Italicum, la Camera approva con 334 sì. Forza Italia sceglie l’Aventino
04/05/2015 di Redazione
Ore 20.23 – “Ho votato no all’Italicum”. Questa la precisazione che Rosy Bindi, deputata del Partito democratico, ha voluto far mettere al verbale della seduta della Camera che oggi ha approvato in via definitiva la nuova legge elettorale. L’Italicum, ha spiegato, impedisce agli italiani “di avere una democrazia competitiva: chi vince governa, ma chi perde difficilmente avrà la possibilità di vincere la prossima volta. Questo vale a verbale”.
Ci hanno detto “non ce la farete mai”. Si erano sbagliati, ce l’abbiamo fatta! Coraggio Italia, è #lavoltabuona
— maria elena boschi (@meb) 4 Maggio 2015
Ore 19.46 – Giacomo Portas ha votato. Il deputato del Pd smentisce così le voci che lo volevano tra coloro che non hanno espresso una votazione sull’Italicum: «La notizia riportata dalle agenzie di stampa secondo cui non ho partecipato al voto sull’Italicum è errata. Ero seduto al mio posto e ho votato. Ho chiesto per questo agli stenografi di correggere il dato comunicato per errore». Ore 19.42 – Anche il vicesegretario del Partito Democratico Debora Serracchiani esprime su Twitter la propria soddisfazione per il voto finale alla Camera sull’Italicum. Appare opportuno ricordare tuttavia che il cosiddetto “Porcellum” non è più in vigore dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
Il #porcellum non è più legge. Con l’italicum abbiamo dimostrato che cambiare è possibile #lavoltabuona — Debora Serracchiani (@serracchiani) 4 Maggio 2015
Ore 19.35 – Roberto Calderoli “sfida” il Presidente del Consiglio affidandosi al Capo dello Stato affinché non firmi la legge elettorale, ribattezzata “Porcellissimum”: È proprio vero che al peggio non c’è mai fine, infatti dopo il Porcellum è arrivato il Porcellissimum: l’unico in Italia titolato a dare patente di porcata è il sottoscritto e vi dico che questa è una Superporcata, peggio del Porcellum. Se già era censurabile un premio di maggioranza abnorme ad una coalizione, figuriamoci darlo ad un solo partito: siamo al regime. Ma oggi c’è stato solo il voto del Parlamento, ora la palla passa al Presidente Mattarella e vediamo se avrà il coraggio di promulgare una legge peggiore del Porcellum, il quale è stato cancellato, non dall’Italicum, ma da una sentenza della Corte Costituzionale quando lui era membro della stessa. Se la firma avremo ancora una volta qualcuno folgorato non sulla via di Damasco, ma sulla via di Renzi. Quella di oggi per Renzi è una vittoria di Pirro perché il numero dei sì favorevoli alla legge alla Camera dimostra che non c’è più la maggioranza al Senato. Il buon Renzi, se ha le palle, venga al Senato e lì renda le comunicazioni e ponga la fiducia sulla risoluzione conseguente alle sue comunicazioni. Basta voti segreti e giochini di bottega alla Camera, la battaglia, quella vera la si giocherà al Senato e li Renzi e il suo governo andranno sotto». Ore 19.18 – Roberto Giachetti su Twitter festeggia per l’approvazione della Legge Elettorale.
Ce l’abbiamo fatta: abbiamo una nuova legge elettorale https://t.co/JWI00UkYDQ via @YouTube — Roberto Giachetti (@bobogiac) 4 Maggio 2015
Ore 19.12 – Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, commenta l’esito del voto definendo quella di Renzi “una vittoria di Pirro”, sottolineando come l’esecutivo al Senato non abbia la maggioranza: «Con questi voti, al Senato, la riforma costituzionale non passerà mai, e se non passa la riforma del bicameralismo paritario questa riforma della legge elettorale è incostituzionale. Quindi una vittoria di Pirro. I numeri che ha avuto Renzi qui alla Camera sono tali che se riportati ai numeri del Senato fanno sì che a Palazzo Madama Renzi non abbia la maggioranza. Tra i 25 e i 30 voti contrari all’interno del suo stesso partito più i voti contrari di Forza Italia, che oggi è stata unita e coesa qui alla Camera, fanno sì che il governo e la maggioranza di Renzi siano finiti sulla riforma costituzionale e quindi anche sulla legge elettorale che, riguardando una sola Camera, sarà dichiarata incostituzionale. Vittoria di Pirro. Una violenza al Parlamento, bruttissima giornata per la democrazia del nostro Paese». Ore 19.09 – Danilo Toninelli del Movimento 5 Stelle attacca Matteo Renzi definendolo un’ “anatra zoppa” che perde 70 pezzi di maggioranza. Ricordiamo che l’immagine dell’ “anatra zoppa” è propria della politica Usa ed indica un uomo politico non ritenuto del tutto in grado di esercitare il relativo potere politico, per motivi istituzionali.
