La scuola pubblica che consiglia di iscriversi a quella privata
18/06/2012 di Dario Ferri
Su YouTube è stato pubblicato l’audio di una conversazione tra il padre di un ragazzo bocciato e la segretaria della scuola pubblica frequentata dall’allievo, in cui l’impiegata invita il genitore ad iscrivere il figlio ‘non ammesso’ in un istituto privato.
LEGGI ANCHE: Quando la ricerca è importante
“LO MANDI IN UNA PRIVATA” – La registrazione è stata anche inviata al provveditorato. Ne parla oggi il quotidiano abruzzese Il Centro:
«Vostro figlio è stato bocciato? Provate con una scuola privata. Teramo ne ha tantissime, poi c’è anche quel professore che ne ha preparati tanti di ragazzi». Come se un ospedale pubblico si dichiarasse incapace di curare una certa patologia e consigliasse al paziente di rivolgersi a una clinica o a un medico privati. Eppure questo si è sentito dire il padre di uno studente di 16 anni di Teramo che, dopo avere frequentato per due volte di fila la prima in un liceo della città, è stato ancora bocciato quest’anno. Il “consiglio” è arrivato al genitore da una segretaria della scuola stessa. Una scuola pubblica. Che, stando alle parole dell’impiegata, non esiterebbe a dirottare ragazzi negli istituti privati. Le parole della funzionaria rischiano ora di scatenare una bufera. Il genitore, che sostiene di avere avuto lo scorso anno l’analogo consiglio dal preside dello stesso istituto, si è presentato stavolta nell’ufficio della scuola attrezzato di registratore e ha catturato la conversazione. Il dialogo e i suggerimenti dell’impiegata sono finiti dritti sul tavolo del direttore generale dell’ufficio scolastico regionale Giovanna Boda. Un video, con la conversazionee i commenti del genitore, è stato anche lanciato su internet attraverso Youtube.
LA BOCCIATURA – Dopo essere stato suo figlio “non ammesso” all’anno successivo, un genitore decide di chiedere aiuto alla scuola per trovare una soluzione:
Questi i fatti. Il ragazzo, sabato mattina, si presenta a scuola per gli scrutini. Sa di avere due insufficienze, una in latino e l’altra in educazione fisica, ma non si aspetta la scritta rossa accanto al suo nome: «Non ammesso». La bocciatura è una doccia gelata anche per i genitori, che durante l’anno scolastico non hanno mai ricevuto segnalazioni negative sul rendimento del figlio dai docenti dell’istituto. Il ragazzo, peraltro, ha già perso un anno e l’idea che debba ripetere la prima un’altra volta manda lo studente e la famiglia in crisi. Il padre del giovane decide allora di andare a scuola, a parlare con il dirigente scolastico o con i docenti per capire cosa è successo e soprattutto avere consigli per trovare una soluzione. Il genitore trova un’impiegata dell’ufficio didattico. C’è la possibilità di chiedere l’ammissione del ragazzo al secondo anno in un’altra scuola pubblica, salvo il superamento di alcuni esami nelle materie in cui lo studente ha difficoltà.
IL CONSIGLIO – La segretaria sottolinea come grazie ad una scuola privata gli alunni bocciati possono recuperare anche due anni scolastici in pochi mesi:
«Ma il ragazzo si può aiutare in tanti altri modi», spiega la funzionaria della scuola alla famiglia. «Una scuola privata gli può far recuperare due anni alla volta, può perfino fare il primo e il secondo anno e il prossimo si trova addirittura nel terzo. Loro lì (nella scuola privata, ndr) li fanno lavorare, voi pagate… non sono quelle cifre esorbitanti, ma qualcosina». A questo punto il padre dello studente vuole capire se il suggerimento di rivolgersi a una scuola privata è una prassi della scuola: «E questo il preside lo consiglia, secondo lei»? Risposta: «Il preside lo ha consigliato in determinate situazioni: ora, la vostra, bisogna vedere… Comunque il ragazzo si può aiutare in tanti modi. Anche con una scuola privata. Teramo ne ha tantissime». La funzionaria ne elenca qualcuna e poi fa anche il nome di un professore, «che ne prepara tantissimi. Magari vostro figlio ha bisogno di un insegnamento più individualizzato. Sono genitore anch’io, mi metto nei vostri panni, il ragazzo va aiutato. Un diploma si deve comunque arrivare a prendere».
LEGGI ANCHE: