Loris, Veronica Panarello nega ancora
09/12/2014 di Redazione
È stata ascoltata per ben 5 ore alla Questura di Ragusa la mamma di Loris Stival, il bambino di 8 anni strangolato il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. Veronica Panarello, da ieri notte indagata con l’accusa di aver ucciso e occultato il cadavere di suo figlio ha negato l’omicidio e ogni responsabilità nell’accaduto. L’interrogatorio odierno, il primo alla donna da indagata, a quanto si apprende sarebbe cominciato alle 11 di questa mattina per poi concludersi verso le 16. Rispondendo alle domande degli inquirenti (del procuratore Carmelo Petralia e del sostituto Marco Rota) la mamma di Loris avrebbe affermato «Non l’ho ucciso io, era il mio bambino» ribadendo la sua versione dei fatti già espressa nella giornata di ieri. La formalizzazione dell’accusa per omicidio aggravato e occultamento di cadavere è infatti arrivata dopo un lungo interrogatorio di 6 ore alla donna, durante il quale lei in un primo tempo si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere, per poi iniziare a collaborare con i magistrati. Comunque senza incolparsi. A conclusione di tutte le attività di oggi alla Questura di Ragusa, è poi cominciato il trasferimento nel carcere di Piazza Lanza a Catania. Veronica ha trascorso l’ultima notte in una camera di sicurezza della Questura di Ragusa. Come racconta il Corriere della Sera un gruppo di persone che si erano radunate davanti alla questura di Ragusa, all’uscita della mamma di Loris, le ha gridato: «Vergogna, vergogna!». Si sono alzati applausi invece al passaggio delle auto degli inquirenti.
LORIS, LA MAMMA FERMATA NEGA L’OMICIDIO – «Non l’ho ucciso io, lui era il mio bambino». È così dunque che Veronica Panarello si sarebbe difesa ieri davanti ai magistrati della Procura di Ragusa dall’accusa di aver ucciso e occultato il cadavere di suo figlio di otto anni. La donna avrebbe ricostruito parte della sua vita e respinto tutte le contestazioni fattele dai pm. Il marito della donna (e papà di Loris) Davide Stival intanto, incredulo, ha affermato in queste ore: «Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso». E ancora: «Mi deve solo dire il perché, poi può anche morire». Una zia del padre di Loris, Antonella Stival, alla notizia del fermo di Veronica ha invece dichiarato: «Chiusi in un doppio e immenso dolore». «Chiunque sia stato non lo perdono, anche se è stata lei…», ha dichiarato a Canale 5 la nonna Pina Stival.
(Foto di Andrea Di Grazia da archivio LaPresse)
LORIS, LA MAMMA FERMATA SOTTOPOSTA AL TEST DEL DNA – Veronica Panarello, come appreso dall’agenzia di stampa Agi da fonti qualificate, inoltre è stata sottoposta al prelievo del Dna. Gli inquirenti intenderebbero effettuare esami comparativi con le tracce biologiche rilevate sotto le unghie del bambino.
Veronica accompagnata in procura:
LORIS, LA MAMMA FERMATA: DECISIVA L’AUTO AL MULINO – Sarebbe proprio l’auto della mamma di Loris quella ripresa dalla telecamera dell’azienda agricola all’ingresso della strada che porta al Mulino Vecchio (dove è stato trovato il corpo del bambino) la mattina di sabato 29 novembre. La circostanza sarebbe emersa nel corso delle ulteriori analisi dei video da parte degli investigatori e sarebbe stata contestata alla donna nel corso dell’interrogatorio in procura. Nel rapporto degli investigatori di tre giorni fa, si parlava di un «auto di colore scuro» che passava «senza rallentare» davanti alla telecamera. Ma dalle analisi più approfondite, gli investigatori sarebbero riusciti ad ingrandire le immagini ed isolare il frame in chi si distinguerebbe la Polo nera di Veronica Panarello.