#Italicum Renzi è un’anatra zoppa. Perde 70 pezzi di maggioranza e spacca il Pd. Il prossimo sarà governo a 5 Stelle! pic.twitter.com/34itegxtlR — Danilo Toninelli (@DaniloToninelli) 4 Maggio 2015
Ore 19.05 – Luca D’Alessandro, deputato di Forza Italia vicino alla corrente di Denis Verdini, ha detto di essere rimasto sui banchi dell’opposizione senza votare: «Mi hanno chiesto di lasciare l’Aula, ma io sono rimasto sui banchi dell’opposizione e non ho votato. Penso sia stato un errore decidere di uscire dall’Aula. Abbiamo dato a Renzi la possibilità di dimostrare che ha la maggioranza anche senza la minoranza Pd». Ore 18.58 – Ancora Maria Elena Boschi, a colloquio con i giornalisti, rivendica la bontà del risultato: «Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l’impegno preso con i cittadini, fare dell’Italia un paese in cui il giorno dopo le elezioni si sappia chi ha vinto, e la legge elettorale è il simbolo di un governo che non si limita a predicare le riforme ma le fa sul serio. Abbiamo promesso e abbiamo mantenuto». Ore 18.56 – Gianni Cuperlo parla dei numeri e sottolinea come fatto da D’Attorre che il dato politico è rappresentato dai 61 voti contrari e dalla maggioranza ottenuta con soli 18 voti di margine: «Noi non abbiamo fatto alcuna prova di forza e muscolare. Il voto si e’ espresso in modo trasparente. Sono dei dati su cui riflettere e abbiamo dimostrato che le regole del gioco vanno cambiate insieme». Ore 18.53 – Matteo Renzi su Twitter esprime la propria soddisfazione per l’approvazione dell’Italicum alla Camera:
Impegno mantenuto, promessa rispettata. L’Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona — Matteo Renzi (@matteorenzi) 4 Maggio 2015
Ore 18.48 – «Se la sinistra Pd si mette di traverso la maggioranza alla Camera senza di noi non c’è». Così Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica, dopo il voto sull’Italicum. I deputati di SC che hanno votato a favore dell’Italicum sono 23 con un astenuto. Ore 18.47 – Dalle analisi del voto è emerso che sei deputati del Pd non hanno votato mentre in tre si sono astenuti. Eleonora Cimbro risultava in missione. Hanno votato invece Pierluigi Bersani e Rosy Bindi. Ore 18.43 – «La Legge elettorale viene approvata con una maggioranza inferiore a quella di Governo. Se la fa a propria misura, espelle gli esponenti dalla Commissione e si trova con 60 voti in meno della maggioranza. Si tratta di un pessimo precedente». Così D’Attorre che chiude: «Non è una vicenda che si archivia con una pacca sulla spalla. Questo strappo segna uno spartiacque nella vicenda del Pd». Ore 18.41 – Il deputato Pd Enza Bruno Bossio ha confermato su Twitter di aver votato contro l’Italicum seguendo la linea di Lattuca esprimendosi contro un Parlamento di nominati:
Ho appena votato contro #Italicum @enzlat ha motivato con grande forza e competenza questo voto. No al #Parlamento di nominati — Enza Bruno Bossio (@enzabrunobossio) 4 Maggio 2015
Ore 18.35 – Soddisfatta anche Maria Elena Boschi che esprime la sua gioia su Twitter:
Ci hanno detto “non ce la farete mai”. Si erano sbagliati, ce l’abbiamo fatta! Coraggio Italia, è #lavoltabuona — maria elena boschi (@meb) 4 Maggio 2015
Ore 18.30 – Pierluigi Bersani commenta così l’approvazione dell’Italicum con 334 voti a favore e 61 contrari: «Un dissenso abbastanza ampio, mi sembra di capire. Adesso, cosa fatta capo ha. C’è un dato politico, l’approvazione con i sessanta contrari». Ore 18.29 – Matteo Orfini, sempre su Twitter, esprime la sua soddisfazione per l’approvazione dell’Italicum lanciando una stoccata a chi ha scelto l’Aventino:
#italicum approvato: l’Italia ha una buona legge elettorale, scritta anche con chi oggi ha strumentalmente scelto di uscire dall’aula — orfini (@orfini) 4 Maggio 2015
Ore 18.25 – Roberto Speranza ha votato no e lo conferma su Twitter, lamentando l’aula mezza vuota:
Ho votato no all’italicum. Che amarezza la Camera mezza vuota. Così la sfida del Pd al Paese è più debole. Non più forte. #occasionepersa — Roberto Speranza (@robersperanza) 4 Maggio 2015
