Kim Kardashian, la vera storia di una foto d’arte che diventa solo soft-porno

La copertina della rivista Paper con protagonista Kim Kardashian ha mantenuto le promesse ed ha rotto Internet. Dietro lo scatto si nasconde però una storia che va ben al di là della collaborazione tra la moglie di Kanye West ed il fotografo francese Jean Paul Goude, celebrato dalla donna che ha riferito entusiasta come sia stato «lavorare con il leggendario fotografo».

Kim Kardashian, la vera storia della copertina “da infarto” su Paper
(Styleite)

CHI È JEAN PAUL GOUDE – Styleite ci ricorda chi è davvero Jean-Paul Goude, rispondendo così a coloro che ritengono come le due immagini della Kardashian siano in realtà frutto di Photoshop. Il fotografo francese è famoso per essersi dedicato al corpo delle donne di colore. Non a caso la sua autobiografia, datata 1983, era chiamata «Jungle Fever», da una definizione che diede al magazine People nel 1979. Per creare le immagini Goude fotografa le sue modelle in pose che vanno dall’atletico al primitivo. Successivamente taglia le immagini a pezzi per poi rimodellarle e renderle ancora più spettacolari.

Kim Kardashian, la vera storia della copertina “da infarto” su Paper
(Wikipedia – Island Record)

LA COPERTINA DI ISLAND LIFE DI GRACE JONES – E’ stato Goude a creare l’immagine più emblematica di Grace Jones, che ha fatto da copertina al disco Island Life della cantante giamaicana. La posizione della donna non è così naturale. Goude, all’epoca compagno dell’artista, l’ha fotografata e poi ha composto l’immagine per avere la posa desiderata. Non si può neanche parlare di photoshop ma di una vera rivisitazione ad opera di un artista. Del resto lo stesso Goude aveva spiegato che l’obiettivo era quello di creare un illusione.

 

LEGGI ANCHE: Kim Kardashian e la copertina “da infarto” su Paper

 

IL CONFRONTO TRA L’ORIGINALE E LA COPIA – E veniamo alla copertina ed all’immagine evocata. Paper ha attribuito l’immagine ad una ispirazione dello scatto di Goude «Champagne Incident». In realtà l’immagine si rifà ad un altro scatto del 1976, dal titolo «Carolina Beaumont». Parlando dell’immagine in questione, Janell Hobson ritenne che l’arte di Goude era quello di rendere il corpo delle donne di colore esagerato, comico, quasi grottesco. La protagonista ha l’aria di una donna pronta a servire, in grado di dare un senso di disponibilità all’osservatore in modo da dare un piacere quasi pornografico. Kim Kardashian invece non ha intenzione di servire l’osservatore. Veste con gusto ed è piena di gioielli. Il punto, conclude Styleite, è che un’immagine dal significato ormai passato e in un certo senso esageratamente stereotipata per denunciare il razzismo insito nelle fotografie del tempo ritraenti le donne di colore, sia stata ripresa usando come modella una donna americana di origine armena diventata famosa solo per una foto soft-porno.

Share this article