La risposta della RAI su Monica Maggioni al Bilderberg
30/06/2014 di Redazione
La risposta della RAI a chi chiedeva conto della partecipazione al meeting del gruppo Bilderberg non soddisfa Roberto Fico, il deputato a 5 stelle che presiede la commissione di Vigilanza della RAI, che esprime la sua delusione attraverso la sua pagina Facebook.
NON C’È NIENTE DI MALE – L’azienda fa quindi sapere che la partecipazione della direttrice di Rai News non solo non evidenzia alcun profilo d’illegittimità, ma è anche vanto per l’azienda, visto il ristretto numero di ospiti che ogni anno sono invitati dai promotori dell’incontro, le quattro famiglia che da oltre mezzo secolo lo promuovono come foro di uno scambio «franco» tra l’élite un tempo transatlantica e ora globale. Che Maggioni sia quindi stata invitata da un gruppo fondato e a quel che si sa ancora retto dalle famiglie Agnelli, Rotschild, Rockefeller e dalla famiglia reale olandese, non è uno scandalo. Non così per Fico, che nella sua nota spiega:
Ecco la risposta della Rai al quesito sulla partecipazione della direttrice di Rai News all’ultimo meeting del Club Bilderberg. Secondo i vertici di Viale Mazzini la partecipazione è “legittima” e motivo di vanto per l’azienda. E’ evidente che molti cittadini, che in questo ultimo mese mi hanno scritto quotidianamente evidenziando la questione, hanno un’idea diversa sull’opportunità dell’intervento di una giornalista del servizio pubblico al cosiddetto “club dei potenti”. Dal 1954 le riunioni del Bilderberg sono a porte chiuse e la stampa non può accedervi. Vi prendono parte circa 150 persone tra le più influenti del mondo: esponenti della finanza internazionale, top manager delle multinazionali, leader politici. Sul contenuto delle discussioni e sulle conclusioni raggiunte vige il massimo riserbo. Non è possibile conoscere esattamente quali siano state le finalità concretamente perseguite dal gruppo fin dal primo incontro. Tuttavia basta dare un’occhiata veloce alla lista dei partecipanti per rendersi conto dell’importanza del confronto e della rilevanza delle decisioni eventualmente assunte. Ma il tutto avviene senza comunicare alcunché all’esterno mantenendo i cittadini all’oscuro. Il paradosso è che un giornalista, se invitato a una riunione di questo tipo, non può successivamente riportare nulla. Questa è infatti la regola a cui devono sottostare tutti coloro che prendono parte al Bilderberg. E per un esponente del servizio pubblico il paradosso è ancora più lampante. Credo che i cittadini abbiano tutto il diritto di chiedere trasparenza su queste riunioni e conoscere il perché dell’intervento della direttrice di Rai News alla conferenza di quest’anno. Mi aspetto che i vertici della televisione pubblica, pagata con i soldi dei cittadini, si rendano conto che una risposta così evasiva sulla vicenda non è accettabile.
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IL MOTIVO DEL CONTENDERE – Al di là della questione vera riguardante la trasparenza, il meeting è dichiaratamente riservatissimo per dare modo ai partecipanti di parlare liberamente senza condizionamente «esterni». In Fico, e nei suoi colleghi di partito andati fino a Copenhaghen per concludere niente, ritorna il sospetto ventilato da molti che si tratti di una specie di plenaria del governo segreto del mondo o almeno di un gruppo potentissimo che in quella sede prende decisioni rilevantissime per l’umanità. Il che francamente pare eccessivo, non fosse altro che per il fatto che se così fosse, nel suo mezzo secolo e oltre d’esistenza si sarebbe sicuramente trovato ad affrontare avversari in grado di denunciare l’esistenza di questo complotto prove alla mano, quelle che finora non hanno saputo portare quanti diffondono la teoria del complotto, glissando inevitabilmente sul punto dolente d’incontri del genere, che mettono a contatto in maniera troppo riservata rappresentanti eletti, i big dell’economia e quelli dell’informazione.