Genesis Carmona: la miss morta per manifestare nel Venezuela diviso
20/02/2014 di Alberto Sofia
Genesis Carmona non ce l’ha fatta. La giovane studentessa, conosciuta come Miss Turismo dello Stato di Carabobo, era rimasta ferita da un proiettile alla testa durante le proteste in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro: è la quinta vittima delle contestazioni antigovernative, guidate dagli studenti, nel paese sudamericano. I manifestanti sono pronti a scendere di nuovo in piazza. In un Venezuela ancora diviso tra i sostenitori del successore di Hugo Chavez – che vinse le elezioni dell’aprile 2013 contro lo sfidante Henrique Capriles, seppur per circa 24omila voti e tra le contestazioni, ndr – e un’opposizione frantumata in più anime, nel mese di febbraio sono scoppiati nuovi disordini, in un Paese dove in diverse città resta forte il peso della crisi economica e mancano generi primari di consumo. Se l’ex sfidante alle ultime elezioni, Capriles, non ha preso parte alle ultime manifestazioni, ritenendole non utili per far cadere il governo, ad emergere è stata una nuova destra, accusata di essere più violenta ed oltranzista. Il volto nuovo è stato quello di Leopoldo López.
I suoi sostenitori sono in fermento dopo che il 18 febbraio il leader del partito Voluntad popular ha deciso di consegnarsi alla polizia. Era ricercato da sei giorni e accusato di aver guidato le manifestazioni dei giorni scorsi e di aver incitato alla violenza durante le proteste del 12 febbraio in cui tre persone sono state uccise. Mentre era ieri in corso la prima udienza di López nel palazzo di giustizia di Caracas, una nuova manifestazione anti-Maduro era stata organizzata dai seguaci del leader dell’opposizione venezuelana.
I DISORDINI IN VENEZUELA E LA MORTE DI MISS TURISMO – Diversi sono stati i manifestanti incarcerati nel corso delle proteste contro la carcerazione di Lopez. Lo stesso Barack Obama ha chiesto ieri il rilascio di tutti i manifestanti, condannando le violenze che dall’inizio di febbraio hanno causato la morte di cinque persone, compresa la studentessa Genesis Carmona.
«Insieme all’Organizzazione degli Stati americani chiediamo al governo di avviare un dialogo reale», ha incalzato il presidente degli Stati Uniti, accusato di ingerenze esterne e di fomentare le proteste degli studenti e dell’opposizione in chiave antigovernativa. Critiche che Obama ha respinto, bollandole come “false accuse”. Prima di consegnarsi alla polizia, Lopez aveva tenuto un comizio durante una manifestazione in piazza Brion nella capitale Caracas, al culmine di quindici giorni di proteste guidate dagli studenti. L’arresto aveva comportato la nuova discesa in piazza di decine di migliaia di contestatori anti-governativi, a sostegno del 42enne economista che si è formato negli Stati Uniti, ad Harvard, ostile al successore di Hugo Chavez. Dopo l’arresto aveva spiegato di non voler mollare: «Non lascerò il Venezuela, non ho niente da nascondere», aveva spiegato, arringando e fomentando la folla dei suoi sostenitori. « Mi presento di fronte alla giustizia, che mi accusa ingiustamente e spero che la mia carcerazione possa svegliare il popolo», aveva continuato. Per Maduro, il nuovo volto delle opposizione «deve invece rispondere del suo incitamento alla sedizione e alla violazione della Costituzione di fronte alla magistratura, di fronte ai tribunali, di fronte alle leggi della Repubblica».
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MADURO CONTRO LOPEZ – Secondo il presidente venezuelano, López viene etichettato come “un assassino”, al servizio della Cia e dei servizi segreti americani, con l’unico obiettivo di far cadere il governo.
Leopoldo Lopez sfida la polizia, prima dell’arresto
Le vittime degli scontri nel paese sudamericano sono intanto salite a cinque, con la morte di Genesis Carmona. La protesta, definita come “La salida” (“L’uscita”), era iniziata il 2 febbraio con la contestazione di una squadra di baseball cubana sull’isola Margarita, al quale erano seguiti, più tardi, altri dieci giorni di tensione, con le proteste guidate dagli studenti. Fino alla ripresa dei disordini e all’arresto di Lopez. L’opposizione resta però divisa. Per Capriles le manifestazioni di piazza non sono considerate lo strumento giusto per mettere in difficoltà l’esecutivo. Sempre più emarginato, il suo ruolo è stato preso dal giovane rampante Leopoldo Lopez. Per ora il leader di Voluntad popular resterà in custodia cautelare in carcere, fino all’inizio del processo, accusato di omicidio e di incitamento alla violenza.