ISIS, Onu annuncia: «sanzioni per chi fa affari col terrorismo»
18/12/2015 di Redazione
L’Onu si muove contro l’Isis. Approvata all’unanimità una risoluzione che rafforza le sanzioni contro chi fa affari con lo Stato Islamico. Il testo, elaborato da Stati Uniti e Russia, punta a punire le finanze dell’ISIS con sanzioni e provvedimenti che dovrebbero nelle intenzioni mettere in pericolo i canali di raccolta fondi che provengono in massima parte dalla vendita di petrolio. All’incontro hanno partecipato anche i ministri dell’economia del Consiglio di Sicurezza.
ISIS: BAN KI MOON: «SI AUMENTI LA COOPERAZIONE»
Ban Ki Moon, commentando l’approvazione della risoluzione 2253, di 28 pagine, spiegando come sia necessario contro l’ISIS «aumentare la cooperazione internazionale, espandere il programma contro i finanziamenti al terrorismo, lavorare a più stretto contatto con il settore privato. Non dobbiamo colpire migranti e rifugiati e le loro comunità di origine». Secondo Jacob Lwe, ministro del tesoro USA, è necessario «Impedire il flusso di denaro all’Isis impedisce loro di aver i soldi necessari per organizzare gli attacchi».
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ISIS: OBIETTIVO BLOCCARE IL DENARO E IMPEDIRE L’USO DI BANCHE INTERNAZIONALI
La risoluzione prevede che i Paesi membri riferiscano entro 120 giorni sulle misure adottate per impedire alle organizzazioni terroristiche, nella fattispecie l’ISIS, di accumulare denaro e di affidarsi a banche internazionali con un rafforzamento del monitoraggio da parte dell’ONU. Ban Ki-Moon dovrà inoltre presentare un rapporto strategico iniziale entro 45 giorni, rapporto che dovrà essere aggiornato ogni 4 mesi: «Ogni individuo, gruppo, impresa o entità che fornisce sostegno all’Isis o ad al Qaeda è soggetto alle misure restrittive imposte dalle Nazioni Unite, tra cui il congelamento dei beni, il divieto di viaggio e l’embargo sulle armi». Il documento invita poi i Paesi «ad agire con vigore e decisione per tagliare i flussi di denaro e le risorse economiche dei gruppi inseriti nella lista di sanzioni».