La mappa di Mafia Capitale
12/12/2014 di Tommaso Caldarelli
Roma, non c’è solo Massimo Carminati, “il Cecato”, l’ex dei Nuclei Armati della Rivoluzione che insieme a Salvatore Buzzi era l’architrave del sistema di Mafia Capitale: certo, lui era il capo supremo. Ma come stanno dimostrando gli arresti di questi giorni, la Cupola Capitolina era in eccellenti rapporti e accordi con le criminalità organizzate del meridione, e anche a Roma Carminati non era il solo; c’erano accordi, infatti, con altri boss e altre personalità criminali per spartirsi la gestione della città.
MAFIA CAPITALE, LA MAPPA – “A Roma”, diceva Carminati, “c’è posto per tutti”, come aveva raccontato Lirio Abbate sull’Espresso. Meglio non pestarsi i piedi, non farsi la guerra, sbrigare affari in quel Mondo di Mezzo che qualcuno conosce e molti fanno finta di non vedere. Carminati era il capo del sistema criminale, e le sue aree erano quelle di Roma Nord: da Tor di Quinto a Vigna Clara il suo quartier generale, dai Parioli in su era tutta farina del suo sacco. A Roma Est c’è Michele Senese, napoletano, detto “il pazzo” perché ha più volte evitato il carcere millantando infermità mentali: scrive il Messaggero che “il clan Senese controlla i quartieri orientali e la fascia a sud-est della città.Ma hamesso piede anche a Ponte Milvio, dove dirige due “batterie di rapinatori”. Una, quella dei “napoletani”, è capitanata da Fabrizio Piscitelli, il Diabolik capo ultrà della curva laziale, finito in manette lo scorso anno per traffico internazionale. L’altra, quella degli “albanesi”, è guidata da Orial Kolaj, detto “il Pugile”, e Adrian Coman e Arben Zogu, detto “Riccardino”.
DA EST A OVEST, DA SUD A NORD – L’altro grande boss romano è Luciano Casamonica, esponente della criminalità di origine Sinti che è a stipendio in una delle cooperative sociali di Buzzi: formalmente è un “mediatore culturale” che riceve assegni da 20mila euro al mese. I Casamonica “comandano a sud-est, tra l’Anagnina, la Romanina e il quartiere Tuscolano, e fanno soldi con lo spaccio ai Castelli e nel litorale”. Ancora, “la borgata di Montespaccato, tra via di Boccea e via Aurelia, a ridosso del Raccordo, è invece il territorio di “‘O Curto”, che gli investigatori identificano in Franco Gambacurta”, un boss che Carminati e Buzzi paragonano addirittura a “Toto’ Riina”, ma che alla cupola di Mafia Capitale ha sempre dimostrato di portare rispetto. Ernesto Diotallevi, ex della banda della Magliana, ha in mano i traffici fra Testaccio e Trastevere ed è in una serie di commesse immobiliari con Carminati nei paesi a nord di Roma, come Riano Flaminio. Giovanni de Carlo, giovane rampante, ha interessi fra i Parioli e Piazza Cavour, è tenuto in grande stima da Diotallevi, anche lui gravita a Roma Nord e si è addirittura permesso di discutere una volta con Carminati per questioni di soldi.
Mappa: Il Messaggero / Centimetri