Chi ha paura di Ilaria Cucchi?

Ilaria Cucchi si rende disponibile a fare il sindaco di Roma.

Da giornalista e appassionato di politica ero convinto che una notizia come questa sarebbe stata una bomba, che avrebbe sparigliato le carte delle strategie di partiti e movimenti nella battaglia delle Elezioni di Roma 2016. Ero sicuro che se la sarebbero litigata Pd, Sel e Movimento 5 Stelle. Ed ero preoccupato per una donna eccezionale, per cui provo grande stima e affetto, che sarebbe stata criticata, offesa, strumentalizzata. Mi chiedevo perché lo facesse: questa città non le ha dato nulla, ma le ha tolto un fratello. E non si è preoccupata di difendere né lui né lei. Ma Ilaria le sue battaglie non l’ha mai affrontate per convenienza e fa parte della sua generosità una disponibilità di questo tipo. Della sua generosità e della sua volontà di portare la sua lotta ovunque, di non rinunciare mai a trovare giustizia, in ogni luogo e momento.

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Quello che non mi aspettavo era il silenzio, l’indifferenza, le dichiarazioni di facciata. Avrebbero dovuto intasarle il telefono Sinistra italiana, pentastelluti e Dem. Sono riusciti, nel migliore dei casi, a organizzare un colloquio. Fassina l’ha organizzato (e ha incontrato Ilaria Cucchi domenica 3 marzo, ndr), condendolo con la frase “non credo che Ilaria abbia particolari smanie“, tanto per chiarire che la sua candidatura non fosse in discussione, che non ci sarebbero stati passi indietro da uno, peraltro, che farebbe fatica a farsi eleggere anche come amministratore del suo condominio, tanta è l’empatia che suscita negli elettori di Sinistra Italiana e anche fuori. Un po’ di più fa Paolo Cento, segretario Sel di Roma, che si apre “a un confronto, Ilaria Cucchi rappresenta una battaglia di civiltà”. E meno male.

Virginia Raggi, ancora più chiaramente, ha espresso soddisfazione per una candidatura che viene dalla società civile, ma ha precisato “niente alleanze”  – replicando lo schema ideologico del pensiero casaleggiano del meglio soli anche se l’alternativa è essere ben accompagnati – e anche lei gli concede la consolazione di un “incontro sui temi”. Ignazio Marino non ha risposto ed Emilia La Nave, attorno a cui si costruisce la formazione civile cresciuta attorno all’ex sindaco se la cava con un “non so, vedremo”. Magari ce lo dirà fra 20 giorni cosa ne pensa (eppure quale migliore candidata della società civile poteva trovare, il chirurgo?).
Poco di più di quanto ha detto Giorgia Meloni, che almeno le ha detto che in questo agone “è la benvenuta“. Lei probabilmente li incontrerà tutti “perché non dimentico chi in questi anni mi ha ascoltato e mai hanno fatto mancare il loro appoggio“. E forse la volontà di un annuncio del genere è proprio questa: aprire un tavolo, per conquistare altri metri, come un giocatore di rugby, verso la meta, verso la legge contro la tortura e contro gli abusi delle forze dell’ordine.

Ma sono tre giorni che mi gira in testa una domanda: chi ha paura di Ilaria Cucchi? Perché non è sembrato naturale ciò che a ogni elettore di Pd, M5S, Sel e simili appare scontato? Come mai nessuno si è tirato indietro offrendole il suo posto?

Perché nonostante a parole tutti si dichiarino contro il Sistema, l’ex radicale come la giovane grillina, il “coraggioso” transfuga del PD come l’ex sindaco senza macchia (dice lui) e senza paura, una che non possono controllare, indirizzare, annettere e omologare non la vogliono. Fa paura chi potrebbe ragionare solo in base all’interesse della giustizia, sociale e non solo, chi penserebbe solo alla città e i cittadini, chi si smarcherebbe dalla ragnatela di interessi privati e dai buchi neri della burocrazia (la vera mafia capitale) capitolina.

Ilaria Cucchi sarebbe il miglior sindaco possibile. Per questo la incontreranno, tenteranno di annetterla ai loro “progetti”, e la disinnescheranno. Chi ha paura di Ilaria Cucchi? La politica, tutta. Semplice.

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