La Federcalcio al bivio: con Carlo Tavecchio si rischia conservazione

Nessuna lezione dal fallimentare Mondiale brasiliano. Più che una rifondazione, invocata per ripartire, la Federcalcio italiana sembra voler scegliere la strada gattopardesca della conservazione.

Niente rottamazione, né “cambiamenti di verso” di renziana memoria: a prendere il posto del dimissionario Giancarlo Abete, numero uno del pallone tricolore dal 2006, potrebbe essere il vicepresidente vicario Carlo Tavecchio, presidente 71enne della Lega Dilettanti, oltre che uno dei veterani ai vertici della Figc. Tutto in casa, nonostante le corresponsabilità nel flop. La decisione non sarà però imminente: dopo il Consiglio federale straordinario di oggi, per la ratifica delle dimissioni di Abete, l’elezione del suo sostituto è stata rimandata all’11 agosto. Soltanto allora potrà essere risolto anche il nodo allenatore, dato che sarà il nuovo presidente federale a dover decidere sulla nomina del commissario tecnico. Una poltrona lasciata vacante dal passo indietro di Cesare Prandelli, che ha abbandonato a sua volta dopo la prematura eliminazione di Natal.

 

Abete Prandelli 2

 

FEDERCALCIO E RESTAURAZIONE – In corso c’è uno scontro generazionale tra i vertici del calcio italiano. A invocare una svolta in Figc è stata Barbara Berlusconi, in versione rottamatrice: «Quell’attuale è una governance litigiosa, bloccata dai veti reciproci, che non funziona, non ha visione, non programma e non ha a cuore la promozione del calcio italiano nel mondo. Tutto mentre gli altri Paesi conquistano quote di mercato in Asia e Medio Oriente», ha spiegato la vicepresidente e ad del Milan. Non senza invocare un cambio radicale, «dopo due Mondiali in cui non abbiamo superato il primo turno e dopo che un campionato non ricco come quello portoghese ci ha superato».

Il nome più accreditato non è però certo quello di un 40enne: Carlo Tavecchio, dal 1999 a capo della Lega Dilettanti, può contare come sponsor sul 77enne Mario Macalli – a capo della Lega Pro – e su Claudio Lotito, possibili futuri vice-presidenti. Non mancano nemmeno le ombre sul suo curriculum, tanto che da un’interrogazione parlamentare fatta nel 2010 dal deputato del Pdl Amedeo Laboccetta, emergerebbero alcuni problemi giudiziari. Dietro Tavecchio, in corsa restano Demetrio Albertini e Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B.

Secondo la Gazzetta dello Sport,  sono per ora lontane le ipotesi di manager esterni, della carta Luca Pancalli e dello scenario del commissario. Possibile, in base alle norme statutarie, soltanto se entro 90 giorni dalle dimissioni del presidente non verrà nominato un sostituto di Abete.

Tavecchio non rappresenta però un nome condiviso. «Faccio fatica a commentare candidature non presentate, la cosa più importante è che siano accompagnate da un programma da proporre e condividere. Il mio auspicio è che da qui all’11 agosto ci sia più di una candidatura», ha spiegato Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori. Simile l’auspicio di Renzo Ulivieri, dell’Assoallenatori, che ha però replicato all’affondo di Barbara Berlusconi: «I quarantenni, la rottamazione. Sono termini che non mi garbano. Le persone sono da valutare per l’impegno e la passione che mettono». Lo stesso Tavecchio ha replicato alla vicepresidente del Milan: «La Figc è un’associazione di tesserati, e se permette, con tutto il rispetto, saranno questi a decidere chi sarà il nuovo presidente»

IL NODO ALLENATORE –  Bisognerà comunque fare in fretta, considerato il legame con la nomina del nuovo allenatore. Poco il tempo a disposizione: il primo settembre è già tempo di convocazioni, per le partite dell’Italia del 4 e 9 settembre (per un’amichevole con l’Olanda e per il primo impegno ufficiale contro la Norvegia, a Oslo, in vista di Euro 2016). Ma sul nome del nuovo ct resta ancora una forte divisione tra le diverse componenti del calcio italiano: nessun accordo è stato raggiunto nella pre-riunione, alla quale hanno partecipato anche Beretta, Abodi, Macalli, lo stesso Tavecchio, Ulivieri e Nicchi (per gli arbitri).

Se a spuntarla sarà Tavecchio, per il ruolo da commissario tecnico favoriti sembrano Alberto Zaccheroni e Francesco Guidolin. Ma nel toto-allenatore restano le ipotesi Mancini e Allegri, che dovrebbero però rinunciare agli ingaggi pesanti ai quali sono stati abituati nelle loro esperienze passate. Tra 1,2 e 1,7 milioni netti l’anno lo stipendio che la Figc potrà al massimo sborsare. Prima, però, resta da capire chi guiderà il calcio italiano. E se un reale cambiamento resterà soltanto un’utopia.

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