Il regime egiziano accusa Vodafone di terrorismo

Ahmed Zebidar è un personaggio abbastanza noto in Egitto, dove ha conquistato un posto in televisione prima esibendosi come cantante e poi diventando l’ospite complottista utile ad animare le discussioni nei talk show.

 

UNA BUFFONATA – L’ultima sua esibizione lo ha visto incrociarsi con Abla Fahita, il pupazzo che Vodafone usa per farsi pubblicità nel paese e che secondo Zebidar sarebbe da incarcerare, tanto che lo stesso Zebidar ha detto di aver presentato una denuncia nella quale rivela come una pubblicità dell’azienda sia stata usata come parte di un attentato. Non è la prima volta che succede, già un altro cantante aveva accusato l’azienda per lo slogan “Il potere è nelle tue mani”, la diffusione del quale sarebbe stato il segnale per scatenare l’insurrezione contro Mubarak, ma i giudici non avevano mai preso sul serio denunce del genere.

CAMBIATA L’ARIA – Questa volta invece hanno ordinato l’apertura di un’indagine a carico di Vodafone e ha convocato i responsabili dell’azienda per un interrogatorio. L’azienda per parte sua si è limitata a spiegare che ritiene “irrazionali” le accuse e che l’unico scopo delle pubblicità e delle attività promozionali Vodafone è quello di attirare i clienti.

I MASSONI E ALTRE STORIE – Secondo Zebidar invece Fahida, il pupazzo usato nelle pubblicità, annuncia, se non ordina gli attentati. Da non meglio specificati “segni” Zebidar avrebbe capito che gennaio sarà un mese con molti attentati e che ce ne sarà anche uno in un centro commerciale. Non che ci voglia un indovino, messo com’è oggi l’Egitto, per giungere a queste conclusioni del tutto verosimili.

IL CONFRONTO CON IL PUPAZZO – Il giornalista  Khairy Ramadan aveva pensato di offrire a Fahita la possibilità di confrontarsi con Zebidar, ma è finita con questo che ha detto di volerla mandare in prigione e di conoscere bene i suoi segnali massonici e l’influenza della massoneria in Egitto, secondo lui la vera forza che ha scosso la quiete alimentando la rivolta contro Mubarak. Fino all’altro ieri queste sciocchezze di Zebidar erano confinate sui canali minori e l’uomo era oggetto di dileggio, oggi invece i giudici egiziani, tornati sotto l’occhio attento dei militari, preferiscono eccedere nello zelo e “verificare”, adeguandosi alla paranoia per i «terroristi» con la quale i militari hanno già messo fuori leggi i Fratelli Musulmani, ma anche molti oppositori laici al nuovo regime di al Sisi.

(photo credits: Abla Fahita instagram)

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