«Il sesso sadomaso? Porta alla meditazione»
24/02/2014 di Redazione
Raggiungere il piacere sessuale attraverso il dolore più essere un’esperienza meditativa che, in certi casi, può addirittura portare a stati alterati di coscienza. A una condizione: entrambe le parti devono essere consenzienti.
IL SADOMASOCHISMO E LA SCIENZA – Per anni, spiega l’Huffington Post, il sadomasochismo è stato considerato una patologia, ma gli studiosi che si sono dedicati alle pratiche BDSM non sono riusciti a trovare nessuna prova a sostegno della pericolosità di queste pratiche. Uno studio pubblicato poco meno di un anno fa ha addirittura evidenziato come coloro che si accostino abitualmente alle pratiche BDSM riuscirebbero a stabilire relazioni più durature e mostrerebbero un livello minore di ansia rispetto al resto della popolazione. Nonostante questo, la versione attuale del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) classifica le pratiche BDSM come una parafilia, ma vengono considerate veri e propri «disordini» solo in caso di reali danni fisici inferti sul partner.
MODIFICAZIONI CEREBRALI – Ma nell’ambiente scientifico la domanda resta: perché una persona raggiunge il piacere infliggendo o ricevendo dolore fisico? James Ambler, laureando in psicologia alla Northern Illinois University, spiega lo studio effettuato nel suo ateneo: sono stati «reclutati» quattordici «switchers» – ovvero persone che provano piacere sia infliggendo che ricevendo dolore – cui è stato casualmente assegnato uno dei due ruoli dopo essere stati sottoposti a un test cognitivo per valutare l’effetto Stroop (il ritardo con cui il cervello legge, ad esempio, la parola «giallo» quando questa è scritta in colore rosso). I volontari sono poi stati invitati a immergersi in un’esperienza sadomaso, dalla quale sono risultati notevoli cambiamenti dell’afflusso di sangue al cervello, modificando quindi le funzioni cerebrali.
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SPERSONALIZZAZIONE – E sarebbero proprio queste funzioni cerebrali alterate a rendere le pratiche sadomaso tanto attraenti, ma più a livello spirituale che dal punto di vista più strettamente sessuale: in chi prova dolore fisico sono stati registrati livelli più alti di cortisolo (l’ormone dello stress) ma chi si trova in questa condizione dichiarerebbe di sentirsi meno stressato. L’effetto, quindi, non sarebbe troppo diverso da quello provato da coloro che si dedicano allo yoga o alla meditazione: una condizione che viene descritta anche in termini di «maggiore connessione con gli altri partecipanti». Anche questo fatto avrebbe una spiegazione: un minore afflusso di sangue nella zona della corteccia prefrontale – la parte del cervello deputata a distinguere il senso del sé da quello degli «altri» – ha come conseguenza un senso di spersonalizzazione, una condizione indotta in larga parte dal dolore provato durante l’esperienza sadomaso.
(Photocredit: Getty Images)