Il villaggio preistorico seppellito dall’indifferenza

ATTRAZIONE SFUMATA – L’amarezza è forte tra coloro che in tutti questi anni hanno contribuito in maniera determinante all’apertura del sito. Senza la collaborazione dei volontari dell’associazione culturale Meridies probabilmente il Villaggio Preistorico non sarebbe riuscito ad aprire i cancelli ai visitatori. “Poteva diventare l’attrazione principale dell’area nolana”, ci racconta, deluso, Angelo Amato de Serpis, ex presidente di Meridies e tra i principali promotori della Pompei nolana. Il suo gruppo, dopo aver collaborato con la Soprintendenza durante la fase dello Scavo, si è fatto carico dell’organizzazione delle visite e delle aperture domenicali, grazie alle quali, nell’unico anno in cui il sito è stato aperto senza interruzioni (2007/2008), sono state totalizzate quasi 13mila presenze.

SENZA MEZZI, SENZA FONDI – “Se non ci fossimo stati noi – spiega de Serpis – probabilmente il Villaggio non sarebbe mai stato aperto. La Soprintendenza non ha mai avuto i mezzi effettivi per poter mantenere e realizzare qualcosa. Le uniche spese realizzate sono relative alla recinzione, alla cancellata, ai bagni pubblici, tra l’altro mai attivati, alla copertura di ferro per le capanne, realizzata un paio d’anni dopo lo scavo. Lavori necessari per rendere possibile l’accesso”. Per rendere agibile il Villaggio, però, non poteva bastare solo l’opera generosa di un’associazione senza scopo di lucro.

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