La piaga del lavoro gratis è mondiale
06/12/2013 di Maghdi Abo Abia
La Bbc ci parla dell’attività di Lucy Bickerton, un medico che voleva produrre un film e che invece ha creato uno studio su quella che è la realtà del lavoro gratis tra mesi di stage, ore di lavoro ed una paga nulla nella preparazione del programma d’attualità «The Charlie Rose Show», scoprendo che in tutto il mondo esiste la piaga del lavoro non retribuito.
IL PROBLEMA DEL LAVORO GRATUITO – La sua attività era quella di assistente di produzione anche se era ufficialmente una tirocinante alle prese con uno stage non retribuito. E dopo aver fatto causa alla Fox che già in passato ricevette l’attacco legale da parte di altri stagisti che avevano lavorato per la rete, ha ottenuto lo stipendio che meritava. Oggi ci possono contare una trentina di cause intentate da stagisti contro aziende come la Sony e la Universal, con persone che chiedono soldi per un lavoro fatto e non riconosciuto perché inseriti in un progetto completamente diverso.
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COLPA DELLA CRISI – Questa storia, e l’analisi di quello che succede in tutto il mondo, ha confermato secondo la Bickerton che i giovani stanno capendo che gli stage non retribuiti portano solo fumo negli occhi. Nessuno sa quanti siano i giovani lavoratori gratuiti negli Usa ma secondo le valutazioni di una società di consulenza, Intern Bridge, le stime sono di circa un milione. Ed a causa della crisi economica, sono sempre di più gli annunci che contemplano la presenza di dipendenti gratuiti. Negli Usa il tasso di disoccupazione dei giovani dall’età compresa tra 20 e 24 anni è superiore al 12 per cento, con un + 5 per cento rispetto alla media nazionale.
NESSUNA DIFFERENZA CON GLI ALTRI STAGE – Molti giovani accettano un lavoro gratis nella speranza d’infilare un piede nella porta sperando che l’esperienza maturata apra loro una nuova prospettiva nel futuro. Il risultato però, come spiegato dall’autore Ross Perlin, è che nell’epoca della new economy si punta a far imparare poco e guadagnare niente ai giovani, tanto che ora sembra si stia assistendo ad un’accettazione sociale del lavoro non retribuito. Il mercato ha poi dimostrato che l’abnegazione non dà risultati tangibili. Ad esempio solo il 37 per cento degli stagisti gratuiti ha trovato lavoro nell’ultimo anno negli Usa, una media in linea con quelli che senza tirocinio hanno trovato un posto, e parliamo del 37,2 per cento.
CAUSE DI LAVORO – Va invece molto meglio ai ragazzi alle prese con stage retribuiti, visto che il 63 per cento di loro dopo l’esperienza trovano lavoro a tempo pieno. La legge americana disciplina in maniera rigida la pratica dei tirocini non retribuiti ma la presenza degli stagisti non pagati che di fatto si producono in un lavoro dipendente dimostrano come le norme non siano applicate nel modo corretto. Condé Nast negli ultimi mesi ha sospeso il suo programma di tirocinio mentre sono molte altre aziende sono state citate in giudizio. Con il risultato che secondo gli esperti americani si rischia di perdere una generazione approfittando della crisi e della scusa che bisogna contenere i costi.
(foto di copertina: Joerg Carstensen/dpa)