Ore 18.21 – Italicum, la Camera approva con 334 si. Un dato per certi aspetti sorprendente, superiore di soli 18 punti alla maggioranza assoluta dei voti alla Camera dei Deputati. I voti contrari sono 61. Ore 18.19 – A fianco all’onorevole Giachetti c’è un posto vuoto ma si sta votando lo stesso. La denuncia di un funzionario al fianco di Laura Boldrini. Ore 18.18 – Laura Boldrini da il via alla votazione a scrutinio segreto. Ore 18.16 – Gennaro Migliore, relatore dell’Italicum, ringrazia la Commissione ed il Parlamento. Ore 18.14 – Renata Bueno, Api, rappresentante degli italiani in Sudamerica, dice che voterà a favore aggiungendo che la bozza dell’Italicum verrà portata anche in Brasile. Ore 18.11 – Vota contro anche Massimo Corsaro, gruppo Misto. Ore 18.09 – Adriana Galgano, Scelta Civica per l’Italia, rivendica il suo passato referendario e a proposito di Italicum dice che la velocità vale solo quando riguarda i cittadini. Aggiunge spiegando che il voto segreto è sbagliato e chiude dicendo che si asterrà. Ore 18.05 – Voterà no anche Enzo Lattuca, Partito Democratico: «Voteremo contro. Lo faremo senza nasconderci dietro il voto segreto che si addice alle imboscate a governi non graditi. Ma la nostra e’ una scelta politica a tutela della democrazia. E non si nasconde» Ore 18.02 – Pippo Civati: «Nel merito il sistema non è un superamento del porcellum, potremmo dire che è un porcellum con le ali. E’ un sistema del ‘guai ai vinti’. Dove chi perde fa fatica anche solo a fare opposizione. L’Italicum è dentro di noi, prima che accada. Com si e’ visto nei comportamenti e nei ricatti, anche verbali, di queste ore» Ore 17.55 – I deputati di Sel usciranno dall’aula. Lo conferma il deputato Gianni Melilla. Ore 17.55 – Anche Pippo Civati resterà in aula e voterà no. Ore 17.53 – Marco Meloni, Partito Democratico, conferma che voterà no alla Legge Elettorale evocando paragoni tra Porcellum (votato dalla destra a maggioranza) e Italicum, due leggi con lo stesso impianto e che non ricostituisce il rapporto elettore-eletto. Ore 17.52 – Francesco Saverio Romano (Forza Italia) ha annunciato che resterà in aula per votare la legge elettorale in virtù del suo ruolo da Presidente della Commissione Affari Costituzionali e per lui sarà no. Inoltre aggiunge che partirà un’iniziativa referendaria. Ore 17.50 – Finite le dichiarazioni di voto, è il momento degli interventi personali, quantificati da Laura Boldrini in una decina. Il primo a parlare, Claudio Fava del Psi, resterà in aula e voterà no. Ore 17.39 – Lorenzo Guerini, vicesegretario del Partito Democratico, chiude il giro delle dichiarazioni di voto. Ore 17.37 – Danilo Toninelli conferma che il Movimento 5 Stelle uscirà dall’aula a partire dalla fine del suo intervento. Ore 17.28 – Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, si rivolge direttamente al Presidente della Repubblica invitandolo a non firmare la legge elettorale: «Il nostro voto no per l’Italicum coincide con un voto si alla democrazia: diciamo no perché questa legge è una truffa, altro che la legge truffa di De Gasperi. Siamo certi che il presidente Mattarella rinvierà legge alle Camere per manifesta incostituzionalità e anche la Consulta non potrà fare altro» Ore 17.18 – Parla Domenico Scilipoti: «Sull’Italicum nessun Aventino. Abbandonando l’aula, Forza Italia dice il suo no consapevole, compatto e determinato ad una legge che riduce la liberta’ nel nostro Paese. Lasciamo l’aula per riaffermare la volontà di continuare a batterci per un Paese migliore, che si regge ancora sui quei capisaldi della nostra Costituzione che parlano di condivisione delle regole. Usciamo perché, dopo 69 anni dalla nascita della Repubblica, per la prima volta in Aula si sente odore di dittatura». Ore 17.12 – Maurizio Lupi conferma la fiducia di Ncd sull’Italicum: «L’Italicum che ci apprestiamo a votare ha almeno tre grandi pregi: la sera delle elezioni e dopo il ballottaggio si saprà chi vince e chi avrà il compito di governare; garantisce a chi vince un numero di seggi importante per governare, ma