«Italia, il caos totale di Expo 2015»
16/06/2014 di Andrea Mollica
L’Expo 2015 sta scivolando nel caos: corruzione, sospetti di infiltrazioni mafiose e ritardi significativi nella costruzione dei lavori. I lavori di preparazione dell’esposizione universale stanno diventando secondo il settimanale tedesco Die Zeit una sorta di emblema dei problemi di cui soffre l’Italia ormai da tanto tempo. Il grande evento dovrebbe servire per fare una bella figura, ma il rischio che accada l’esatto opposto è al momento molto elevato.
EXPO 2015 E L’ITALIA – Il settimanale tedesco Die Zeit dedica un’analisi a Expo 2015, l’esposizione universale che inizierà il primo maggio dell’anno prossimo a Milano, in un luogo adiacente alla nuova Fiera di Rho-Pero. Al momento i lavori di costruzione sono ancora molto indietro rispetto ai tempi prefissati. Come rimarca Die Zeit, le fondamenta del padiglione dell’esposizione universale avrebbero dovuto essere terminate a fine luglio, ma il rispetto di questo obiettivo non sarà possibile. Il presidente della Lombardia Roberto Maroni ha lanciato l’allarme sul timore che i lavori possano terminare a fine aprile, poco prima dell’inizio dell’Expo 2015. Le dichiarazioni di Maroni hanno provocato una polemica a distanza con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, con reciproco scambio di accuse su chi sia il responsabile dei ritardi. Una discussione pubblica che evidenzia la deriva assunta dall’Expo, che è diventato in questi mesi una sorta di emblema dei problemi che affliggono l’Italia. Tempi di realizzazione delle opere molto lungi, burocrazia inefficiente, con il corredo di una sempre più vasta corruzione e il costante pericolo delle infiltrazioni mafiose.
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EXPO 2015 E I PROBLEMI DELL’ITALIA – Per Die Zeit la causa dei problemi relativi ai problemi di costruzione dei cantieri non si trova a Milano o esclusivamente a Roma, ma riguarda l’intero paese. «L’Expo è sintomatico di un sistema di nepotismo, dominato da una vecchia squadra di politici e imprenditori in età da pensione, inamovibili dai loro posti di potere». Il settimanale tedesco rimarca come al centro dell’inchiesta dei magistrati ci siano figure come Primo Greganti e Gianstefano Frigerio in passato coinvolte in Mani Pulite. L’Expo 2015 è una grande opera, che per Die Zeit ha risvegliato l’interesse della mafia oltre che delle imprese corrotte. Il giro d’affari viene stimato in 13 miliardi di euro. Ai lavori di costruzione sul sito del padiglione espositivo sono rappresentate 160 aziende con mille lavoratori. Quando inizieranno i lavori per i singoli padiglioni dei paesi il numero degli occupati salirà a 3 mila. Vista la lentezza burocratica nell’approvazione dei permessi relativi alle opere, ancora una volta si costruirà in deroga, così da favorire le infiltrazioni mafiose.
EXPO 2015 E LA BRUTTA O BELLA FIGURA DELL’ITALIA – Secondo Die Zeit l’Expo ha evidenziato due problemi intrecciati tra di loro, la corruzione e la criminalità organizzata. Ora il presidente del Consiglio Matteo Renzi tocca il compito di limitarne l’influenza in tempi molto rapidi. Una prima misura di contrasto è stata fornita dal decreto legge approvato venerdì scorso, che concederà nuove competenze all’autorità di lotta alla corruzione guidata dal magistrato Raffaele Cantone. Le aziende su cui gravano sospetti di corruzione potranno essere escluse dagli appalti pubblici. L’autorità avrà nuovi poteri di indagine, e dovrebbero arrivare un inasprimento delle pene relativo alla corruzione. Il decreto dovrebbe accelerare anche i lavori di costruzione dell’Expo, che per Renzi dovrà essere un’occasione in cui il nostro paese potrà scrivere una nuova pagina del Made in Italy. Un’opportunità per fare bella figura, scrive Die Zeit appositamente in italiano, rispetto al resto del mondo. I timori di una brutta figura sono però molteplici, visti i ritardi e i continui scandali che stanno interessando non solo l’Expo, ma anche altri grande opere come il Mose.
Photocredit: Federico Ferramola/LaPresse, Andreoli Emilio – LaPresse