveva accennato durante un’intervista al Messaggero di cui abbiamo discusso qualche giorno fa:
Il 2014 può essere, deve essere, come invocato dall’appassionato messaggio del Presidente Napolitano, l’anno della svolta. Per riannodare il filo della fiducia con i più giovani, i quarantenni o quasi alla guida del Paese devono avere il coraggio di sfide storiche, pari a quelle vinte dai padri europeisti dopo la seconda guerra mondiale. Lo shock per la ripresa e il lavoro, richiesto al Governo Letta, è impossibile nel recinto nazionale. Va dato all’agenda dell’eurozona: efficace unione bancaria, politica monetaria aggressiva, investimenti produttivi finanziati con euro-project bonds e golden rule nei bilanci nazionali, aumento della domanda interna nei Paesi a elevato surplus commerciale, standard sociali e ambientali per gli scambi commerciali e controlli ai movimenti di capitali lungo i confini dell’Unione, profonda revisione delle autolesionistiche politiche anti-trust della Commissione.
Fassina parla di una ridefinizione degli impegni sottoscritti, pur non dichiarando esplicitamente quali (e quindi aprendo anche alle tematiche sottolineate ieri da Renzi nell’intervista rilasciata al Fatto):
I tempi per una radicale correzione di rotta del Titanic Europa sono strettissimi. La presidenza italiana dell’Ue, dopo l’ondata antieuropea in arrivo su Strasburgo, è decisiva, nonostante gli ostacoli ricordati da Ricardo Franco Levi (Corriere del 30 dicembre). L’alternativa alla svolta nell’eurozona è, per noi, un Piano B per ridefinire gli impegni sottoscritti. Non possiamo rimanere prigionieri della retorica europeista e lasciare l’Italia alla regressione caotica cavalcata dai populismi di Berlusconi e Grillo.
Il problema, qui come altrove, è che non Fassina non dice (ancora) a cosa si riferisce di preciso e come intende attuare il suo “vaste programme”.
(Photocredits ANSA/ANGELO CARCONI)