La bufala di Cécile Kyenge contro la bandiera dei quattro mori
29/01/2014 di Redazione
Pepito Sbazzeguti ha prodotto una nuova satira su Kyenge, che visti i precedenti ha ottime possibilità di essere presa per vera dai molti razzisti che da quando è stata nominata si esercitano nell’insulto al ministro nero.
SATIRA LEGGERA – Lo spunto è simpatico, anche se il simbolo della Sardegna non ha nulla di razzista, visto che ricorda i quattro re musulmani sconfitti dagli aragonesi durante la battaglia di Alcoraz avvenuta in Spagna e che all’epoca i musulmani erano per tutti i mori (moros). Secondo il resoconto satirico Kyenge avrebbe notato la bandiera durante una recente visita in Sardegna e sarebbe subito passata alla dichiarazione:
«tale bandiera non ha motivo di esistere sia per motivi storici che per questioni di political correct” e ha continuato rimarcando : ” questo simbolo che i sardi usano come bandiera,è una cosa vergognosa ,ritengo sia impossibile che ancora nessuno abbia provveduto a correggere questo scempio razzista , i sardi hanno ben altre cose da rappresentare nella loro bandiera , tutte le loro bellezze naturali figurerebbero molto meglio in un simbolo regionale “la Ministra ha poi continuato : “sara’ mia priorita’ riuscire ad avere quanto prima un incontro col Presidente dell’assemblea regionale per portare le dovute correzioni a questo disonore nazionale, in caso contrario mi vedro’ costretta anche a ricorrere all’Europa se è il caso»
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CONSEGUENZE PESANTI – Il sito e lo stesso autore hanno già pubblicato altri pezzi di grande successo con Kyenge come protagonista e persino quello nel quale si metteva in bocca al ministro la proposta d’abbattere il Colosseo è stato preso per buono da migliaia di singoli e gruppi che poi l’hanno diffuso in rete come se fosse vero, pescando a strascico tra sprovveduti e razzisti dall’indignazione e dall’insulto facile. Tutta gente che non aspetta altro che il minimo pretesto per inveire contro la personificazione dei loro incubi peggiori: un ministro nero. L’esperienza insegna che anche questo pezzo ha altissime probabilità di trasformarsi da espressione di satira in una bufala ad alta viralità, utile strumento per eccitare gli spiriti peggiori.