Investimenti in banca, come evitare sorprese

Chi investe nel mercato finanziario corre un rischio, quello di perdere una parte del proprio capitale. Ma rischia anche di essere truffato e di veder sparire tutti i propri soldi. Tentare di rimediare alle spiacevoli sorprese è dunque inevitabile, provando a prevenire le situazioni complicate. Ma cosa bisogna fare?

 

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INVESTIMENTI IN BANCA, AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA –

La via da percorrere è quasi obbligata. Per assumere delle scelte sicure è opportuno capire bene che cosa si compra in banca, aumentando il grado di vigilanza e di consapevolezza personali. Scrive Giuditta Marvelli sul Corriere della Sera:

Cambiare banca se la solidità di quella di cui si è correntisti non è più da prima della classe è un passo da valutare più che in passato. Chi acquista prodotti finanziari in banca deve rispondere ad un questionario (Mifid) che serve a stabilire il suo profilo di rischio e la conoscenza dei mercati finanziari. Negli ultimi anni la progressiva discesa dei tassi di interesse ha spinto i risparmiatori ad accettare più rischio per guadagnare. Il punto di approdo, però, non può essere il destino di chi oggi perde soldi e non sa perché. Oltre alla possibilità di un aiuto pubblico, restano le vie legali. Secondo Vanna Pizzi, avvocato di Federconsumatori che segue la vicenda, se i contratti non permettono l’individuazione della natura «subordinata» dei titoli o se le persone a cui sono stati venduti sono chiaramente «incompatibili» con l’investimento si può valutare il ricorso alla giustizia.

Massima attenzione va dedicata anche alla nuova scala del rischio in Italia, in base alla quale, se gli investimenti vanno male, la possibilità di perdere i soldi è concreta. Si legge ancora sul Corriere della Sera:

In prima fila ci sono gli azionisti e i titolari di obbligazioni subordinate (vedi box) che possono non solo vedere sfumare la cedola ma anche subire abbattimenti del valore fino al 100%. Esattamente come i titoli azionari. Più sicure — e infatti oggi rendono a cinque anni poco più dell’1% — le obbligazioni senior e la quota di depositi bancari di privati e imprese che eccedono i 100 mila euro. Ma anche queste ultime due categorie rischiano qualcosa. La garanzia completa e assoluta riguarda solo i conti correnti e i certificati di deposito sotto i 100 mila euro, che oggi ammontano nel nostro Paese a poco meno di 600 miliardi.
Non entrano invece in gioco nemmeno con le nuove regole, perché non sono attivi della banca, i contenuti delle cassette di sicurezza o i titoli (Btp, azioni, fondi o altro) detenuti in conti e gestioni a meno che, come già detto, non si tratti di azioni e obbligazioni emessi dalla banca in questione.

(Foto di copertina: ANSA / FRANCO SILVI)

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