La nuova emergenza in Abruzzo si chiama Morrone: brucia da 11 giorni e nessuno ne parla | GALLERY
31/08/2017 di Gianmichele Laino
Le montagne del Morrone sono uno dei polmoni verdi italiani, in pieno Parco Nazionale della Majella. Oggi, dopo undici giorni di incendi ininterrotti, sono ricoperti di cenere e nascosti ancora da un fumo denso. C’è una nuova emergenza in Abruzzo, ma nessuno ne parla. Eppure, basta transitare sulla Roma-Pescara – una delle arterie più frequentate della nostra rete autostradale – per rendersi conto della portata di quello che si sta configurando come un vero e proprio disastro ambientale.
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INCENDIO MORRONE, POLEMICHE SUI SOCCORSI
Ci sono vari focolai che bruciano, a breve distanza l’uno dall’altro, nella Valle Peligna l’aria è diventata irrespirabile, la flora e la fauna, in un territorio che presenta una biodiversità estremamente elevata, sono in serio pericolo. Il tutto nella totale impotenza di vigili del fuoco e protezione civile: i soccorsi non sono partiti subito – come ha denunciato il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli -, e in più la portata eccezionale dell’evento li ha resi inadeguati. Centinaia di lanci da parte di tre canadair – segnalano gli abitanti dell’area su Twitter e su Facebook – non sono serviti a spegnere gli incendi. E c’è chi lamenta anche un’assenza di coordinamento nei soccorsi.
Il #Morrone brucia da 10 giorni. Lo stato che fa? NULLA. Vergogna. @TgLa7 @MediasetTgcom24 @SkyTG24 @LaStampa @PaolaDiCaro #poveroabruzzo pic.twitter.com/MssgJQiWOA
— ariel eich (@ArielEich) 30 agosto 2017
INCENDIO MORRONE, LA DENUNCIA DELLE AUTORITÀ
Oremo Di Nino, direttore del Parco della Maiella, in una nota fa sapere che è in corso «un vero e proprio attacco alla politiche di conservazione del Parco e i quali danni saranno visibili per anni». Un piano ben organizzato, secondo la procura della Repubblica di Sulmona, che è stato preparato nei minimi dettagli per creare il maggior quantitativo possibile di danni. E dietro al quale potrebbe anche esserci una sola mente.
Secondo i residenti, l’incendio potrebbe essere stato causato dalla mano criminale di alcuni gruppi della criminalità organizzata locale, che dalla devastazione di ettari ed ettari di montagna trae, evidentemente, i suoi benefici. Intanto, le fiamme minacciano anche alcune abitazioni di Pratola Peligna, come il rifugio Colle delle Vacche. E i luoghi in cui nacque Celestino V – al secolo Pietro da Morrone -, il papa che «fece per viltade il gran rifiuto», sono ormai diventati off-limits anche per i droni. L’Abruzzo, dopo l’emergenza del terremoto, lancia un nuovo, disperato grido d’aiuto.
FOTO ANSA/GRETA FRANCO E ANSA/CLAUDIO LATTANZIO