La triste parabola di Italo, il treno privato che non fa utili e che sembra ormai su un binario morto

04/05/2015 di Mazzetta

L’impresa ferroviaria privata italiana sembra già moribonda e c’è persino chi parla di una sua nazionalizzazione come se fosse auspicabile e un vantaggio per il paese tutto. Anche se si tratterebbe di un esito non proprio in linea che le magnifiche premesse che hanno stimolato il progetto.

- APRIL 20: President of the railway company New Passenger Transport SpA, known as NTV, Luca Cordero di Montezemolo (C) and CEO of NTV Giuseppe Sciarrone (L) arrive before the departure of the Italio on its inaugural trip to Naples on the Italo train, at Stazione Tiburtina on April 20, 2012 in Rome, Italy. The new NTV railway company will run its maiden public high speed train journey on April 28, from Rome to Naples. (Photo by Giorgio Cosulich/Getty Images)
Luca Cordero di Montezemolo e Giuseppe Sciarrone all’inaugurazione di Italo il 20 aprile. (Foto di Giorgio Cosulich/Getty Images)

LA PRIVATIZZAZIONE DELLE FERROVIE –

La Nuovo Trasporto Viaggiatori è stato il miraggio dei privatizzatori a oltranza, ha aperto alla concorrenza le ferrovie solo per arrivare a dimostrare che la concorrenza non è strutturalmente possibile nel trasporto ferroviario, un tipo d’impresa sovvenzionata dallo stato costretta a correre su un’infrastruttura costruita e mantenuta dallo stato, che vive degli investimenti dello stato e che ha un interesse strategico che troppo spesso non coincide con quello dell’impresa.

SOLO DEBITI PER ITALO –

NTV sembrava partita bene, già nel 2013 ha triplicato 
il fatturato rispetto al 2012, ma perdendo però 78 milioni come l’anno prima. Perdite ripianate, e il capitale di rischio che restò invariato a poco meno di 110 milioni. L’anno scorso il capitale 
è stato aumentato a 264 milioni ma oggi, con il debito complessivo salito a 781 milioni, il capitale sociale si è ridotto di un terzo solo nel primo trimestre di quest’anno. Gli unici dati confortanti sono l’aumento di fatturato e passeggeri, arrivati ormai ai 6 milioni all’anno, ma per ogni cliente conquistato NTV ha speso una piccola fortuna. Secondo la società un andamento tanto negativo dei conti è colpa della posizione dominante di Trenitalia, con la quale ultimamente ha scatenato una guerra d’offerte e ribassi sempre più arroventata. Trenitalia può contare sulla vicinanza di Rete ferroviaria italiana, la società collegata del gruppo Fs che gestisce la rete dei binari.

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ASSETTO SOCIETARIO E GOVERNANCE –

La società è stata fondata nel 2006 da Luca di Montezemolo, Diego Della Valle, Gianni Punzo e Giuseppe Sciarrone, soci pesanti sono Intesa Sanpaolo che detiene il 20% delle azioni oltre ad una gran parte dell’esposizione bancaria (che ammonta in totale a circa 700 milioni di euro) e i francesi della Société Nationale des Chemins de fer Français (SNCF) con un altro 20%. Dopo l’esordio commerciale, nel 2013 ha visto Montezemolo lasciare la carica di presidente ad Antonello Perricone, che poi ha preso anche quella di amministratore delegato, che infine ha lasciato a Flavio Cattaneo nel febbraio scorso.

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