L’intervista doppia di Ilaria Cucchi e Lucia Uva alle Iene
06/11/2014 di Valentina Spotti
A una settimana dalla sentenza d’appello sul caso Cucchi che ha assolto tutti gli imputati per «insufficienza di prove», Le Iene hanno chiesto a Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, di partecipare a un’intervista doppia insieme a Lucia Uva, sorella di Giuseppe Uva, che nel giugno del 2008 venne sottoposto a un fermo da parte dei Carabinieri e che morì qualche ora più tardi, ufficialmente per “arresto cardiaco”.
STEFANO CUCCHI E GIUSEPPE UVA – I casi di Stefano Cucchi e di Giuseppe Uva sono drammaticamente simili e, sia che siano stati arrestati o sottoposti a un fermo, l’epilogo non cambia: tra menzogne e omissioni, i familiari scoprono soltanto molte ore più tardi quello che è accaduto in realtà, quando il figlio o il fratello è ormai morto, con il corpo ricoperto da lividi, ferite ed ecchimosi; testimonianza di un pestaggio per il quale, ufficialmente “non ci sono prove”.
ILARIA CUCCHI E LUCIA UVA – E le vicende di Stefano Cucchi e Giuseppe Uva sono molto simili anche dal punto di vista processuale: in entrambi i casi i primi ad essere sospettati di queste morti sono i medici che li hanno avuti in cura. Stefano Cucchi trasferito nel reparto detenuti dell’ospedale Pertini di Roma, Giuseppe Uva portato con un trattamento sanitario obbligatorio presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di Circolo a Varese, dove morirà. Una volta che i giudici hanno stabilito la mancanza di responsabilità del personale sanitario non rimane più nessuno a cui imputare queste morti. E per i familiari delle vittime – e per tutti – non resta che una domanda: «Ma allora si sono picchiati da soli?». (QUI l’intervista doppia di Ilaria Cucchi e Lucia Uva)
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STEFANO, GIUSEPPE, FEDERICO, RICCARDO… – Stefano Cucchi e Giuseppe Uva non sono i soli a essere morti così: c’è il caso di Federico Aldrovandi, diciottenne ferrarese deceduto dopo un fermo di polizia mentre rientrava a casa dopo una serata con gli amici; Riccardo Magherini, morto in circostanze analoghe a Firenze; Riccardo Rasman, ucciso dalla polizia che aveva fatto irruzione in casa sua su segnalazione di una vicina di casa; Aldo Bianzino, trovato morto nella sua cella di isolamento nel carcere di Perugia, anche lui con evidenti segni di pestaggio. Tutti uomini che, come fa notare Mauro Casciari nel suo servizio, erano nelle mani dello Stato.
LA BATTAGLIA DI ILARIA E LUCIA – Ed è proprio a questo Stato che fanno appello Lucia Uva e Ilaria Cucchi: perché la giustizia «torni a tutelare il cittadino» – come spiega Ilaria – facendo piena luce sulle circostanze della morte dei rispettivi fratelli, accertando le responsabilità di chi ha fisicamente martoriato quelle persone affidate alle Istituzioni. Sia Ilaria Cucchi che Lucia Uva sono state denunciate dalla Polizia per diffamazione: entrambe comunque, affermano di non essere intenzionate a farmarsi, ma di voler continuare la propria battaglia verso la verità, anche per tutti gli altri “morti di Stato” che ancora chiedono giustizia.
(Photocredit copertina: Mediaset/Le Iene)