Intervista di Vespa a Salvo Riina, Maggioni: «Dalla Rai nessun negazionismo della mafia»
08/04/2016 di Redazione
«Riina dà un’intervista da mafioso. La Rai non è però appiattibile su un’intervista, perché racconta giorno per giorno le storie delle vittime della mafia». Ha risposto così il presidente della Rai Monica Maggioni alle polemiche dopo l’intervista di Bruno Vespa, mandata in onda mercoledì sera a Porta a Porta, a Salvo Riina, figlio dell’ex capo di Cosa Nostra. Ascoltata ieri pomeriggio in commissione Antimafia, la giornalista ha respinto l’accusa all’azienda televisiva di Stato di «negazionismo» della mafia rivolta dalla presidente Rosy Bindi.
Il problema non è Salvo Riina sulla Rai. È Bruno Vespa
INTERVISTA DI VESPA A RIINA, MAGGIONI: «NESSUN NEGAZIONISMO DELLA MAFIA»
«Nella storia della Rai – ha detto la Maggioni – non c’è nessun negazionismo, da giornalista capisco l’attrazione per questa storia ma c’è il contenuto e ci sono anche le responsabilità. Nel Paese la ferita della mafia non è una ferita del passato, ma di oggi. E per questo serve attenzione al contesto. Intervenire a priori rimanda all’idea di censura ed è difficile accettare l’idea di censura, nei confronti di un collega con una lunga storia professionale. Su certi temi vale la pena dilatare il confronto sul come si dicono le cose che resta fondamentale».
Dunque, il presidente della Rai ha precisato che eventuali critiche possono essere rivolte al modo di realizzare un’intervista: «Non c’è una cosa che il servizio pubblico non deve dire in assoluto, ma ci sono i modi in cui farlo». «Nel risentire il racconto di Riina jr – ha continuato Maggioni – molte cose sono insopportabili. Non rinnegare la storia del padre, ad esempio. In sostanza Riina dà una intervista da mafioso. La Rai non è però appiattibile su un’intervista, perché racconta giorno per giorno le storie delle vittime della mafia». «Non posso sentir dire in quest’aula che Bruno Vespa è portavoce della mafia. Ho impiegato anni a mettere le parole al loro posto. Questa definizione è inaccettabile».
Anche intervistare il figlio di Totò Riina è giornalismo
INTERVISTA DI VESPA A RIINA, ANZALDI: «PERCHÉ LIBERATORIA IN RITARDO?»
Le parole della Maggioni non hanno soddisfatto tutti i critici. Il deputato Pd e segretario della commissione Antimafia Michele Anzaldi in serata (dopo l’intervento del presidente Rai) ha dichiarato: «La denuncia del presidente del Senato Pietro Grasso, in passato uno dei magistrati simbolo in prima linea nella lotta alla mafia, esige risposte immediate e concrete, non può essere lasciata cadere così. La Rai avvii immediatamente un audit interno, verifichi perché la liberatoria al figlio del boss Riina è stata fatta firmare solo dopo l’intervista, a differenza di quello che accade di solito e che è accaduto con Grasso, e si presenti mercoledì prossimo in Vigilanza con i risultati dell’indagine interna, compresi i nomi dei responsabili». E ancora: «Nella lunga audizione in Antimafia né il dg Campo Dall’Orto né la presidente Maggioni sono stati in grado di spiegare perché sia stata seguita questa procedura che appare insolita: Riina jr non ha accettato di firmare preventivamente la liberatoria, ma l’ha fatto solo successivamente, come se attendesse di verificare che l’intervista fosse stata di suo gradimento. Peraltro si trattava di una semplice intervista sui contenuti del suo libro».
(Foto di copertina: ANSA / CLAUDIO PERI)