La pubblicità svedese che offende l’Italia
02/05/2013 di Redazione
“Questa estate, alcuni bambini saranno costretti ad andare in Italia” recita il manifesto, che mostra un bambino in lacrime con tanto di espressione disperata. Sono i cartelloni pubblicitari apparsi a Göteborg, in Svezia, che pubblicizzano il parco di divertimenti cittadino dipingendolo come un vero paradiso per bambini ai danni delle rinomate spiagge italiane. E non solo.
“NON ANDARE ALL’ESTERO, VIENI AL LUNA PARK!” – Si tratta della nuova campagna pubblicitaria di Liseberg, il grande parco di divertimenti per famiglie di Göteborg, che promuove la stagione estiva in modo decisamente sopra le righe, compatendo tutti quei “poveri bambini” costretti a trascorrere le vacanze all’estero invece che godersi un “divertimento garantito” a pochi passi da casa propria in un grande e scintillante luna park. A finire nel mirino della campagna pubblicitaria, dunque, non è solo l’Italia: anche Maiorca e Creta vengono tirare in ballo, sempre accostate a faccini disperati e musi lunghi.
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LE CRITICHE – Ovviamente la campagna di Liseberg è stata oggetto di pesanti critiche anche da parte degli stessi svedesi, che su Facebook hanno commentato la trovata commerciale del parco accusandola di cattivo gusto, se non nei riguardi delle nazioni estere citate, nei confronti di tutti quei bambini che non si possono permettere nemmeno una giornata al luna park. Viktor Ragnemar, regista freelance di Göteborg, ha realizzato un contro-manifesto sulla falsa riga di quelli affissi della città: sulla faccia della bimba in lacrime campeggia la scritta: “242.000 bambini svedesi non possono neanche andare a Liseberg: a chi importa il divertimento garantito?”.
RIMINI INSORGE – Una risposta, tuttavia, è arrivata anche dalle nazioni dipinte come lande “di pianto e stridore di denti” per tutti i bimbi nordici, tanto che Liseberg ha deciso di ritirare tutti i manifesti. In Italia si è mosso Fabio Galli, assessore provinciale di Rimini, che ha scritto al neoministro del Turismo Massimo Bray per invitarlo a prendere una posizione a riguardo. Secondo Galli non si tratta solo di un’offesa bella e buona, ma anche di concorrenza sleale e il ministro del Turismo dovrebbe quanto meno associarsi alle dichiarazioni sdegnate della Spagna e difendere le spiagge nostrane.
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“IL MINISTRO INTERVENGA” – Oltretutto, Galli sottolinea come “l’incidente” dimostri la totale inadeguatezza delle strategie promozionali dell’Italia all’estero: “Se l’essere di fatto scomparsi da alcuni mercati, quello scandinavo, appunto è già di per sé una sciagura in termini economici e d’immagine, la beffa si aggiunge con simili episodi per i quali, comunque, gli altri due Paesi danneggiati in qualche modo si sono già mossi a difesa – si legge nella missiva a Bray – La scelta, percorsa più o meno coscientemente negli ultimi due decenni, di non provvedere ad alcuna promozione all’estero del marchio Italia a favore di uno ‘spezzatino’ regionale a volte contraddittorio va senz’altro radicalmente e tempestivamente mutata. Certo, campagne folli come questa sono difficilmente parabili ma un Paese con una barra forte, dritta e riconoscibile sul fronte della promozione saprebbe difendersi al meglio e meglio. Mi auguro che il Ministro Bray possa intervenire”.