Il foreign fighter che racconta i massacri brutali dell’Isis

L’ISIS

ha un terrore paraonico delle spie, e chi è colpevole di rivelare informazioni sull’organizzazione è ucciso in modo brutale. Un foreign fighter tedesco scappato dalla Siria dopo aver provato l’orrore dell’ISIS ha raccontato alla TV tedesca le efferate modalità con cui i miliziani del gruppo terrorista sono controllati.

ISIS SPIE –

Ebrahim B. è un ragazzo tedesco di 26 anni di Wolfsburg, città della Bassa Sassonia nota per ospitare la sede della Volkswagen, che ha lasciato la sua professione di fisioterapista per combattere per il califfato in Siria. Ebrahim B. ha combattuto per l’ISIS, ma dopo tre mesi di jihadismo è tornato in Germania dove è stato arrestato per aver militato in una organizzazione terroristica. Meglio la prigione della libertà nel califfato islamico, spiega l’ex miliziano dell’ISIS in un’intervista concessa alla TV pubblica tedesca e ripresa da Bild. Ebrahim B. rimarca nelle sue rivelazioni di come ISIS sia terrorizzata dalle spie, vedendo informatori nemici tra tutti, anche tra i suoi stessi guerrieri. Per combatterli il califfato ha istituito una sorta di servizi segreti che devono controllare l’attività delle eventuali spie, che, se scoperte, sono uccise in modo oltremodo barbaro. Il fisioterapista di Wolfsubrg ha evitato questa sorte solo grazie al fatto che la persona che l’aveva fatto entrare nell’ISIS si è assunto la responsabilità su di lui quando è stato sospettato. Ebrahim B. era infatti un iscritto alla SPD, e la militanza in un partito occidentale è stata motivo di gravi sospetti che hanno condotto il 26enne tedesco in prigione.

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ISIS 007 –

Per l’ISIS credere nella democrazia è un peccato mortale, e qualsiasi persona che dimostri simpatie per i regimi liberali è immediatamente monitorata dai suoi 007. Così è stata la sorte di Ebrahim B, che ha rimarcato come ogni nuova recluta debba attraversare un duro confronto con gli agenti dell’ISIS incaricati di sorvegliare i suoi stessi miliziani. Dopo l’abituale sottrazione del cellulare, tolto perché in questo modo si facilitano i tentativi di localizzazione degli eserciti nemici, Ebrahim B. è stato collocato in una cella dai muri sporchi di sangue dopo aver confessato la sua militanza nella SPD. Per terrorizzarlo il miliziano tedesco ha testimoniato all’esecuzione di una persona sospettata di essere una spia. Il cadavere con la testa decapitata è stato portato poi nella sua cella, per mostrargli cosa gli sarebbe capitato. Metodi di tortura che sarebbero applicati con regolarità dalle spie dell’ISIS, al fine di contrastare nel modo più feroce possibile ogni tentativo di infiltrazione che possa minacciare il califfato guidato da al-Baghdadi.

Photocredit: AHMAD AL-RUBAYE/AFP/Getty Images

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