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LORIS, LA MAMMA FERMATA: LE INCONGRUENZE DEL RACCONTO – Il passaggio della vettura della mamma di Loris poco distante dalla stradina in cui è stato trovato il corpo del piccolo non è comunque l’unico elemento che ha spianato la strada verso il fermo. La donna non è riuscita a chiarire le diverse contraddizioni dei suoi racconti resi finora agli inquirenti: sono troppe, in sostanza, le incongruenze che lasciano supporre Veronica Panarello non abbia mai detto la verità agli investigatori. A Santa Croce Camerina ci sono decine di telecamere fisse in grado di registrare gli spostamenti delle auto e le immagini di almeno quattro di esse dimostrerebbero che la donna in realtà (contrariamente a quanto da lei raccontato) non ha mai accompagnato il figlio a scuola. In particolare, una delle telecamere che inquadra l’ingresso in casa della donna e l’area destinata a parcheggio appena sottostante dimostrerebbe che Loris non è mai salito a bordo della vettura della mamma (che si è allontanata alle 8.33 con due sole persone a bordo). Veronica sarebbe poi tornata a casa alle 8.49 e sarebbe rimasta sola in casa per 36 minuti. Dopo essere uscita di nuovo con la macchina si sarebbe poi diretta al castello di Donnafugata, che si trova sulle collina, imboccando una strada che piega però verso il mare, in tutt’altra direzione. Due telecamere infine l’hanno inquadrata a un centinaio di metri dall’imboccatura della stradina che conduce al Vecchio Mulino, dove scorre il canalone nel quale Loris è stato trovato senza vita sette ore e mezzo dopo. In quell’area sarebbe stata ritrovata anche una delle fascette di plastica da elettricista, giudicate compatibili con i segni dello strangolamento sul collo del bambino.
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LORIS, LA MAMMA FERMATA: LA POSIZIONE DELL’AVVOCATO – L’avvocato di Veronica Panarello, Francesco Villardita, che ha assistito la donna durante gli interrogatori, continua a sostenere che la ricostruzione della mamma di Loris è coerente. Secondo il legale, ad esempio, la strada che conduce al mulino, all’inizio della quale è spuntata – come dimostrano le immagini di due videocamerae – la Polo nera della Panarello, sarebbe stata imboccata dalla donna per errore, perché la donna doveva buttare un sacchetto di immondizia. «Io sono convinto della buona fede della signora, perché sono a contatto con lei e perché, al di là di sembrare persona sincera, mi pare che ci siano dei riscontri oggettivi al suo narrato», ha detto Villardita.
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LORIS, LA MAMMA FERMATA E 4 PSICOLOGI A SCUOLA – Sono ovviamente di parere diverso gli insegnanti e dirigenti della scuola frequentata dal piccolo Loris, preoccupati anche per l’effetto che avrà sugli studenti del caso di cronaca. Giovanna Campo, preside dell’istitutoFalcone-Borsellino ha dichiarato: «Siamo tutti umanamente sconvolti, non si può non soffrire per una vicenda del genere». «Come faremo a spiegare ai ragazzi oggi in classe – ha chiesto oggi la docente – che una madre può uccidere un figlio? Siamo senza parole. Per questo ci siamo rivolti a degli esperti: oggi quattro psicologi dell’azienda sanitaria provinciale incontreranno i docenti e i ragazzi perché anche noi abbiamo bisogno di capire come parlare con gli alunni».
LORIS, LA MAMMA FERMATA: INSULTI SUL WEB – Sul web intanto Veronica Panarello è stata vittima di un bombardamento di insulti. Sui social network sono spuntati commenti furiosi che precedono ogni tipo di indagine e di verità processuale e che scatenano improbabili parallelismi con altri casi di cronaca. «Davanti a queste cose conviene mettersi una corda al collo», ha scritto qualcuno. E ancora, qualche altro, sparando sentenza: «maledetta, lo sapevo fin dal primo giorno che eri stata tu». «Chi ha problemi psiicologici non dovrebbe mettere al mondo dei figli». Qualche utente invoca addirittura la pena capitale: «Se si mettesse in mezzo la pena di morte per tutti coloro che uccidono anime innocenti… non si sentirebbero più ste tragedie».
Ecco alcune foto di Andrea Di Grazia da archivio LaPresse di Santa Croce Camerina assediata da forze dell’ordine e giornalisti:
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(Foto di copertina di Andrea Di Grazia da archivio LaPresse)