anche a chi perde una significativa rappresentanza; garantisce ai cittadini un grande potere di scelta». Ore 17.10 – Forza Italia sembra tenuta insieme a fatica ma potrebbe muoversi unita per quanto riguarda un Aventino. I fittiani seguiranno l’indirizzo di Silvio Berlusconi mentre i “verdiniani” potrebbero covare l’interesse a rimanere in aula per votare no. Ciò però potrebbe metterli di fronte ad eventuali defezioni e non è detto che si voglia rischiare. Ore 16.44 – Voci dal Transatlantico. Sembra che tra 50 e 60 deputati siano pronti a votare contro l’Italicum. Il calcolo viene da fonti interne al Pd. Ore 16.38 – Augusto Minzolini, deputato di Forza Italia, ha spiegato quella che potrebbe essere la tattica delle opposizioni: bloccare le riforme al Senato per influenzare il cammino della legge elettorale: «Siccome al Senato le regole restano le stesse con lo sbarramento all’8%, lì il Governo per avere la fiducia dovrà cercarsi un appoggio. Se blocchi la riforma costituzionale, blocchi il Governo del partito unico». Lorenzo Dellai ha aggiunto che Centro Democratico voterà si all’Italicum «a patto che al Senato Il nostro sì alla legge elettorale è subordinato alla richiesta che la legge costituzionale di riforma venga attentamente rivalutata: a poteri più forti del governo deve corrispondere una meccanismo di garanzia ed equilibrio dei poteri che nel testo licenziato dalla Camera non ci sembrano adeguati». Ore 16.29 – Ancora Cuperlo con i giornalisti al Transatlantico spiega che a suo modo di vedere la base del Pd non è preoccupata dall’Italicum ma da altre cose come le candidature in Campania: «Non mi sembra sia un tema all’ordine del giorno. Conoscendo la nostra base elettorale, direi che c’è più preoccupazione per certe candidature in Campania, con una persona che va regolarmente in pellegrinaggio a Predappio e dice che, fino al 1938, il fascismo ha fatto cose buone, come le bonifiche». Ore 16.27 – La minoranza Pd si muove e si dichiara pronta a votare no alla fiducia. Gianni Cuperlo: «Non mi interessa se a votare no all’Italicum saranno 38 deputati Pd o di più. Il nostro no è consequenziale al no alla fiducia. Mi sembra inerziale votare contro il provvedimento dopo che si è votato no alla fiducia». Subito dopo Stefano Fassina: «Voto no, da quel che mi risulta tutti i 38 voteranno no, forse qualcuno di più». Ore 16.22 – Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, conferma che il suo movimento non appoggia l’Italicum: «Noi non voteremo per questa legge, chi lo fa suicida la democrazia». Ore 16.12 – Gruppo Misto-Alternativa libera, gruppo che racchiude parte dei fuoriusciti del Movimento 5 Stelle, ha comunicato che voterà contro l’Italicum. Ore 16.09 – Per tutti coloro che vogliono seguire in diretta ciò che sta accadendo alla Camera dei Deputati, esiste la possibilità di seguire il dibattito in streaming: Ore 16.07 – Così Rosy Bindi: «Cosa faro’? Dipende da cosa faranno gli altri. Se le opposizioni usciranno dall’Aula, votero’ no. Se invece restano, allora esco io». Ore 16.05 – L’aula della Camera ha terminato l’esame degli ordini del giorno. Iniziano le dichiarazioni di voto. Il voto finale potrebbe arrivare entro le 17.30. Ore 15.56 – I 5 Stelle per ora non fanno nessun sit-in. L’ordine è si ‘stare buoni’. Per ora prevale la linea dell’Aventino con gli altri partiti di opposizione. Ore 15.51 – Senza questione di fiducia posta sul voto finale dell’Italicum ci sono maggiori possibilità che escano allo scoperto deputati dissidenti del Pd. Nei tre voti di fiducia su altrettanti articoli votati la scorsa settimana alla Camera la maggioranza di governo (composta da Pd, Sc, Ap ed altri) si è fermata a quota 352, 350 e 342 voti rispetto ai 390/400 onorevoli dell’intera coalizione. Ore 15.46 – Il deputato di Froza Italia ed ex ministro Gianfranco Rotondi annuncia la sua uscita dall’aula (seguendo l’indicazione del partito) nonostante lui sia favorevole all’Italicum. «Non voto l’Italicum – ha dichiarato in una nota – perché sarebbe solo uno sgarbo a Berlusconi e Brunetta. Ma