Immigrazione: perché la Macedonia ha dichiarato lo stato di emergenza
20/08/2015 di Stefania Carboni
La Macedonia ha dichiarato lo stato di emergenza per l’afflusso dei migranti provenienti dalla Grecia e la polizia ha bloccato il confine lungo l’autostrada Skopje-Atene.
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MACEDONIA SOTTO EMERGENZA: GEVGELIJA AL COLLASSO
– La situazione più critica si regista a Gevgelija, città al confine, dove migliaia di migranti cercano di prendere un treno per la Serbia. Le autorità hanno organizzato convogli speciali e poliziotti in tenuta antisommossa presidiano la zona da settimane per garantire le partenze in stazione.
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Gevgelij, Macedonia – 19 agosto 2015. Credits ROBERT ATANASOVSKI/AFP/Getty Images
MACEDONIA SOTTO EMERGENZA: UN PAESE DA ATTRAVERSARE IN 72 ORE
– La decisione di chiudere le frontiere macedoni arriva dopo l’enorme afflusso di persone provenienti dal confine ellenico. Uno spostamento costante. Chi entra in Macedonia ottiene un visto valido per tre giorni. Chi cerca quindi di raggiungere l’Europa ha 72 ore per abbandonare il paese. Una corsa contro il tempo. Ci sono diverse vie per continuare la fuga: via camion (rischiando la vita) o sul treno (ritenuto il mezzo più sicuro).
Una volta raggiunta la Serbia i migranti cercano di arrivare in Ungheria dove in queste ultime settimane si sta innalzando un muro che impedirà l’accesso lungo il confine sud. Per questo chi arriva in Grecia partire subito per la Macedonia, così come chi arriva in Macedonia deve correre, attraversare la Serbia e tentare di accedere in Europa proprio lì, dove il governo conservatore di Viktor Orban sta chiudendo tutto.
(tutte le foto del pezzo fanno parte del reportage fotografico di ROBERT ATANASOVSKI/AFP/Getty Images nella città di Gevgelij. Scatti del 19 agosto 2015)