Regionali 2015, gli “Impresentabili”: ecco i primi quattro nomi
27/05/2015 di Redazione
La pubblicazione completa della black list è slittata tra le polemiche a venerdì, a due giorni dal voto delle Regionali e della tornata di amministrative. Tardi, in concomitanza – di fatto – con il silenzio elettorale. Eppure si conoscono già i nomi dei primi quattro “Impresentabili“, candidati in Puglia: sono quelli di Giovanni Copertino (Forza Italia), Fabio Ladisa (Popolari per Emiliano), Massimiliano Oggiano (Oltre con Fitto) e Enzo Palmisano (Movimento per Schittulli). Altri 13 sono campani, per un totale di 17.
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IMPRESENTABILI, ECCO CHI SONO I QUATTRO PUGLIESI –
La Commissione Antimafia ha spiegato come gli “imprensentabili” selezionati non rispondano ai criteri di selezione fissati dal “Codice etico di autoregolamentazione” che i partiti si erano impegnati a rispettare. Non sono mancate le tensioni e le critiche per le fughe di notizie. La presidente della Commissione, Rosy Bindi, era contraria a rendere pubblici soltanto 4 nomi. Non il suo gruppo e i 5 Stelle, che sono riusciti alla fine a spuntarla. Così sono stati ufficializzati i 4 nomi certi.
Il forzista Giovanni Copertino, nella lista della Poli Bortone, è indagato per corruzione dalla procura di Bari, reato dichiarato in primo grado prescritto, ma ora in attesa di appello.
Fabio Ladisa – ha spiegato la Commissione – “è stato rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata estorsione (e altro), commessi nel 2011, con udienza fissata per il 3 dicembre 2015″. Una comunicazione alla quale è seguita la richiesta del candidato presidente del centrosinistra pugliese Michele Emiliano, che ha invitato «il coordinatore della lista Udc, Realtà Italia, Centro Democratico a ritirare il candidato Ladisa dalla competizione elettorale».
Tra gli “impresentabili pugliesi” c’è anche Massimiliano Oggiano “imputato, avanti il Tribunale di Brindisi, nel procedimento per il delitto di cui all’art. 416 bis cp (associazione mafiosa), commesso in epoca anteriore e prossima al 28 febbraio 2007, nonché per il reato di cui all’art. 86 Dpr 570/1960 (corruzione elettorale) aggravato ex art. 7 L. 152/1991 (aggravante mafiosa), accertato in data 1 gennaio 1999 e commesso fino al 31 gennaio 2006». La procura di Lecce ha comunicato che il candidato è stato assolto in primo grado. Pende però l’appello, la cui udienza è fissata per il 3 giugno 2015.
Infine c’è Enzo Palmisano, coinvolto in “un un procedimento per corruzione aggravata, 416 (associazione per delinquere semplice), truffa aggravata dal danno patrimoniale di rilevante gravità commessi nel 2003. Condannato in primo grado, «il procuratore di Bari ha comunicato che la Corte di appello, con sentenza dell’11 febbraio 2013, ha dichiarato la prescrizione; è stato presentato ricorso e il procedimento pende in Cassazione»
I 13 CAMPANI –
“Repubblica” anticipa poi alcuni nomi dei 13 campani che potrebbero essere inseriti nella “lista nera”. Non è detto che alcuni non possano alla fine essere esclusi. O che non possano aggiungersi degli altri candidati, dato che Prefetture e Procure non hanno ancora completato lo screening :
«Ma chi sono? L’unico nome campano che compare per certo nell’elenco è quello di Antonio Scalzone, rinviato a giudizio per reati associativi e candidato nella circoscrizione di Caserta nella lista “Popolari per l’Italia” che sostiene Caldoro. Scalzone, travolto dalle polemiche, aveva già scelto di ritirarsi «per evitare ogni strumentalizzazione e consapevole della mia innocenza: voglio dare l’esempio». Altri nomi in attesa dell’ultimo responso in Antimafia (potrebbero anche non comparire nell’elenco definitivo) sono quelli di Tommaso Barbato, ex Udeur (ora con De Luca), che sarebbe indagato per voto di scambio. All’attenzione della commissione sarebbe passato anche Antonio Amente, ex sindaco di Melito, proveniente dalle fila di Forza Italia, ora nella lista “Campania in rete” che sostiene De Luca. Il suo nome era comparso in una indagine del 2011 insieme ad altri 28 indagati, chiamati in causa da alcuni pentiti. Ma della sua posizione attuale nell’indagine non ci sono notizie certe. Risulta assolto dalla Cassazione perché il fatto non costituisce reato il vicepresidente del Consiglio regionale Biagio Iacolare, Udc (sostiene De Luca) finito qualche mese fa nel mirino della Dda di Napoli nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolti, tra gli altri, i titolari e fondatori della Sime costruzioni, attualmente in carcere in quanto ritenuti affiliati al clan Polverino. Altro nome discusso, Enricomaria Natale (Campania in Rete per De Luca). Natale, di Casal di Principe, è uno dei nomi più discussi. Roberto Saviano ha ricordato le vicende giudiziarie del padre, un presunto prestanome del clan Schiavone. «Ho rotto col centrodestra di Cosentino nel 2010 e i miei familiari hanno chiarito tutto », dice Natale.
Il premier Renzi ha già rivendicato l’assenza di “Impresentabili” nelle liste del Partito democratico. Anche se resta il nodo Ladisa, che appoggia Emiliano. Lo stesso ha fatto Matteo Salvini: «Nessun nome tra i leghisti». Il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha espresso non poche perplessità sulla lista, che ha già diviso tra chi reclama trasparenza e chi si appella al “garantismo”: «Capisco che la commissione Antimafia sta facendo operazione meritoria, ma è sempre pericoloso dare patenti di impresentabilità legate anche alle sole indagini».