non ho cambiato idea; resto favorevole a questa legge e dico che il centrodestra può vincere alle elezioni politiche del 2018 come ha riconosciuto ieri coraggiosamente il presidente Renzi». Ore 15.42 – A poche ore dal voto decisivo sull’Italicum dovrebbe essere solo la maggioranza (composta da Pd, Scelta Civica, Area Popolare, Centro Democratico, Socialisti, minoranze linguistiche ed altri) a restare in Aula. Sia Sel, che Forza Italia, Lega Nord, M5S e Fratelli d’Italia sono intenzionate ad uscire dall’Aula. Se ciò avvenisse emergerebbe in maniera chiara il numero di dissidenti del Pd. Rosy Bindi ha dichiarato la sua intenzione a votare no alla legge elettorale in caso di uscita dall’Aula delle opposizioni. Ore 15.38 – Le opposizioni scelgono l’Aventino per il voto finale sull’italicum. Eppure in Forza Italia non tutti sono convinti della decisione di lasciare da sola la maggioranza in Aula. Come riportano le agenzie di stampa 15-18 deputati azzurri, in gran parte verdiniani e fittiani si sarebbero presentati in Aula alla Camera contestando la scelta del capogruppo Renato Brunetta. Il fittiano Maurizio Bianconi, ad esempio, ha dichiarato: «Io ho partecipato al voto, ci asterremo a quello finale..». Un fedelissimo di Denis Verdini, invece, ha affermato: «Brunetta ha deciso con una ventina di deputati, quindi, non conta la linea data. E poi, mica possiamo comportarci peggio dei grillini, che rappresentano l’antisistema e hanno votato gli ordini del giorno pur essendo contrari all’Italicum?». Ore 15.30 – Anche Sel, insieme a Forza Italia, Lega Nord e M5S, pensa ad uscire dall’Aula di Montecotorio nel momento del voto. «Credo che le opposizioni sceglieranno di abbandonare l’Aula», ha dichiarato il capogruppo Arturo Scotto. «La fiducia è stata uno strappo pericoloso sul piano politico e democratico – ha aggiunto -. È giusto che Renzi si voti questo provvedimento da solo perché da solo ha deciso di scriverlo». Italicum, è il giorno decisivo. Alla Camera questo pomeriggio i deputati esprimono (si prevede alle 18/18.30) il loro voto finale alla legge elettorale già passata al Senato lo scorso 27 gennaio. La scorsa settimana l’Aula di Montecitorio ha approvato gli articoli del testo con 3 voti di fiducia. Alle 12 di oggi è invece ripresa la discussione per il via libera definitivo. A sostenere la riforma del voto ci sono tutte le componenti della maggioranza, Pd, Scelta Civica, Centro Democratico, ed Udc ed Ncd (che in Parlamento compongono il gruppo di Area Popolare). A contestare la legge sono tutti i partiti di opposizione e la minoranza Pd, i cui voti tuttavia non sono stati finora determinati per far prevalere i contrari alla riforma sui favorevoli.
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ITALICUM, VOTO A SCRUTINIO SEGRETO –
Il partito del premier Matteo Renzi ha dunque amplissime possibilità di portare a casa la riforma nonostante il dissenso interni. È comunque previsto un voto con scrutinio segreto, richiesto da Forza Italia e Lega Nord, che potrebbe far aumentare il numero dei deputati Pd che dicono no al provvedimento. Le opposizioni hanno deciso di abbandonare l’Aula: scelta che dovrebbe rendere palese il numero dei dissidenti del Pd e della maggioranza.
ITALICUM, I NUMERI –
La scorsa settimana, nel voto di fiducia sui 3 articoli dell’Italicum (articoli 1,2 e 4), i sì sono stati rispettivamente 352, 350 e 342, circa 50 voti in meno dei 390/400 che vengono attribuiti alla maggioranza. Ora, ancora con scrutinio segreto ma ancora senza fiducia, è possibile che il numero dei sì diminuisca in misura maggiore.
ITALICUM, COSA CAMBIERÀ –
L’Italicum, che dovrebbe entrare in vigore il primo luglio 2016, prevede l’assegnazione del premio di maggioranza del 55% dei seggi alla prima lista che supera il 40% dei consensi al primo turno. Nel caso in cui nessuna lista dovesse superare quella soglia il premio di 340 deputati verrebbe assegnato dopo un ballottaggio tra le prime due formazioni. Lo sbarramento per l’ingresso a Montecitorio è fissato al 3%. (Foto: Ansa / Alessandro Carconi)