Il Jobs Act non ha favorito le assunzioni dei giovani
24/11/2016 di Redazione
La decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato associata al Jobs Act ha favorito l’assunzione di quasi 700 mila persone. La maggior parte di queste nuove assunzioni non ha però beneficiato i giovani. Gli under 30 che ne hanno beneficiato sono meno del 30%, come indicano i dati Inps.
JOBS ACT ASSUNZIONI GIOVANI
Una delle riforme chiave del Governo Renzi è il nuovo contratto a tempo indeterminato, con la cancellazione del reintegro giudiziario in caso di licenziamento senza giustificato motivo. La misura chiave del Jobs Act è stato accompagnato a un significativo sgravio contributivo per le aziende, della durata di tre anni. Grazie a questo corposo incentivo le assunzioni a tempo indeterminato sono aumentate: nel 2015 sono state 625921 persone. Come comunica l’Inps, la maggior parte dei nuovi assunti non appartiene però alle fasce più giovani della popolazione. Come riporta il Corriere della Sera
Solo 77.712, l’11,9%, avevano meno di 24 anni. Percentuale che sale al 28,6% considerando anche i 109.390 assunti nella fascia d’età 25-29 anni. Insomma, nel 71,4% dei casi lo sgravio è servito per dare un lavoro stabile a persone con più di 30 anni
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CHI HA FAVORITO IL JOBS ACT
I dati Inps indicano come la coorte anagrafica nella quale è concentrato il maggior numero di indeterminati con la decontribuzione è quella tra i 30 e i 39 anni, seguita da quella successiva tra i 4o e i 49 anni. Nella prima fascia d’età il numero di assunti è 205.167, nel secondo caso 161.367. Il Jobs Act sembra quindi aver favorito i lavoratori presenti da più lungo tempo nelle aziende, e conferma come l’uscita dalla precarietà dei più giovani necessiti di tempo. Un’impressione confermata anche dal deludente risultato ottenuto dal programma Garanzia Giovani. Per Inps solo 6.133 giovani sono stati assunti a tempo indeterminato grazie al programma, mentre il ministero del Lavoro aumenta questo dato a circa 28 mila
Foto copertina: ANSA / CIRO FUSCO